The dynamics of industrialization and urban drift, especially after the Second World War, gave rise to domestic migration in Italy, bringing about an unequal distribution of people across the country. While urban areas were growing, a more or less gradual depopulation was observed in the mountains, foothills and islands. Today the “structure abandonment” of these areas can be traced in the neglected landscapes and the downfall of the local socio-economic, infrastructural and cultural contexts. In the so-called inland areas – marginal areas compared to the most populated centres –there is a “settlement disadvantage”: the precarious living conditions for those who are staying in the very same place. A telling case regards the Western Alps, even more so than on the Eastern side. The years 1871 to 1951 a massive migration from the mountains affected both the Italian and French alpine regions, including the surrounding territories. The “too much empty space”, however, turns out to be “a fertile ground” for rethinking development and sustainable cohabitation between human and natural habitats. In recent decades, alternatives to depopulation have been observed in many areas of the Western Alps. The phenomenon of “the new mountaineers” – even though representing a small-case trend – is culturally significant: it tells of individual re-discovering, of multiculturalism, of revitalization of local material and intangible heritage, such as historically recorded crops that had been abandoned over the years. This framework, however, cannot be applied to all the Western Alpine regions. In Piedmont, for example, the Valle Gesso (Gesso Valley) is still being affected by a demographic instability, other than increasingly ordinary hydrogeological disruptions. The case study of this dissertation, Sant'Anna di Valdieri, is an Alpine hamlet located at 1,000 metres above sea level. The very small number of permanent inhabitants tells of a marginality – both geographical and infrastructural – that requires great adaptability. Yet Sant'Anna boasts a unique historical and natural heritage, being preserved at institutional level, by the Ente di Gestione Aree Protette Alpi Marittime (Alpi Marittime Protected Areas Management Board) and the municipality of Valdieri. The presence of the Ecomuseum involves the community of Sant’Anna and of the entire Valle Gesso, recognising its main agency in the revival of knowledge and know-how. The cooperation has led to the valorization of rye growing – albeit on a small scale – and of the festivals celebrating the community and its roots. This collective commitment has created the “fertile land” for the opening of accommodation facilities in Sant’Anna di Valdieri, attracting a large number of tourists and visitors, both to the upper and lower Gesso Valley. The final chapter of this dissertation deals with the recent entrepreneurial crisis, which has raised critical issues regarding the dialogue between public and private subjects. The field work has allowed to assess the need for a cooperative strategy among the local stakeholders, facilitating a return on investment in the long term. This model can be extended beyond the Piedmontese Valley and applied at a national scale. The concept of “multilevel governance” refers to the need for a place-based strategy, in order to face territorial inequalities and recreate the preconditions to live in a marginal area. Future research will allow to record the evolving dynamics in the Western Alps, highlighting opportunities and threats.

