Questa tesi vuole proporsi come obiettivo quello di prendere una posizione in merito alla natura del suono in modo che questa al contempo tenga conto delle prospettive scientifiche e possa essere funzionale sia per il senso comune sia per altre discipline. Per raggiungere questo obiettivo è innanzitutto necessario, per quanto sia possibile in un elaborato di questo tipo, presentare i principali orientamenti che sono stati al centro del dibattito contemporaneo sulla natura del suono e sulla sua percezione. In primo luogo, si cercheranno di ricostruire le radici del dibattito in filosofia, per poi arrivare alle ricerche che hanno reso possibile un rinnovamento e un’evoluzione della discussione. In particolare, si farà riferimento alla problematica riguardante la localizzazione del suono e si esporranno le teorie distali, mediali, prossimali e a-spaziali cercando di sottolineare quali siano i loro punti di forza e le motivazioni per cui sono state così fortemente sostenute o osteggiate nel corso degli anni. Si esporranno, in concomitanza con le problematiche riguardanti la localizzazione del suono, le teorie riguardo alla natura metafisica del suono. Dopo una prima esposizione generale delle varie posizioni, la quale permetterà di potersi orientare entro la discussione, si tenterà di approfondire più accuratamente le teorie a-spaziali. Questo tipo di teorie, pur essendo ad un primo approccio contro intuitive per il senso comune, sono state al centro della speculazione sin dalle prime formulazioni di Strawson in Individuals . Queste sono poi state portate avanti anche da Roger Scruton , che ha classificato i suoni come eventi puri del tutto autonomi rispetto alle loro fonti di produzione. Il focus verrà poi sposato sulla posizione di Matthew Nudds che sostiene che i suoni che noi percepiamo non hanno una connotazione intrinsecamente spaziale, partendo da considerazioni riguardanti la psicoacustica. Inoltre, questa posizione si sposa anche con la teoria della percezione bi-modale della produzione dei suoni e si presta bene ad essere utilizzata per trattare l’esperienza dei suoni non ecologici. Nell’ultima parte di questa tesi si cercherà appunto di mostrare come la posizione di Nudds possa essere funzionale per rendere conto della percezione dell’ascolto musicale. In particolare, si tratterà del dibattito riguardante l’ascolto acusmatico e non-acusmatico, ricollegandosi in questo modo alla teoria non-spaziale di Scruton esposta in precedenza e cercando di fornire ulteriori chiarimenti e possibili obiezioni sulla sua posizione. A questo riguardo, la posizione di Nudds sostenuta in precedenza verrà utilizzata per sostenere la tesi non-acusmatica, come suggerito anche da Hamilton. In conclusione, si cercherà di tirare le somme delle prospettive esplorate e comprendere se ed in che modo la prospettiva sostenuta potrebbe essere una valida soluzione.

Suono e spazio. Un'indagine sulla natura spaziale del suono.

BARALE, ELEONORA
2020/2021

Abstract

Questa tesi vuole proporsi come obiettivo quello di prendere una posizione in merito alla natura del suono in modo che questa al contempo tenga conto delle prospettive scientifiche e possa essere funzionale sia per il senso comune sia per altre discipline. Per raggiungere questo obiettivo è innanzitutto necessario, per quanto sia possibile in un elaborato di questo tipo, presentare i principali orientamenti che sono stati al centro del dibattito contemporaneo sulla natura del suono e sulla sua percezione. In primo luogo, si cercheranno di ricostruire le radici del dibattito in filosofia, per poi arrivare alle ricerche che hanno reso possibile un rinnovamento e un’evoluzione della discussione. In particolare, si farà riferimento alla problematica riguardante la localizzazione del suono e si esporranno le teorie distali, mediali, prossimali e a-spaziali cercando di sottolineare quali siano i loro punti di forza e le motivazioni per cui sono state così fortemente sostenute o osteggiate nel corso degli anni. Si esporranno, in concomitanza con le problematiche riguardanti la localizzazione del suono, le teorie riguardo alla natura metafisica del suono. Dopo una prima esposizione generale delle varie posizioni, la quale permetterà di potersi orientare entro la discussione, si tenterà di approfondire più accuratamente le teorie a-spaziali. Questo tipo di teorie, pur essendo ad un primo approccio contro intuitive per il senso comune, sono state al centro della speculazione sin dalle prime formulazioni di Strawson in Individuals . Queste sono poi state portate avanti anche da Roger Scruton , che ha classificato i suoni come eventi puri del tutto autonomi rispetto alle loro fonti di produzione. Il focus verrà poi sposato sulla posizione di Matthew Nudds che sostiene che i suoni che noi percepiamo non hanno una connotazione intrinsecamente spaziale, partendo da considerazioni riguardanti la psicoacustica. Inoltre, questa posizione si sposa anche con la teoria della percezione bi-modale della produzione dei suoni e si presta bene ad essere utilizzata per trattare l’esperienza dei suoni non ecologici. Nell’ultima parte di questa tesi si cercherà appunto di mostrare come la posizione di Nudds possa essere funzionale per rendere conto della percezione dell’ascolto musicale. In particolare, si tratterà del dibattito riguardante l’ascolto acusmatico e non-acusmatico, ricollegandosi in questo modo alla teoria non-spaziale di Scruton esposta in precedenza e cercando di fornire ulteriori chiarimenti e possibili obiezioni sulla sua posizione. A questo riguardo, la posizione di Nudds sostenuta in precedenza verrà utilizzata per sostenere la tesi non-acusmatica, come suggerito anche da Hamilton. In conclusione, si cercherà di tirare le somme delle prospettive esplorate e comprendere se ed in che modo la prospettiva sostenuta potrebbe essere una valida soluzione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/81316