The thesis project concerned the study and design of conservative treatments related to two archaeological artworks: two fragments of wooden anthropoid polychrome Egyptian coffins from the SABAP of Milan. The fragments, originally belonging to the Private Epifanio Collection, are without documentation or purchase documents. In order to propose a possible reconstruction of the original context, a systematic examination of museum catalogues has been carried out. A stylistic, formal and iconographic comparison made it possible to formulate an hypothesis of chronological classification. The artworks have been received at the laboratories of the CCR La Venaria Reale apparently without any previous intervention. The most consistent conservative issue was related to the polychrome layers, characterized by a critically powdery and brittle surface: this has been the core of the systematic experimental activity. Innovative and nanostructured materials, such as nanocrystals and cellulose nanofibrils (CNC and CNF, in collaboration with the CSGI of Florence), have been systematically tested to evaluate their performance as consolidants and adhesives on archaeological untreated surfaces. These materials have never been applied before for this purpose. Compared to the materials traditionally used, the excellent results obtained in adhesive tightness have allowed the application of cellulose nanofibrils during the treatments. In addition, a specific test sample activity was dedicated to the development of a correct physical cleaning methodology. Different LASER applications have been compared, to evaluate the efficacy of this approach. The diagnostic analysis have been fundamental both in the study of the executive technique, with the scientific characterization of the materials, and the monitoring of the experimental activities. As a result, it was possible to choose the most suitable materials and methods for the conservative treatments. The conservative project was structured in the perspective of the minimal intervention, pursuing the compatibility and the stability over time, as well as the possible retractability of the surfaces.
L’elaborato di tesi ha riguardato lo studio e la progettazione dei trattamenti conservativi relativi a due beni di natura archeologica: due frammenti di sarcofago lignei antropoidi policromi egizi, provenienti dalla Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e del Paesaggio di Milano. Le opere, in origine appartenenti alla Collezione Privata Epifanio, risultano prive di documentazione o di atti di acquisto. Pertanto, al fine di proporre una plausibile ricostruzione del contesto di origine, è stata avviata un’attività di spoglio sistematico di cataloghi museali, con un confronto stilistico, formale e iconografico, arrivando a formulare un’ipotesi di inquadramento cronologico e di provenienza. Le opere sono pervenute presso i laboratori di restauro del CCR La Venaria Reale apparentemente prive di interventi di restauro pregressi, e con una materia pittorica fortemente decoesa. Questo è stato il fattore su cui si è incentrata una sistematica attività sperimentale, indagando le interazioni di materiali e metodi di intervento con i materiali originali. Sono state valutate in particolare le prestazioni di nanocristalli e nanofibrille di cellulosa (CNC e CNF), in collaborazione con il CSGI di Firenze, mai applicate come consolidanti e adesivi su stratigrafie pittoriche. Gli ottimi risultati ottenuti in fatto di tenuta adesiva rispetto ai materiali tradizionalmente impiegati hanno permesso di applicare le nanofibrille di cellulosa in fase di trattamento dei reperti. Inoltre, si è dedicato una specifica attività di test su provino allo sviluppo di una corretta metodologia di pulitura: sono state messe a confronto differenti sorgenti LASER per la rimozione del particolato dalla superficie pittorica. La campagna diagnostica ha supportato sia lo studio della tecnica esecutiva, con la caratterizzazione scientifica dei materiali, sia il monitoraggio delle attività sperimentali, permettendo una raccolta di dati funzionali alla scelta dei materiali e dei metodi per il trattamento conservativo dei reperti. L’intervento di restauro, strettamente conservativo, è stato strutturato nell’ottica del minimo intervento, privilegiando la compatibilità e stabilità nel tempo dei materiali di restauro e la loro possibile ritrattabilità.
Attività sperimentale per il consolidamento e la pulitura di materiali pittorici egizi non trattati: il caso studio di due frammenti di sarcofagi antropoidi dalla SABAP di Milano
CREMONESI, MARTA
2020/2021
Abstract
L’elaborato di tesi ha riguardato lo studio e la progettazione dei trattamenti conservativi relativi a due beni di natura archeologica: due frammenti di sarcofago lignei antropoidi policromi egizi, provenienti dalla Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e del Paesaggio di Milano. Le opere, in origine appartenenti alla Collezione Privata Epifanio, risultano prive di documentazione o di atti di acquisto. Pertanto, al fine di proporre una plausibile ricostruzione del contesto di origine, è stata avviata un’attività di spoglio sistematico di cataloghi museali, con un confronto stilistico, formale e iconografico, arrivando a formulare un’ipotesi di inquadramento cronologico e di provenienza. Le opere sono pervenute presso i laboratori di restauro del CCR La Venaria Reale apparentemente prive di interventi di restauro pregressi, e con una materia pittorica fortemente decoesa. Questo è stato il fattore su cui si è incentrata una sistematica attività sperimentale, indagando le interazioni di materiali e metodi di intervento con i materiali originali. Sono state valutate in particolare le prestazioni di nanocristalli e nanofibrille di cellulosa (CNC e CNF), in collaborazione con il CSGI di Firenze, mai applicate come consolidanti e adesivi su stratigrafie pittoriche. Gli ottimi risultati ottenuti in fatto di tenuta adesiva rispetto ai materiali tradizionalmente impiegati hanno permesso di applicare le nanofibrille di cellulosa in fase di trattamento dei reperti. Inoltre, si è dedicato una specifica attività di test su provino allo sviluppo di una corretta metodologia di pulitura: sono state messe a confronto differenti sorgenti LASER per la rimozione del particolato dalla superficie pittorica. La campagna diagnostica ha supportato sia lo studio della tecnica esecutiva, con la caratterizzazione scientifica dei materiali, sia il monitoraggio delle attività sperimentali, permettendo una raccolta di dati funzionali alla scelta dei materiali e dei metodi per il trattamento conservativo dei reperti. L’intervento di restauro, strettamente conservativo, è stato strutturato nell’ottica del minimo intervento, privilegiando la compatibilità e stabilità nel tempo dei materiali di restauro e la loro possibile ritrattabilità.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
841787_tesi_cremonesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
25.65 MB
Formato
Adobe PDF
|
25.65 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/80628