Since its domestication, the dog has played a fundamental role for men. The reasons that led me to deepen the figure of the dog in Ancient Egypt have a double nature. First, the interest in this animal, also I chose to deepen the figure of the dog because, in today's collective imagination, we tend to connect this civilization to cats. The research methodology was based on iconographic analysis and the study of archaeological texts, zoology and scientific analysis on mummies and canine remains. This thesis aims to show that dogs, as pets, were fundamental in society, in the religious sphere and in the economy of the country. The work is divided into four chapters: in the first chapter are listed the dog breeds residing in the territory and their physical characteristics still found in some contemporary species. In Ancient Egypt lived greyhounds of type A and B, different from each other only for the ears, which could be straight (type A) or drooping (type B), dogs of low size, mastiffs and stray dogs. In the second chapter an account is developed on the origins of the Egyptian dog, in fact only recently it has been possible to see that the dog descended from the wolf present in the territory. The dog appears in ancient Egyptian texts with two names: tzm and jw/jwjw. The dog played an important practical role outside the home - as it helped to catch the game during hunting trips - and in the domestic environment, where he defended the house and kept company to the master. Since the predynastic age, as a hunting dog is depicted the type A greyhound, later type B greyhounds will replace them. Otherwise, the companion or guard dog does not belong to specific breeds, they were chosen according to the tastes or diverse needs of their owners. Finally, parts of this animal were used for pharmaceutical and magical purposes. The third chapter focuses on mummified and non-mummified remains, present in cemeteries and private tombs. These beasts could belong to influential and wealthy people, cult workers or people of humble origins. Consequently, at their death they could be placed in their own tomb, in cemeteries or arranged in the same burial as the master. Underground cemeteries dedicated to the gods have been found where pilgrims brought their animals to mummify or adopted who lived in the temple. The largest cemetery, dedicated to Anubis, contains about seven million dogs and is based in Saqqara. In the fourth chapter, finally, an iconographic study is exhibited on the representation of the animal since the predynastic age on some artifacts, wall depictions, sculptural monuments and funerary objects. The news about them comes to us thanks to the few mummies and images found, these animals can be portrayed on artifacts for human or canine use. Dogs are best represented in hunting scenes and funerary stelae, depicted in different breeds and genders; in some finds the owner has taken care to make known to posterity the name or sex of the animal. The dog is depicted in a sitting position or under the chair, sometimes represented with the right proportion, always vigilant to the protection of its master.
Sin dal suo addomesticamento il cane ha avuto un ruolo fondamentale per gli uomini. Le ragioni che mi hanno portato ad approfondire la figura del cane nell’Antico Egitto hanno doppia natura. Innanzitutto, l’interesse nei confronti di questo animale , inoltre ho scelto di approfondire la figura del cane in quanto, nell’immaginario collettivo odierno, si tende a collegare questa civiltà essenzialmente ai gatti. La metodologia di ricerca si è basata principalmente sull’analisi iconografica e sullo studio di testi di archeologia, di zoologia e di analisi scientifiche su mummie e resti canini. Questa tesi intende dimostrare che i cani, in qualità di animali domestici erano fondamentali nella società, nell’ambito religioso e nell’economia del paese. L’elaborato è articolato in quattro capitoli: nel primo capitolo sono elencate le razze canine risiedenti sul territorio e le loro caratteristiche fisiche ancora riscontrabili in alcune specie contemporanee. Nell’Antico Egitto vivevano levrieri di tipo A e B, diversi tra di loro solo per le orecchie, le quali potevano essere dritte (tipo A) o cadenti (tipo B), cani di taglia bassa, mastini e cani randagi. Nel secondo capitolo viene sviluppato un resoconto sulle origini del cane egizio, infatti solo di recente si è potuto constatare che il cane discendesse dal lupo presente sul territorio. Il cane compare nei testi egiziani antichi con due nomi: tzm e jw/jwjw. Il cane ricopriva un ruolo pratico molto importante sia fuori casa - in quanto contribuiva a catturare la selvaggina durante le battute di caccia-, sia nell’ambito domestico, dove difendeva la casa e faceva compagnia al padrone. Sin dall’età predinastica, come cane da caccia viene raffigurato principalmente il levriero di tipo A, successivamente saranno rimpiazzati unicamente dai levrieri di tipo B. Diversamente il cane da compagnia o da guardia non appartiene a razze precise, loro erano scelti in base ai gusti o alle diverse esigenze dei loro padroni. Infine, alcune parti dell’animale erano utilizzate a scopo farmaceutico e magico. Il terzo capitolo si concentra sui resti mummificati e non, presenti nei cimiteri e nelle tombe private. Queste bestie potevano appartenere a personaggi influenti e benestanti, ad addetti ai culti oppure a persone dalle umili origini. Di conseguenza alla loro morte questi potevano essere collocati in una tomba propria, nei cimiteri oppure disposti nella stessa sepoltura del padrone. Sono stati rinvenuti cimiteri sotterranei dedicati agli dèi presso i quali i pellegrini portavano i propri animali da mummificare oppure adottavano che viveva nel tempio. Il più grande cimitero, dedicato ad Anubi, contiene circa sette milioni di cani e ha sede a Saqqara. Nel quarto capitolo, infine, viene esposto uno studio iconografico sulla rappresentazione dell’animale sin dall’età predinastica su alcuni manufatti, raffigurazioni parietali, monumenti scultorei ed oggetti funerari. Le notizie su di loro ci giungono grazie alle poche mummie ed immagini ritrovate, questi animali possono essere ritratti su artefatti ad uso umano o canino. I cani sono maggiormente rappresentati nelle scene di caccia e nelle stele funerarie, raffigurati in razze e generi differenti; in alcuni ritrovamenti il padrone si è premurato di far conoscere ai posteri il nome o il sesso dell’animale. Il cane è raffigurato in posizione seduta oppure sotto la sedia, talvolta rappresentato con la giusta proporzione, sempre vigile attento alla salvaguardia del padrone.
