Sebbene ci sia stata una grande quantità di ricerche condotte sugli autori di reati sessuali, la maggior parte degli studi si sono concentrati sui perpetratori maschi. Infatti, nonostante ci sia una crescente consapevolezza pubblica degli autori di reato sessuale di sesso femminile, continua ad esserci una scarsità di ricerche sulle caratteristiche psicologiche e comportamentali delle donne (Miller, Turner, & Henderson, 2009; Wijkman, Bijleveld, & Hendriks, 2010). Secondo l’opinione generale, sono presenti pochi studi sulle donne a causa del piccolo numero di criminali identificate o riconosciute come tali (Pflugradt & Allen, 2010). Questi limiti risultano essere maggiormente rilevanti per individuare i sottotipi di donne autrici di reati, come quelli i cui reati coinvolgono il sadismo sessuale. Le ragioni di questo scarso riconoscimento delle autrici di reati femminili sono molteplici e legate a differenti aspetti, sebbene quelle più comuni sembrino essere legate a fattori socioculturali associati a pregiudizi e stereotipi sessuali (Logan, 2008; Strickland, 2008). Nella società attuale, infatti, vi è una tendenza ad attribuire all’uomo un’aggressività ed una violenza fisica, al contrario delle donne, le quali sembrerebbe utilizzino un’aggressività ed una violenza più verbale che fisica (McLeod, 2011). Un altro fattore che può contribuire a tutto ciò è relativo alla propensione ad assumere che gli stessi criteri che si utilizzano per identificare il comportamento criminale maschile, possano essere applicabili anche a quello femminile (Blanchette & Brown, 2006). Tuttavia, ricerche più recenti sottolineano come ci siano sia alcune analogie tra il comportamento criminale maschile e quello femminile, sia differenze significative tra gli stessi (Cortoni & Gannon, 2011). Lo scopo del presente lavoro è stato quello di analizzare dapprima le componenti principali su cui si fonda il sadismo sessuale attraverso le ricerche e le teorizzazioni formulate sull'argomento dai maggiori studiosi e ricercatori che si sono occupati dello studio di tale fenomeno, per poi successivamente confrontarle con quelle tipiche e ricorrenti riscontrate nel sadismo sessuale femminile e applicate a casi reali di serial killer sadiche descritte da autori che hanno documentato la loro storia. L’importanza e l’innovazione di questo studio consiste nell’aver scelto come strumento per analizzare in modo estremamente dettagliato tale fenomeno la “Grounded Theory Analysis”. Quest’ultima basandosi su un approccio empiricamente derivato, ha permesso agli autori di fornire una descrizione sistematica e organizzata di un piccolo numero di casi e di riuscire ad identificare le caratteristiche psicologiche e i patterns comportamentali delle donne sessualmente sadiche che non sono attualmente inclusi nei criteri diagnostici della quinta edizione del DSM.
Il sadismo sessuale femminile: il caso della coppia Gwendolyn Graham e Catherine Wood
PANSINI, DORIANA
2020/2021
Abstract
Sebbene ci sia stata una grande quantità di ricerche condotte sugli autori di reati sessuali, la maggior parte degli studi si sono concentrati sui perpetratori maschi. Infatti, nonostante ci sia una crescente consapevolezza pubblica degli autori di reato sessuale di sesso femminile, continua ad esserci una scarsità di ricerche sulle caratteristiche psicologiche e comportamentali delle donne (Miller, Turner, & Henderson, 2009; Wijkman, Bijleveld, & Hendriks, 2010). Secondo l’opinione generale, sono presenti pochi studi sulle donne a causa del piccolo numero di criminali identificate o riconosciute come tali (Pflugradt & Allen, 2010). Questi limiti risultano essere maggiormente rilevanti per individuare i sottotipi di donne autrici di reati, come quelli i cui reati coinvolgono il sadismo sessuale. Le ragioni di questo scarso riconoscimento delle autrici di reati femminili sono molteplici e legate a differenti aspetti, sebbene quelle più comuni sembrino essere legate a fattori socioculturali associati a pregiudizi e stereotipi sessuali (Logan, 2008; Strickland, 2008). Nella società attuale, infatti, vi è una tendenza ad attribuire all’uomo un’aggressività ed una violenza fisica, al contrario delle donne, le quali sembrerebbe utilizzino un’aggressività ed una violenza più verbale che fisica (McLeod, 2011). Un altro fattore che può contribuire a tutto ciò è relativo alla propensione ad assumere che gli stessi criteri che si utilizzano per identificare il comportamento criminale maschile, possano essere applicabili anche a quello femminile (Blanchette & Brown, 2006). Tuttavia, ricerche più recenti sottolineano come ci siano sia alcune analogie tra il comportamento criminale maschile e quello femminile, sia differenze significative tra gli stessi (Cortoni & Gannon, 2011). Lo scopo del presente lavoro è stato quello di analizzare dapprima le componenti principali su cui si fonda il sadismo sessuale attraverso le ricerche e le teorizzazioni formulate sull'argomento dai maggiori studiosi e ricercatori che si sono occupati dello studio di tale fenomeno, per poi successivamente confrontarle con quelle tipiche e ricorrenti riscontrate nel sadismo sessuale femminile e applicate a casi reali di serial killer sadiche descritte da autori che hanno documentato la loro storia. L’importanza e l’innovazione di questo studio consiste nell’aver scelto come strumento per analizzare in modo estremamente dettagliato tale fenomeno la “Grounded Theory Analysis”. Quest’ultima basandosi su un approccio empiricamente derivato, ha permesso agli autori di fornire una descrizione sistematica e organizzata di un piccolo numero di casi e di riuscire ad identificare le caratteristiche psicologiche e i patterns comportamentali delle donne sessualmente sadiche che non sono attualmente inclusi nei criteri diagnostici della quinta edizione del DSM.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/80682