The study aims to analyze two post-World War I exhibitions: the Exhibition of Italian art 1200-1900 at Burlington House, London, 1930, and the Exposition de l’Art Italien de Cimabue à Tiepolo, at the Parisian Petit Palais in 1935. The dissertation is divided into two parts, further subdivided into five chapters: The first chapter focuses on the opening day of the exhibitions, the dignitaries involved and their statements to understand each other's reasons and circumstances in a wider way. The second chapter traces the circumstances that led to the idea of the exhibitions. It explains the relationship between the Committees and the complex set of problems and difficulties they had to confront through the years. The third chapter describes the relationship between the involved countries, the motives after rejections and concessions from third parties and the fundamental role of the politic. The fourth chapter analyzes the catalogue and the display: both are fundamental instruments to understand the Committee's choices about the exposed masterpieces in the context of their propagandistic use by the Fascist regime. In the end, the five chapter studies the reviews from newspapers and scientific journals. The thesis aims to identify the general context, with a specific focus on the Italian one to understand how and why the regime chose to use art as a propaganda tool. The purpose is to recognize how politics and social-cultural background interact and affect the two exhibitions. Furthermore, the dissertation studies the reasons for their propagandistic use in the context of visual art's exploitation to create a climate of consent by the Fascist regime. The research wants to examine the two exhibitions to show and compare differences and similarities to contextualize them in their political and social-cultural background. The last part collects the work tools: it includes the bibliography, the photographic appendix, the inventories of the masterpieces involved and the lists of the Committee's members.
Lo studio si propone l’analisi di due mostre del primo dopoguerra: Exhibition of italian art 1200-1900, tenutasi a Burlington House, Londra, 1930, e Exposition de l’Art italien de Cimabue à Tiepolo, svoltasi nelle sale del Petit Palais di Parigi nel 1935. La ricerca prende avvio con il racconto delle due esposizioni. La tesi si compone di due sezioni principali, entrambe formate da cinque capitoli speculari in cui si indagano diversi elementi: il primo capitolo si concentra sull’inaugurazione, le personalità che vi parteciparono e le loro dichiarazioni in merito, allo scopo di comprendere in modo più ampio le motivazioni delle due esposizioni e i rispettivi contesti, grazie al materiale consultato e raccolto; i movimenti preparatori sono il focus del secondo capitolo, con lo scopo di raccontare le circostanze che condussero all’idea della mostra e alla sua realizzazione e di presentare l’insieme di relazioni, problematiche e difficoltà che i Comitati preposti all’organizzazione dovettero affrontare nel corso degli anni che precedettero l’evento stesso. Inoltre, aveva lo scopo di delineare un profilo delle relazioni tra i paesi coinvolti, il complesso coacervo di reazioni e motivazioni dietro a rifiuti e concessioni da parte dei paesi terzi e il modo in cui la politica vi giocò un ruolo fondamentale. Il quarto capitolo si concentra su catalogo e display, ripercorso stanza per stanza per entrambe le esposizioni, fondamentali per comprendere le scelte dei due Comitati in materia di opere esposte, analizzarne le motivazioni nel più ampio contesto dell’uso propagandistico delle mostre temporanee a opera del regime fascista. In fine, il capitolo cinque lascia spazio all’analisi delle recensioni comparse sui giornali specialistici e sui quotidiani di entrambi i paesi per comprendere l’impatto e la risonanza data ai due eventi. Lo studio si propone inoltre di individuare il contesto in cui vengono organizzate, con un focus specifico su quello italiano, per comprendere come e perché il regime fascista decise di usare l’arte italiana come strumento di propaganda al di fuori dei confini nazionali. Lo scopo è quello di individuare il modo in cui la politica e il contesto socio-culturale interagiscono e influenzano le due esposizioni. Inoltre, si vuole riconoscere e studiare le motivazioni del loro uso propagandistico: non solo nel più ampio contesto dello sfruttamento delle arti visive per creare un clima di consenso da parte del Fascismo che sostituisse violenza, intimidazioni e terrore, ma anche come strumento capace di aiutare le mire espansionistiche del Duce nello scacchiere internazionale. Inoltre, la ricerca si pone come obiettivo il paragone delle due esposizioni per individuare le somiglianze e le differenze, per cercare di spiegare le origini di entrambe e contestualizzarle nel contesto politico, sociale e culturale di riferimento. L’ultima parte della tesi raccoglie gli strumenti del lavoro: vi sono incluse bibliografia e appendice fotografica, che si sono rivelate fondamentali per la compilazione dello studio, l’inventario delle opere esposte e gli elenchi dei membri dei comitati organizzativi italiani, francesi e inglesi.
