I numerosi meccanismi di comunicazione cellulare negli eucarioti superiori consentono di affrontare le mutevoli condizioni fisiologiche e patologiche. Oltre ai noti meccanismi di comunicazione paracrina, giustacrina, endocrina e tramite esosomi, nell’ultimo decennio sono stati portati avanti numerosi studi a dimostrazione dell’esistenza di un ulteriore meccanismo di comunicazione basato su protrusioni di membrana formati da canali aperti alle estremità, che consentono la comunicazione diretta tra cellule a lunghe distanze, oltre allo scambio di materiale citoplasmatico. Queste strutture prendono il nome di nanotubi, anche detti in inglese “Tunneling nanotubes” o TNTs e si differenziano dalle classiche giunzioni gap o dalle fusioni cellulari, poiché consentono lo scambio anche di organelli e vescicole citoplasmatiche. Se da una parte i TNTs sono stati osservati in condizioni fisiologiche, in realtà ciò che colpisce maggiormente è la concentrazione di queste strutture in numerose condizioni patologiche, dove sembrano consentire la diffusione di materiali patogeni. Questo elaborato si concentrerà nello specifico sul coinvolgimento dei TNTs nella diffusione degli aggregati di α-sinucleina. Si tratta di una proteina solubile, il cui accumulo può portare alla formazione di oligomeri e forme mal ripiegate, che vanno a costituire i cosiddetti corpi di Lewy, caratteristici del morbo di Parkinson. L’α-sinucleina mal ripiegata è in grado di diffondersi da cellula a cellula con un meccanismo simile a quello dei prioni. Di conseguenza, una possibile strategia terapeutica può essere quella di impedire il trasferimento dell’α-sinucleina. È stato dimostrato che un possibile metodo efficacie, sia quello di sfavorire la formazione di TNTs tramite inibizione della polimerizzazione dell’actina, principale componente citoplasmatica di queste strutture. Si tratta però di un approccio che presenta delle problematiche, sarà importate in futuro aumentare le conoscenze ultrastrutturali sui TNTs, per identificare target più specifici per il loro trattamento.

La comunicazione intercellulare diretta tramite nanotubi

LORENZI, MARIANNA
2020/2021

Abstract

I numerosi meccanismi di comunicazione cellulare negli eucarioti superiori consentono di affrontare le mutevoli condizioni fisiologiche e patologiche. Oltre ai noti meccanismi di comunicazione paracrina, giustacrina, endocrina e tramite esosomi, nell’ultimo decennio sono stati portati avanti numerosi studi a dimostrazione dell’esistenza di un ulteriore meccanismo di comunicazione basato su protrusioni di membrana formati da canali aperti alle estremità, che consentono la comunicazione diretta tra cellule a lunghe distanze, oltre allo scambio di materiale citoplasmatico. Queste strutture prendono il nome di nanotubi, anche detti in inglese “Tunneling nanotubes” o TNTs e si differenziano dalle classiche giunzioni gap o dalle fusioni cellulari, poiché consentono lo scambio anche di organelli e vescicole citoplasmatiche. Se da una parte i TNTs sono stati osservati in condizioni fisiologiche, in realtà ciò che colpisce maggiormente è la concentrazione di queste strutture in numerose condizioni patologiche, dove sembrano consentire la diffusione di materiali patogeni. Questo elaborato si concentrerà nello specifico sul coinvolgimento dei TNTs nella diffusione degli aggregati di α-sinucleina. Si tratta di una proteina solubile, il cui accumulo può portare alla formazione di oligomeri e forme mal ripiegate, che vanno a costituire i cosiddetti corpi di Lewy, caratteristici del morbo di Parkinson. L’α-sinucleina mal ripiegata è in grado di diffondersi da cellula a cellula con un meccanismo simile a quello dei prioni. Di conseguenza, una possibile strategia terapeutica può essere quella di impedire il trasferimento dell’α-sinucleina. È stato dimostrato che un possibile metodo efficacie, sia quello di sfavorire la formazione di TNTs tramite inibizione della polimerizzazione dell’actina, principale componente citoplasmatica di queste strutture. Si tratta però di un approccio che presenta delle problematiche, sarà importate in futuro aumentare le conoscenze ultrastrutturali sui TNTs, per identificare target più specifici per il loro trattamento.
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