Le dinamiche di industrializzazione e inurbamento, specie nel secondo dopoguerra, hanno avviato processi migratori interni, ridefinendo gli equilibri demografici sul territorio italiano. Alla crescita dei centri urbani si è contrapposto uno spopolamento – più o meno graduale – delle aree montane, pedemontane e insulari. L’abbandono strutturale di queste aree oggi si legge nell’impoverimento del patrimonio ambientale, nella disgregazione del contesto socioeconomico, infrastrutturale e culturale locale. Nelle cosiddette aree interne, marginali rispetto ai centri abitati, si riscontra un “disagio insediativo”: la difficoltà, per chi è rimasto, di continuare ad abitare quel territorio. Un caso eloquente si osserva presso le Alpi occidentali, ancor più che sul versante alpino orientale. Tra il 1871 e il 1951 un massiccio esodo montano ha investito tanto il fronte italiano come quello francese, compromettendo anche i territori circostanti. Il “troppo vuoto”, però, può diventare terreno fertile per ripensare lo sviluppo e la coabitazione sostenibile tra uomo e ambiente. Negli ultimi decenni in molte aree delle Alpi occidentali si sono presentate alternative di contrasto allo spopolamento. Il fenomeno dei nuovi montanari, quantitativamente esiguo e non omogeneo, è però culturalmente significativo: racconta di progetti di ritorno, di multiculturalismo, di ri-scoperta del patrimonio materiale e immateriale locale, come la ripresa di colture storicamente documentate ma abbandonate nel tempo. Il quadro però non è valido per l’intero arco alpino occidentale. In Piemonte, ad esempio, la Valle Gesso è tuttora vulnerabile allo squilibrio demografico, oltre a dover far fronte ai sempre più ordinari dissesti idrogeologici. In questo contesto vallivo si colloca il caso di studio della presente dissertazione: Sant’Anna di Valdieri, un borgo alpino collocato ai 1000 metri s.l.m. L’esiguo numero di abitanti in pianta stabile racconta di una marginalità di tipo geofisico e infrastrutturale, che richiedono grande capacità di adattamento. Nonostante ciò, Sant’Anna vanta un patrimonio storico e paesaggistico unico, preservati dagli investimenti dell’Ente di Gestione Aree Protette Alpi Marittime e dell’amministrazione comunale. La presenza dell’Ecomuseo pone al centro la comunità di Sant’Anna e della Valle Gesso tutta, riconoscendone il principale agent nel recupero dei saperi e dei saper fare. Un risultato significativo è dato dalla valorizzazione della coltura della segale – seppur su piccola scala – e delle feste in cui la comunità rievoca le proprie radici identitarie. Si è inoltre creato un contesto favorevole all’apertura di strutture ricettive a Sant’Anna di Valdieri, che attirano un gran numero di turisti e visitatori, in alta e bassa Valle Gesso. Nel capitolo finale della tesi, si analizza la recente crisi sul piano imprenditoriale, che ha sollevato alcune criticità nel dialogo tra privato e pubblico. Dalle interviste sul campo è emerso il bisogno di adottare una strategia di cooperazione tra gli stakeholders locali, per preservare quanto finora si è conquistato, favorendo un ritorno dell’investimento sul lungo periodo. Tale logica può essere estesa oltre i confini della Valle piemontese, per essere applicata al territorio nazionale. Il concetto di “governance multivello” richiama la necessità di “calarsi” nel territorio per poter intervenire strategicamente, riducendo le disuguaglianze territoriali e ricreando le condizioni di abitabilità nelle aree marginali. Future ricerche consentiranno di tracciare l’evoluzione delle dinamiche in corso presso l’arco alpino occidentale, evidenziandone opportunità e rischi.

Indagare la marginalità nell'arco alpino occidentale: cause, sfide, opportunità e strategie. Il caso di Sant'Anna di Valdieri

