La memoria di un singolo uomo presenta delle forti limitazioni che consistono nell'egocentrismo, capace di fargli percepire in maniera distorta la realtà, e nella sua mortalità, che porterà un ricordo a perdersi, inevitabilmente. In grado di superare questi limiti, può essere la memoria collettiva invece, ovvero la motivata necessità di raccogliere ciò che rimane di uomo per renderlo immortale. Oggi questo sarà il nostro impegno: la raccolta e la ricerca delle testimonianze di ciò che fu uno dei più grandi professionisti del teatro italiano del Novecento, Salvatore Randone. Attore, mattatore, degno di essere ricordato per il suo lavoro su quei palcoscenici che dominò con la sue capacità espressive. Prenderemo in esame dapprima la sua biografia che ci permetterà di riavvolgere il nastro delle sue vicende così da circoscrivere il contesto storico e personale. In seguito procederemo con l’introduzione alla fonte fondamentale da dove giungono a noi una parte significativa delle testimonianze: la rivista di critica teatrale Il Dramma. Grazie agli articoli scritti dai giornalisti e critici, ci sarà possibile ricostruire anche nel dettaglio le scenografie, le compagnie, i testi e le modalità con le quali la professionalità e l’arte di Randone ebbero occasione di esprimersi. Dopo aver tirato delle conclusioni su tematiche ricorrenti e dopo aver preso coscienza delle interpretazioni teatrali dell’attore, ricostruiremo in egual maniera le interpretazioni televisive, altro strumento a servizio della sua espressione; strumento nuovo per l’epoca con il quale Randone dovrà prendere le misure ed adattare il proprio lavoro.

Tra teatro e televisione: Salvo Randone e 'Il Dramma'

COSENTINO, GIACOMO
2020/2021

Abstract

La memoria di un singolo uomo presenta delle forti limitazioni che consistono nell'egocentrismo, capace di fargli percepire in maniera distorta la realtà, e nella sua mortalità, che porterà un ricordo a perdersi, inevitabilmente. In grado di superare questi limiti, può essere la memoria collettiva invece, ovvero la motivata necessità di raccogliere ciò che rimane di uomo per renderlo immortale. Oggi questo sarà il nostro impegno: la raccolta e la ricerca delle testimonianze di ciò che fu uno dei più grandi professionisti del teatro italiano del Novecento, Salvatore Randone. Attore, mattatore, degno di essere ricordato per il suo lavoro su quei palcoscenici che dominò con la sue capacità espressive. Prenderemo in esame dapprima la sua biografia che ci permetterà di riavvolgere il nastro delle sue vicende così da circoscrivere il contesto storico e personale. In seguito procederemo con l’introduzione alla fonte fondamentale da dove giungono a noi una parte significativa delle testimonianze: la rivista di critica teatrale Il Dramma. Grazie agli articoli scritti dai giornalisti e critici, ci sarà possibile ricostruire anche nel dettaglio le scenografie, le compagnie, i testi e le modalità con le quali la professionalità e l’arte di Randone ebbero occasione di esprimersi. Dopo aver tirato delle conclusioni su tematiche ricorrenti e dopo aver preso coscienza delle interpretazioni teatrali dell’attore, ricostruiremo in egual maniera le interpretazioni televisive, altro strumento a servizio della sua espressione; strumento nuovo per l’epoca con il quale Randone dovrà prendere le misure ed adattare il proprio lavoro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/81000