Tra le maggiori sfide del nostro tempo vi è indubbiamente la transizione energetica dai combustibili fossili alle zero emissioni di anidride carbonica. Si tratta di un argomento che influenzerà tutte le prossime generazioni in ogni aspetto della loro vita, di conseguenza ogni scelta sbagliata potrebbe esser per loro un danno incalcolabile. Sembra ovvio che tale argomento andrebbe affrontato con la massima scientificità, senza farsi deviare dal bigottismo, dall’ideologia politica o dal profitto economico: eppure, le maggiori organizzazioni ambientaliste, tra le quali spicca Greenpeace, oggetto di studio di questa tesi, sembrano ostacolare senza valide ragioni quella che l’intera comunità scientifica ha individuato come migliore soluzione, vale a dire la convivenza tra energia nucleare e fonti rinnovabili. In questa tesi si mettono in evidenza tutti i danni causati all’ambiente e alle società umane da Greenpeace nei suoi 50 anni di storia, cercandone le motivazioni ideologiche e sottolineando le incoerenze con gli stessi valori dichiarati dall’ONG. Si analizza poi il grande potenziale mediatico dell’organizzazione ed i successi che con la sua comunicazione visiva è riuscita ad ottenere, ed infine si risponde alle obiezioni più comuni riguardo l’energia nucleare, nella speranza che ogni lettore si renda conto dell’avversione alla scienza e della disonestà intellettuale di ognuna di esse. Nelle conclusioni, si metterà in evidenza l’interesse economico di tutti i magnati del petrolio, del carbone e del gas nell’essere avversi all’energia nucleare, motivo per cui la Rockefeller Brothers Foundation stessa finanzia Greenpeace, insieme a innumerevoli altre compagnie petrolifere. La scienza ci dimostra che le fonti rinnovabili non sono sufficienti, e vanno affiancate da una fonte non aleatoria. Questa può essere la ingiustamente demonizzata energia nucleare oppure il gas: ovviamente i magnati dei combustibili fossili fanno il tifo per quest’ultima, e finanziano tutte le organizzazioni avverse al nucleare. Ci si chiede, dunque, quanto Greenpeace possa essere in buona fede schierata a parole dal lato dell’ambientalismo, vivendo grazie ai petroldollari e vendendo essa stessa combustibili fossili sotto il nome di “Greenpeace Energy”. ​

50 anni di Greenpeace: come disinformazione e disonestà intellettuale possono rovinare gli intenti più nobili ​

AMBROSINI, STEFANO
2021/2022

Abstract

Tra le maggiori sfide del nostro tempo vi è indubbiamente la transizione energetica dai combustibili fossili alle zero emissioni di anidride carbonica. Si tratta di un argomento che influenzerà tutte le prossime generazioni in ogni aspetto della loro vita, di conseguenza ogni scelta sbagliata potrebbe esser per loro un danno incalcolabile. Sembra ovvio che tale argomento andrebbe affrontato con la massima scientificità, senza farsi deviare dal bigottismo, dall’ideologia politica o dal profitto economico: eppure, le maggiori organizzazioni ambientaliste, tra le quali spicca Greenpeace, oggetto di studio di questa tesi, sembrano ostacolare senza valide ragioni quella che l’intera comunità scientifica ha individuato come migliore soluzione, vale a dire la convivenza tra energia nucleare e fonti rinnovabili. In questa tesi si mettono in evidenza tutti i danni causati all’ambiente e alle società umane da Greenpeace nei suoi 50 anni di storia, cercandone le motivazioni ideologiche e sottolineando le incoerenze con gli stessi valori dichiarati dall’ONG. Si analizza poi il grande potenziale mediatico dell’organizzazione ed i successi che con la sua comunicazione visiva è riuscita ad ottenere, ed infine si risponde alle obiezioni più comuni riguardo l’energia nucleare, nella speranza che ogni lettore si renda conto dell’avversione alla scienza e della disonestà intellettuale di ognuna di esse. Nelle conclusioni, si metterà in evidenza l’interesse economico di tutti i magnati del petrolio, del carbone e del gas nell’essere avversi all’energia nucleare, motivo per cui la Rockefeller Brothers Foundation stessa finanzia Greenpeace, insieme a innumerevoli altre compagnie petrolifere. La scienza ci dimostra che le fonti rinnovabili non sono sufficienti, e vanno affiancate da una fonte non aleatoria. Questa può essere la ingiustamente demonizzata energia nucleare oppure il gas: ovviamente i magnati dei combustibili fossili fanno il tifo per quest’ultima, e finanziano tutte le organizzazioni avverse al nucleare. Ci si chiede, dunque, quanto Greenpeace possa essere in buona fede schierata a parole dal lato dell’ambientalismo, vivendo grazie ai petroldollari e vendendo essa stessa combustibili fossili sotto il nome di “Greenpeace Energy”. ​
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