Arte di Stato – Londra, 1930, e Parigi, 1935: le mostre d’arte italiana tra le due guerre come strumento al servizio del regime.
CRESTA, ALICE
2020/2021
Abstract
Lo studio si propone l’analisi di due mostre del primo dopoguerra: Exhibition of italian art 1200-1900, tenutasi a Burlington House, Londra, 1930, e Exposition de l’Art italien de Cimabue à Tiepolo, svoltasi nelle sale del Petit Palais di Parigi nel 1935. La ricerca prende avvio con il racconto delle due esposizioni. La tesi si compone di due sezioni principali, entrambe formate da cinque capitoli speculari in cui si indagano diversi elementi: il primo capitolo si concentra sull’inaugurazione, le personalità che vi parteciparono e le loro dichiarazioni in merito, allo scopo di comprendere in modo più ampio le motivazioni delle due esposizioni e i rispettivi contesti, grazie al materiale consultato e raccolto; i movimenti preparatori sono il focus del secondo capitolo, con lo scopo di raccontare le circostanze che condussero all’idea della mostra e alla sua realizzazione e di presentare l’insieme di relazioni, problematiche e difficoltà che i Comitati preposti all’organizzazione dovettero affrontare nel corso degli anni che precedettero l’evento stesso. Inoltre, aveva lo scopo di delineare un profilo delle relazioni tra i paesi coinvolti, il complesso coacervo di reazioni e motivazioni dietro a rifiuti e concessioni da parte dei paesi terzi e il modo in cui la politica vi giocò un ruolo fondamentale. Il quarto capitolo si concentra su catalogo e display, ripercorso stanza per stanza per entrambe le esposizioni, fondamentali per comprendere le scelte dei due Comitati in materia di opere esposte, analizzarne le motivazioni nel più ampio contesto dell’uso propagandistico delle mostre temporanee a opera del regime fascista. In fine, il capitolo cinque lascia spazio all’analisi delle recensioni comparse sui giornali specialistici e sui quotidiani di entrambi i paesi per comprendere l’impatto e la risonanza data ai due eventi. Lo studio si propone inoltre di individuare il contesto in cui vengono organizzate, con un focus specifico su quello italiano, per comprendere come e perché il regime fascista decise di usare l’arte italiana come strumento di propaganda al di fuori dei confini nazionali. Lo scopo è quello di individuare il modo in cui la politica e il contesto socio-culturale interagiscono e influenzano le due esposizioni. Inoltre, si vuole riconoscere e studiare le motivazioni del loro uso propagandistico: non solo nel più ampio contesto dello sfruttamento delle arti visive per creare un clima di consenso da parte del Fascismo che sostituisse violenza, intimidazioni e terrore, ma anche come strumento capace di aiutare le mire espansionistiche del Duce nello scacchiere internazionale. Inoltre, la ricerca si pone come obiettivo il paragone delle due esposizioni per individuare le somiglianze e le differenze, per cercare di spiegare le origini di entrambe e contestualizzarle nel contesto politico, sociale e culturale di riferimento. L’ultima parte della tesi raccoglie gli strumenti del lavoro: vi sono incluse bibliografia e appendice fotografica, che si sono rivelate fondamentali per la compilazione dello studio, l’inventario delle opere esposte e gli elenchi dei membri dei comitati organizzativi italiani, francesi e inglesi.File | Dimensione | Formato | |
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