In Europa sono presenti 14 generi di urodeli, appartenenti alle quattro famiglie Hynobiidae, Proteidae, Plethodontidae e Salamandridae. La maggiore diversità sul continente è, tuttavia, rappresentata dai salamandridi, che contano undici generi europei. In questo gruppo vengono comunemente riconosciute due tribù: le vere salamandre (Chioglossa, Lyciasalamandra e Salamandra) e i tritoni, un tempo comprendenti i due generi Euproctus e Triturus, oggi sulla base di dati molecolari suddivisi in diversi generi. Questo lavoro si prefigge di analizzare il record fossile dei tritoni italiani (generi Ichthyosaura, Lissotriton e Triturus, precedentemente considerati tutti come appartenenti al genere Triturus), concentrandosi in particolare sull’osteologia di Ichthyosaura e Lissotriton, ampiamente diffusi nel centro e sud dell’Europa. Questi due generi sono facilmente distinguibili dal genere Triturus sulla base delle dimensioni e della morfologia generale della vertebra, mentre la distinzione tra di essi è problematica e attualmente non esiste una diagnosi univoca che permetta di identificare vertebre del tronco fossili come appartenenti all’uno o all’altro genere. Sulla base di materiale osteologico attuale (7 individui del genere Ichthyosaura e 12 del genere Lissotriton), sono state osservate le frequenze di quattordici caratteri morfologici e la loro variazione lungo la colonna vertebrale del singolo individuo e all’interno di specie e generi. I caratteri che sono stati identificati come meno variabili sono quelli maggiormente diagnostici per i due generi: l’andamento dei margini mediali delle prezigapofisi, carattere diagnostico principale, e inclinazione della cresta neurale posteriore in visione laterale, anch’esso carattere diagnostico ma meno attendibile del precedente secondo le osservazioni effettuate. Le informazioni ottenute grazie all’analisi del materiale attuale sono state utilizzate nella seconda parte della tesi per rivalutare l’assegnazione generica di resti fossili provenienti dal sito di Cava Pirro (Pleistocene Inferiore del Gargano, Puglia). In precedenza, Delfino e Bailon (2000) avevano riferito alcuni resti (vertebre del tronco) provenienti da Cava dell’Erba (appartenente anch’essa al complesso di Pirro Nord) ad entrambi questi generi. Il recente ritrovamento di nuovo materiale da questa località e l’analisi comparativa del materiale di confronto attuale ha permesso di escludere la presenza di Ichthyosaura dal sito e di attribuire tutti i fossili al taxon Lissotriton. In seguito, è stata effettuata un’analisi filogenetica su base morfologica, inserendo 14 caratteri osservati delle vertebre fossili e 32 del complesso otico-occipitale rivenute a Cava Pirro in una matrice di dati (costruita tramite il programma Mesquite) che include tutti i salamandridi europei e i distretti scheletrici capsula otica, atlante e vertebre. L’analisi filogenetica, effettuata tramite TNT, ha confermato che i fossili di Pirro appartengono al clade dei tritoni, non permettendo tuttavia una maggiore risoluzione del clade.
Osteologia, filogenesi e record paleontologico dei tritoni italiani
CASTROVILLI, MARIA
2020/2021
Abstract
In Europa sono presenti 14 generi di urodeli, appartenenti alle quattro famiglie Hynobiidae, Proteidae, Plethodontidae e Salamandridae. La maggiore diversità sul continente è, tuttavia, rappresentata dai salamandridi, che contano undici generi europei. In questo gruppo vengono comunemente riconosciute due tribù: le vere salamandre (Chioglossa, Lyciasalamandra e Salamandra) e i tritoni, un tempo comprendenti i due generi Euproctus e Triturus, oggi sulla base di dati molecolari suddivisi in diversi generi. Questo lavoro si prefigge di analizzare il record fossile dei tritoni italiani (generi Ichthyosaura, Lissotriton e Triturus, precedentemente considerati tutti come appartenenti al genere Triturus), concentrandosi in particolare sull’osteologia di Ichthyosaura e Lissotriton, ampiamente diffusi nel centro e sud dell’Europa. Questi due generi sono facilmente distinguibili dal genere Triturus sulla base delle dimensioni e della morfologia generale della vertebra, mentre la distinzione tra di essi è problematica e attualmente non esiste una diagnosi univoca che permetta di identificare vertebre del tronco fossili come appartenenti all’uno o all’altro genere. Sulla base di materiale osteologico attuale (7 individui del genere Ichthyosaura e 12 del genere Lissotriton), sono state osservate le frequenze di quattordici caratteri morfologici e la loro variazione lungo la colonna vertebrale del singolo individuo e all’interno di specie e generi. I caratteri che sono stati identificati come meno variabili sono quelli maggiormente diagnostici per i due generi: l’andamento dei margini mediali delle prezigapofisi, carattere diagnostico principale, e inclinazione della cresta neurale posteriore in visione laterale, anch’esso carattere diagnostico ma meno attendibile del precedente secondo le osservazioni effettuate. Le informazioni ottenute grazie all’analisi del materiale attuale sono state utilizzate nella seconda parte della tesi per rivalutare l’assegnazione generica di resti fossili provenienti dal sito di Cava Pirro (Pleistocene Inferiore del Gargano, Puglia). In precedenza, Delfino e Bailon (2000) avevano riferito alcuni resti (vertebre del tronco) provenienti da Cava dell’Erba (appartenente anch’essa al complesso di Pirro Nord) ad entrambi questi generi. Il recente ritrovamento di nuovo materiale da questa località e l’analisi comparativa del materiale di confronto attuale ha permesso di escludere la presenza di Ichthyosaura dal sito e di attribuire tutti i fossili al taxon Lissotriton. In seguito, è stata effettuata un’analisi filogenetica su base morfologica, inserendo 14 caratteri osservati delle vertebre fossili e 32 del complesso otico-occipitale rivenute a Cava Pirro in una matrice di dati (costruita tramite il programma Mesquite) che include tutti i salamandridi europei e i distretti scheletrici capsula otica, atlante e vertebre. L’analisi filogenetica, effettuata tramite TNT, ha confermato che i fossili di Pirro appartengono al clade dei tritoni, non permettendo tuttavia una maggiore risoluzione del clade.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/80911