This essay reports the results of the study work conducted on a painting on canvas by Pierre-Paul Comba, the Entrance of Vittorio Emanuele II in Venice (1867) from Racconigi Castle. The activity presented here is a restoration work that aimed at the resolution of the specific degradation problems of the painting and at the improvement of the knowledge of the artwork, both in historic and conservative way. The painting was interested by a large tear due to the accidental impact of an external object, probably from the back, which ripped the textile support and caused the consequent formation of flatness defects. The painting shows all the original elements, so it was considered more appropriate to identify an intervention methodology which was led by the concept of the “minimal intervention”. The conservation state of the textile support and the type of breakage allowed to operate the thread-by-thread mending, also called single thread bonding. It is based on joining procedure of mending the fibres of two thread edges together. In addition to the structural restoration of the canvas, part of the laboratory thesis consists of experimental research to identify the most suitable and stable retouching materials. The experimentation involved observing the performance of the materials traditionally used in the field of restoration (tempera, watercolours, varnish colours and varnishes) both individually and in association with each other. They were tested in a Solar Box for 1500 hours to compare their performance before and after accelerated ageing.
Il presente elaborato di tesi riporta gli esiti del lavoro di studio condotto su un dipinto olio su tela di Pierre-Paul Comba, l’Ingresso di Vittorio Emanuele II a Venezia (1867) proveniente dal Castello di Racconigi. L’attività qui presentata è stata rivolta alla progettazione e realizzazione di un intervento di restauro mirato alla risoluzione delle specifiche problematiche di degrado riscontrate e all’approfondimento cognitivo del manufatto artistico indagato, sia dal punto di vista delle vicissitudini storico-conservative sia degli aspetti specifici relativi alla tecnica esecutiva e ai materiali pittorici. Il dipinto manifestava una grande lacerazione dovuta all’impatto accidentale di un oggetto, verosimilmente dal verso, che aveva causato la rottura del supporto tessile e la conseguente formazione di difetti di planarità. Poiché l’opera è realizzata in prima tela e si compone di tutti gli elementi originali si è ritenuto opportuno individuare una metodologia di intervento che, pur finalizzata alla risoluzione delle problematiche conservative, potesse al contempo mantenere il più possibile inalterato il “sistema dipinto”. Per tale ragione si è scelto di seguire un approccio cauto e ponderato aderendo per quanto possibile al concetto di “intervento minimo”, con lo scopo di riportare l’opera a una condizione antecedente al traumatico evento, rispettando e conservando tutti gli elementi giunti fino a noi indispensabili per non alterare l’equilibrio raggiunto dall’opera. Sulla base dei dati acquisiti da una completa campagna diagnostica e degli esiti di recenti studi nell’ambito del restauro sono stati individuati i materiali e le metodologie più consone al raggiungimento degli obiettivi prestabiliti. Lo stato di fatto dei fili coinvolti dalla lacerazione, in particolare la loro collocazione, le deformazioni subite e la tipologia di rotture hanno guidato la scelta di operare seguendo la metodologia Thread-by-thread Mending or Single Thread Bonding, basata sul ristabilire la continuità dei fili spezzati attraverso un’unione testa-a-testa. Questa metodologia ha garantito un apporto minimo di adesivo, evitando pratiche più invasive quali foderature, applicazioni di toppe, etc. L’esecuzione materiale di una proposta di restituzione estetica, in linea con le esigenze espresse dall’ente di tutela e dalla proprietà, è stata valutata considerando due aspetti: i materiali e la tecnica d’integrazione. In primo luogo, è stata svolta una sperimentazione propedeutica all’individuazione dei materiali da ritocco e vernici più idonei e stabili nel tempo. La sperimentazione ha previsto l’osservazione delle prestazioni dei materiali tradizionalmente utilizzati nel campo del restauro (tempere, acquerelli, colori a vernice e vernici) sia singolarmente che in associazione tra di essi. La volontà di indagare il comportamento di tali materiali all’invecchiamento è stata spinta dal fatto che la porzione da reintegrare (area circostante la lacuna situata nel cielo) si presenta sostanzialmente come un monocromo e per questo le alterazioni cromatiche che possono insorgere con il trascorrere del tempo possono rivelarsi ancora più evidenti. La sperimentazione è stata sviluppata sulla base delle esigenze dettate dal caso specifico e dalle richieste espresse dell’ente di tutela orientato alla realizzazione di una proposta estetica che fosse capace di riconnettere cromaticamente la tessitura pittorica e nello stesso tempo garantisse la riconoscibilità dell’intervento.