GENESIO, ALICE
2023/2024

Abstract

Le dinamiche di industrializzazione e inurbamento, specie nel secondo dopoguerra, hanno avviato processi migratori interni, ridefinendo gli equilibri demografici sul territorio italiano. Alla crescita dei centri urbani si è contrapposto uno spopolamento – più o meno graduale – delle aree montane, pedemontane e insulari. L’abbandono strutturale di queste aree oggi si legge nell’impoverimento del patrimonio ambientale, nella disgregazione del contesto socioeconomico, infrastrutturale e culturale locale. Nelle cosiddette aree interne, marginali rispetto ai centri abitati, si riscontra un “disagio insediativo”: la difficoltà, per chi è rimasto, di continuare ad abitare quel territorio. Un caso eloquente si osserva presso le Alpi occidentali, ancor più che sul versante alpino orientale. Tra il 1871 e il 1951 un massiccio esodo montano ha investito tanto il fronte italiano come quello francese, compromettendo anche i territori circostanti. Il “troppo vuoto”, però, può diventare terreno fertile per ripensare lo sviluppo e la coabitazione sostenibile tra uomo e ambiente. Negli ultimi decenni in molte aree delle Alpi occidentali si sono presentate alternative di contrasto allo spopolamento. Il fenomeno dei nuovi montanari, quantitativamente esiguo e non omogeneo, è però culturalmente significativo: racconta di progetti di ritorno, di multiculturalismo, di ri-scoperta del patrimonio materiale e immateriale locale, come la ripresa di colture storicamente documentate ma abbandonate nel tempo. Il quadro però non è valido per l’intero arco alpino occidentale. In Piemonte, ad esempio, la Valle Gesso è tuttora vulnerabile allo squilibrio demografico, oltre a dover far fronte ai sempre più ordinari dissesti idrogeologici. In questo contesto vallivo si colloca il caso di studio della presente dissertazione: Sant’Anna di Valdieri, un borgo alpino collocato ai 1000 metri s.l.m. L’esiguo numero di abitanti in pianta stabile racconta di una marginalità di tipo geofisico e infrastrutturale, che richiedono grande capacità di adattamento. Nonostante ciò, Sant’Anna vanta un patrimonio storico e paesaggistico unico, preservati dagli investimenti dell’Ente di Gestione Aree Protette Alpi Marittime e dell’amministrazione comunale. La presenza dell’Ecomuseo pone al centro la comunità di Sant’Anna e della Valle Gesso tutta, riconoscendone il principale agent nel recupero dei saperi e dei saper fare. Un risultato significativo è dato dalla valorizzazione della coltura della segale – seppur su piccola scala – e delle feste in cui la comunità rievoca le proprie radici identitarie. Si è inoltre creato un contesto favorevole all’apertura di strutture ricettive a Sant’Anna di Valdieri, che attirano un gran numero di turisti e visitatori, in alta e bassa Valle Gesso. Nel capitolo finale della tesi, si analizza la recente crisi sul piano imprenditoriale, che ha sollevato alcune criticità nel dialogo tra privato e pubblico. Dalle interviste sul campo è emerso il bisogno di adottare una strategia di cooperazione tra gli stakeholders locali, per preservare quanto finora si è conquistato, favorendo un ritorno dell’investimento sul lungo periodo. Tale logica può essere estesa oltre i confini della Valle piemontese, per essere applicata al territorio nazionale. Il concetto di “governance multivello” richiama la necessità di “calarsi” nel territorio per poter intervenire strategicamente, riducendo le disuguaglianze territoriali e ricreando le condizioni di abitabilità nelle aree marginali. Future ricerche consentiranno di tracciare l’evoluzione delle dinamiche in corso presso l’arco alpino occidentale, evidenziandone opportunità e rischi.
Exploring marginality in the Western Alps: causes, challenges, opportunities and strategies. The case study of Sant'Anna di Valdieri
The dynamics of industrialization and urban drift, especially after the Second World War, gave rise to domestic migration in Italy, bringing about an unequal distribution of people across the country. While urban areas were growing, a more or less gradual depopulation was observed in the mountains, foothills and islands. Today the “structure abandonment” of these areas can be traced in the neglected landscapes and the downfall of the local socio-economic, infrastructural and cultural contexts. In the so-called inland areas – marginal areas compared to the most populated centres –there is a “settlement disadvantage”: the precarious living conditions for those who are staying in the very same place. A telling case regards the Western Alps, even more so than on the Eastern side. The years 1871 to 1951 a massive migration from the mountains affected both the Italian and French alpine regions, including the surrounding territories. The “too much empty space”, however, turns out to be “a fertile ground” for rethinking development and sustainable cohabitation between human and natural habitats. In recent decades, alternatives to depopulation have been observed in many areas of the Western Alps. The phenomenon of “the new mountaineers” – even though representing a small-case trend – is culturally significant: it tells of individual re-discovering, of multiculturalism, of revitalization of local material and intangible heritage, such as historically recorded crops that had been abandoned over the years. This framework, however, cannot be applied to all the Western Alpine regions. In Piedmont, for example, the Valle Gesso (Gesso Valley) is still being affected by a demographic instability, other than increasingly ordinary hydrogeological disruptions. The case study of this dissertation, Sant'Anna di Valdieri, is an Alpine hamlet located at 1,000 metres above sea level. The very small number of permanent inhabitants tells of a marginality – both geographical and infrastructural – that requires great adaptability. Yet Sant'Anna boasts a unique historical and natural heritage, being preserved at institutional level, by the Ente di Gestione Aree Protette Alpi Marittime (Alpi Marittime Protected Areas Management Board) and the municipality of Valdieri. The presence of the Ecomuseum involves the community of Sant’Anna and of the entire Valle Gesso, recognising its main agency in the revival of knowledge and know-how. The cooperation has led to the valorization of rye growing – albeit on a small scale – and of the festivals celebrating the community and its roots. This collective commitment has created the “fertile land” for the opening of accommodation facilities in Sant’Anna di Valdieri, attracting a large number of tourists and visitors, both to the upper and lower Gesso Valley. The final chapter of this dissertation deals with the recent entrepreneurial crisis, which has raised critical issues regarding the dialogue between public and private subjects. The field work has allowed to assess the need for a cooperative strategy among the local stakeholders, facilitating a return on investment in the long term. This model can be extended beyond the Piedmontese Valley and applied at a national scale. The concept of “multilevel governance” refers to the need for a place-based strategy, in order to face territorial inequalities and recreate the preconditions to live in a marginal area. Future research will allow to record the evolving dynamics in the Western Alps, highlighting opportunities and threats.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/8086