Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, rappresenta un’evoluzione non tanto per il diritto penale, ma piuttosto per il diritto processuale; ragion per cui la disciplina penale contenuta nel Codice della crisi, se non altro adattata in senso terminologico, è priva di variazioni sostanziali rispetto a quanto previsto dalla la Legge fallimentare. Il cambiamento operativo di maggior rilievo consiste in un approccio più organizzato e proceduralizzato che, attraverso l’istituzione del concetto degli assetti adeguati, si basa sull’analisi dei rischi a cui l’impresa è esposta. In tale prospettiva si incoraggiano le imprese ad operare in un’ottica di forward looking, ovvero ad adottare dei sistemi che favoriscano la rilevazione ex ante dello stato di insolvenza o di crisi, con l’obiettivo, qualora possibile, di un efficace risanamento delle stesse. Il presente lavoro è articolato in quattro capitoli ed in particolare, i temi principali dell’elaborato sono due, da una parte si discute del delitto del falso in bilancio quale reato a presupposto del più grave reato di bancarotta fraudolenta societaria e, dall’altra parte, si riflette sulla reale capacità predittiva degli indici della crisi. Nel primo capitolo verrà esaminato il reato di false comunicazioni sociali, soffermandosi sugli elementi distintivi del reato in esame, i tratti salienti di questa specifica condotta illecita, dunque le varie questioni che, sia in giurisprudenza che in dottrina, hanno interessato il delitto in discussione. Di particolare interesse sarà la falsificazione del bilancio d’esercizio che, di fatto, rappresenta la principale comunicazione sociale suscettibile di assumere rilevanza penale se falsificata. È stato riscontrato nella prassi operativa che il reato più comunemente commesso dagli amministratori, soprattutto nei momenti di difficoltà economico-finanziario, è quello derivante dall’occultamento della reale condizione dell’impresa. Nel secondo capitolo, verranno descritti i doveri e le connesse responsabilità degli amministratori, ovvero il ventaglio di norme che se disattese sono fioriere di responsabilità. Il terzo capitolo sarà dedicato alla disamina della bancarotta c.d. «impropria»; in particolare quella che assume maggiore rilevo ai fini di questo elaborato è la bancarotta societaria da falso in bilancio, ovvero quella particolare condotta dolosa che, perseguita dall’amministratore, cagiona o concorre a cagionare lo stato di dissesto della società. Più segnatamente si faranno delle considerazioni su un particolare caso: quello dell’amministratore che, manipolando il bilancio di esercizio, consente la prosecuzione dell’attività d’impresa, dunque non richiede la dichiarazione di fallimento. In conclusione, verranno analizzati gli indici e gli indicatori della crisi elaborati dal CNDCEC in base agli obiettivi perseguiti dal Legislatore della riforma fallimentare. In prima istanza si discuteranno le principali novità introdotte dal Codice della crisi, quali gli strumenti di allerta, l’adozione dei citati assetti e delle connesse problematiche, per poi sottolineare alcune possibili criticità sulla reale capacità degli indici circa l’effettiva tempestività con cui possano segnalare prontamente l’arrivo di una crisi e, alla luce delle considerazioni che si faranno, verranno anche indicati dei suggerimenti.

False comunicazioni sociali e Bancarotta fraudolenta societaria ​

GIORLANDO, CHIARA
2020/2021

Abstract

Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, rappresenta un’evoluzione non tanto per il diritto penale, ma piuttosto per il diritto processuale; ragion per cui la disciplina penale contenuta nel Codice della crisi, se non altro adattata in senso terminologico, è priva di variazioni sostanziali rispetto a quanto previsto dalla la Legge fallimentare. Il cambiamento operativo di maggior rilievo consiste in un approccio più organizzato e proceduralizzato che, attraverso l’istituzione del concetto degli assetti adeguati, si basa sull’analisi dei rischi a cui l’impresa è esposta. In tale prospettiva si incoraggiano le imprese ad operare in un’ottica di forward looking, ovvero ad adottare dei sistemi che favoriscano la rilevazione ex ante dello stato di insolvenza o di crisi, con l’obiettivo, qualora possibile, di un efficace risanamento delle stesse. Il presente lavoro è articolato in quattro capitoli ed in particolare, i temi principali dell’elaborato sono due, da una parte si discute del delitto del falso in bilancio quale reato a presupposto del più grave reato di bancarotta fraudolenta societaria e, dall’altra parte, si riflette sulla reale capacità predittiva degli indici della crisi. Nel primo capitolo verrà esaminato il reato di false comunicazioni sociali, soffermandosi sugli elementi distintivi del reato in esame, i tratti salienti di questa specifica condotta illecita, dunque le varie questioni che, sia in giurisprudenza che in dottrina, hanno interessato il delitto in discussione. Di particolare interesse sarà la falsificazione del bilancio d’esercizio che, di fatto, rappresenta la principale comunicazione sociale suscettibile di assumere rilevanza penale se falsificata. È stato riscontrato nella prassi operativa che il reato più comunemente commesso dagli amministratori, soprattutto nei momenti di difficoltà economico-finanziario, è quello derivante dall’occultamento della reale condizione dell’impresa. Nel secondo capitolo, verranno descritti i doveri e le connesse responsabilità degli amministratori, ovvero il ventaglio di norme che se disattese sono fioriere di responsabilità. Il terzo capitolo sarà dedicato alla disamina della bancarotta c.d. «impropria»; in particolare quella che assume maggiore rilevo ai fini di questo elaborato è la bancarotta societaria da falso in bilancio, ovvero quella particolare condotta dolosa che, perseguita dall’amministratore, cagiona o concorre a cagionare lo stato di dissesto della società. Più segnatamente si faranno delle considerazioni su un particolare caso: quello dell’amministratore che, manipolando il bilancio di esercizio, consente la prosecuzione dell’attività d’impresa, dunque non richiede la dichiarazione di fallimento. In conclusione, verranno analizzati gli indici e gli indicatori della crisi elaborati dal CNDCEC in base agli obiettivi perseguiti dal Legislatore della riforma fallimentare. In prima istanza si discuteranno le principali novità introdotte dal Codice della crisi, quali gli strumenti di allerta, l’adozione dei citati assetti e delle connesse problematiche, per poi sottolineare alcune possibili criticità sulla reale capacità degli indici circa l’effettiva tempestività con cui possano segnalare prontamente l’arrivo di una crisi e, alla luce delle considerazioni che si faranno, verranno anche indicati dei suggerimenti.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
937726_tesichiaragiorlando.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.42 MB
Formato Adobe PDF
1.42 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/81063