The neologism “sharenting,” which first appeared around 2010, is the result of the union of the English words “sharing,” meant here in the perspective of the Internet, and “parenting,” which can be literally translated as “parenting.” This term describes the practice by parents of sharing information, photos, videos and digital content about their children on social media. This paper first aims to highlight the various dimensions through which this phenomenon can be observed. Indeed, from the parents' side, issues such as creating financial gain, increasing numbers on social media or simply sharing information among one's parental “peers” emerge; these practices raise a number of questions, including awareness of the associated risks, parents' intentions and the question of morality, considering good or bad faith. On the children's side, on the other hand, the implications are many: social and psychological issues, potential future claims against parents, and the influence this practice may have in the dynamics of the parent-child relationship. Last, a mention goes to the presence and circulation of child pornography online, with a special look at the correlation there may be with the practice of sharenting. This will be followed by a review of the literature on the topic, which will try to identify the first appearances of the term, the evolution of the debate and the possible presence of a common thread or some main themes through which the topic has been studied. Finally, a research project will allow us to get into the practicalities of the issue. A study of a sample of parents will focus attention on awareness and perception of all the potential implications of the sharenting phenomenon. The goal is to understand, first, how these vary within the population and, second, whether there might be a deterrent that could change the respondents' view and behavior toward sharenting.
Il neologismo “sharenting”, che appare per la prima volta intorno al 2010, è il frutto dell’unione delle delle parole inglesi “sharing”, ovvero “condivisione” intesa qui nell’ottica di internet, e “parenting”, traducibile letteralmente con “genitorialità”. Questo termine descrive la pratica da parte dei genitori di condividere informazioni, foto, video e contenuti digitali riguardanti i propri figli sui social media. Il presente elaborato mira innanzitutto a mettere in luce le varie dimensioni attraverso le quali è possibile osservare questo fenomeno. Dal versante dei genitori emergono infatti tematiche come la creazione di guadagno economico, l’aumento dei numeri sui social media o la semplice condivisione di informazioni fra propri “pari” genitori; queste pratiche sollevano una serie di questioni, tra cui la consapevolezza dei rischi associati, le intenzioni dei genitori e la questione della morale, considerando la buona o mala fede. Sul versante dei figli, invece, le implicazioni sono molteplici: problematiche di natura sociale e psicologica, potenziali rivendicazioni future nei confronti dei genitori e l’influenza che tale pratica può avere nelle dinamiche del rapporto genitore-figlio. Per ultimo, una menzione va alla presenza e alla circolazione di materiale pedopornografico online, con uno sguardo particolare alla correlazione che vi può essere con la pratica dello sharenting. Seguirà poi una revisione della letteratura sul tema, che cercherà di individuare le prime apparizioni del termine, l’evoluzione del dibattito e l’eventuale presenza di un filo conduttore o di alcune tematiche principali attraverso le quali l’argomento è stato studiato. Infine, un progetto di ricerca permetterà di entrare nel pratico della questione. Uno studio su un campione di genitori porrà l’attenzione sulla consapevolezza e sulla percezione di tutte le potenziali implicazioni del fenomeno dello sharenting. L’obiettivo è comprendere, in primis, come queste variano all’interno della popolazione e, successivamente, se vi possa essere un deterrente in grado di modificare la visione e il comportamento degli intervistati nei confronti dello sharenting.
Sharenting: un'analisi teorica ed empirica del fenomeno dei genitori digitali
ROLANDO, FRANCESCO
2023/2024
Abstract
Il neologismo “sharenting”, che appare per la prima volta intorno al 2010, è il frutto dell’unione delle delle parole inglesi “sharing”, ovvero “condivisione” intesa qui nell’ottica di internet, e “parenting”, traducibile letteralmente con “genitorialità”. Questo termine descrive la pratica da parte dei genitori di condividere informazioni, foto, video e contenuti digitali riguardanti i propri figli sui social media. Il presente elaborato mira innanzitutto a mettere in luce le varie dimensioni attraverso le quali è possibile osservare questo fenomeno. Dal versante dei genitori emergono infatti tematiche come la creazione di guadagno economico, l’aumento dei numeri sui social media o la semplice condivisione di informazioni fra propri “pari” genitori; queste pratiche sollevano una serie di questioni, tra cui la consapevolezza dei rischi associati, le intenzioni dei genitori e la questione della morale, considerando la buona o mala fede. Sul versante dei figli, invece, le implicazioni sono molteplici: problematiche di natura sociale e psicologica, potenziali rivendicazioni future nei confronti dei genitori e l’influenza che tale pratica può avere nelle dinamiche del rapporto genitore-figlio. Per ultimo, una menzione va alla presenza e alla circolazione di materiale pedopornografico online, con uno sguardo particolare alla correlazione che vi può essere con la pratica dello sharenting. Seguirà poi una revisione della letteratura sul tema, che cercherà di individuare le prime apparizioni del termine, l’evoluzione del dibattito e l’eventuale presenza di un filo conduttore o di alcune tematiche principali attraverso le quali l’argomento è stato studiato. Infine, un progetto di ricerca permetterà di entrare nel pratico della questione. Uno studio su un campione di genitori porrà l’attenzione sulla consapevolezza e sulla percezione di tutte le potenziali implicazioni del fenomeno dello sharenting. L’obiettivo è comprendere, in primis, come queste variano all’interno della popolazione e, successivamente, se vi possa essere un deterrente in grado di modificare la visione e il comportamento degli intervistati nei confronti dello sharenting.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/8105