Il restauro di un dipinto di Pierre-Paul Comba del 1867 proveniente dal Castello di Racconigi. Risarcimento del supporto tessile lacerato e studio dei materiali da ritocco
CAULA, GAIA
2020/2021
Abstract
Il presente elaborato di tesi riporta gli esiti del lavoro di studio condotto su un dipinto olio su tela di Pierre-Paul Comba, l’Ingresso di Vittorio Emanuele II a Venezia (1867) proveniente dal Castello di Racconigi. L’attività qui presentata è stata rivolta alla progettazione e realizzazione di un intervento di restauro mirato alla risoluzione delle specifiche problematiche di degrado riscontrate e all’approfondimento cognitivo del manufatto artistico indagato, sia dal punto di vista delle vicissitudini storico-conservative sia degli aspetti specifici relativi alla tecnica esecutiva e ai materiali pittorici. Il dipinto manifestava una grande lacerazione dovuta all’impatto accidentale di un oggetto, verosimilmente dal verso, che aveva causato la rottura del supporto tessile e la conseguente formazione di difetti di planarità. Poiché l’opera è realizzata in prima tela e si compone di tutti gli elementi originali si è ritenuto opportuno individuare una metodologia di intervento che, pur finalizzata alla risoluzione delle problematiche conservative, potesse al contempo mantenere il più possibile inalterato il “sistema dipinto”. Per tale ragione si è scelto di seguire un approccio cauto e ponderato aderendo per quanto possibile al concetto di “intervento minimo”, con lo scopo di riportare l’opera a una condizione antecedente al traumatico evento, rispettando e conservando tutti gli elementi giunti fino a noi indispensabili per non alterare l’equilibrio raggiunto dall’opera. Sulla base dei dati acquisiti da una completa campagna diagnostica e degli esiti di recenti studi nell’ambito del restauro sono stati individuati i materiali e le metodologie più consone al raggiungimento degli obiettivi prestabiliti. Lo stato di fatto dei fili coinvolti dalla lacerazione, in particolare la loro collocazione, le deformazioni subite e la tipologia di rotture hanno guidato la scelta di operare seguendo la metodologia Thread-by-thread Mending or Single Thread Bonding, basata sul ristabilire la continuità dei fili spezzati attraverso un’unione testa-a-testa. Questa metodologia ha garantito un apporto minimo di adesivo, evitando pratiche più invasive quali foderature, applicazioni di toppe, etc. L’esecuzione materiale di una proposta di restituzione estetica, in linea con le esigenze espresse dall’ente di tutela e dalla proprietà, è stata valutata considerando due aspetti: i materiali e la tecnica d’integrazione. In primo luogo, è stata svolta una sperimentazione propedeutica all’individuazione dei materiali da ritocco e vernici più idonei e stabili nel tempo. La sperimentazione ha previsto l’osservazione delle prestazioni dei materiali tradizionalmente utilizzati nel campo del restauro (tempere, acquerelli, colori a vernice e vernici) sia singolarmente che in associazione tra di essi. La volontà di indagare il comportamento di tali materiali all’invecchiamento è stata spinta dal fatto che la porzione da reintegrare (area circostante la lacuna situata nel cielo) si presenta sostanzialmente come un monocromo e per questo le alterazioni cromatiche che possono insorgere con il trascorrere del tempo possono rivelarsi ancora più evidenti. La sperimentazione è stata sviluppata sulla base delle esigenze dettate dal caso specifico e dalle richieste espresse dell’ente di tutela orientato alla realizzazione di una proposta estetica che fosse capace di riconnettere cromaticamente la tessitura pittorica e nello stesso tempo garantisse la riconoscibilità dell’intervento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/80629