Il cane nell'Antico Egitto come animale domestico, Uno studio iconografico
HODEA, FLORENTINA
2020/2021
Abstract
Sin dal suo addomesticamento il cane ha avuto un ruolo fondamentale per gli uomini. Le ragioni che mi hanno portato ad approfondire la figura del cane nell’Antico Egitto hanno doppia natura. Innanzitutto, l’interesse nei confronti di questo animale , inoltre ho scelto di approfondire la figura del cane in quanto, nell’immaginario collettivo odierno, si tende a collegare questa civiltà essenzialmente ai gatti. La metodologia di ricerca si è basata principalmente sull’analisi iconografica e sullo studio di testi di archeologia, di zoologia e di analisi scientifiche su mummie e resti canini. Questa tesi intende dimostrare che i cani, in qualità di animali domestici erano fondamentali nella società, nell’ambito religioso e nell’economia del paese. L’elaborato è articolato in quattro capitoli: nel primo capitolo sono elencate le razze canine risiedenti sul territorio e le loro caratteristiche fisiche ancora riscontrabili in alcune specie contemporanee. Nell’Antico Egitto vivevano levrieri di tipo A e B, diversi tra di loro solo per le orecchie, le quali potevano essere dritte (tipo A) o cadenti (tipo B), cani di taglia bassa, mastini e cani randagi. Nel secondo capitolo viene sviluppato un resoconto sulle origini del cane egizio, infatti solo di recente si è potuto constatare che il cane discendesse dal lupo presente sul territorio. Il cane compare nei testi egiziani antichi con due nomi: tzm e jw/jwjw. Il cane ricopriva un ruolo pratico molto importante sia fuori casa - in quanto contribuiva a catturare la selvaggina durante le battute di caccia-, sia nell’ambito domestico, dove difendeva la casa e faceva compagnia al padrone. Sin dall’età predinastica, come cane da caccia viene raffigurato principalmente il levriero di tipo A, successivamente saranno rimpiazzati unicamente dai levrieri di tipo B. Diversamente il cane da compagnia o da guardia non appartiene a razze precise, loro erano scelti in base ai gusti o alle diverse esigenze dei loro padroni. Infine, alcune parti dell’animale erano utilizzate a scopo farmaceutico e magico. Il terzo capitolo si concentra sui resti mummificati e non, presenti nei cimiteri e nelle tombe private. Queste bestie potevano appartenere a personaggi influenti e benestanti, ad addetti ai culti oppure a persone dalle umili origini. Di conseguenza alla loro morte questi potevano essere collocati in una tomba propria, nei cimiteri oppure disposti nella stessa sepoltura del padrone. Sono stati rinvenuti cimiteri sotterranei dedicati agli dèi presso i quali i pellegrini portavano i propri animali da mummificare oppure adottavano che viveva nel tempio. Il più grande cimitero, dedicato ad Anubi, contiene circa sette milioni di cani e ha sede a Saqqara. Nel quarto capitolo, infine, viene esposto uno studio iconografico sulla rappresentazione dell’animale sin dall’età predinastica su alcuni manufatti, raffigurazioni parietali, monumenti scultorei ed oggetti funerari. Le notizie su di loro ci giungono grazie alle poche mummie ed immagini ritrovate, questi animali possono essere ritratti su artefatti ad uso umano o canino. I cani sono maggiormente rappresentati nelle scene di caccia e nelle stele funerarie, raffigurati in razze e generi differenti; in alcuni ritrovamenti il padrone si è premurato di far conoscere ai posteri il nome o il sesso dell’animale. Il cane è raffigurato in posizione seduta oppure sotto la sedia, talvolta rappresentato con la giusta proporzione, sempre vigile attento alla salvaguardia del padrone.File | Dimensione | Formato | |
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