This work aims to present the results of the study and conservation treatment of the oil painting on canvas I funerali di una vergine (1882-85) by Gaetano Previati, from the Pinacoteca di Brera, in Milan. The artwork, once part of the Attilio Brivio private collection, is the bozzetto from the omonymous painting with same subject, on display at the Pinacoteca di Brera. The treatment was an important opportunity to deepen the knowledge of the artwork. The execution technique and conservation issues were studied through documents recovered in archives and libraries, and through direct observation and scientific analyses. However, the main concern for the painting was not about conservation, but about appearance. In fact, the appreciation of the dark colors originally used by the author, was compromised by the old lining treatment, that had flattened its materic surface, and by a thick varnish which colour turned yellow-brown. Therefore, the aim was to make visible again the original colors of the painting and the thick brushstrokes of the paint layer, typical of Previati's technique. Therefore, considering these premises and the overall good state of the artwork, the conservation treatment was designed with a cautious approach, according to the principles of the minimum intervention, which lead to the preservation of most of the previous treatments that were still functional (e.g. the lining). The choice of the cleaning system was a gradual process that considered the following aspects: the conservation issues deriving from extensive use in the painting of the green Copper acetoarsenite pigment, which can suffer degradation because of humidity; the composition and stratigraphy of the varnishes, which was studied through FLIM (fluorescence lifetime imaging), which confirmed the presence of two different layers of natural terpenic resins-based protective films, both identifies as later additions in subsequent operations. Cleaning tests on mock-ups were also carried out to minimize the risks which are inevitably associated with cleaning for oils that are not yet completely polymerized. The selected cleaning method employed siliconic gels containing organic solvents. The tests also enabled the selection of the most feasible cleaning procedure aimed at removing the first varnish layer and at thinning the second one. Moreover, the conservation treatment also included dust removal and dry cleaning of the verso, cleaning of folded edges of the painting, removal of altered overpaintings, local consolidations, infilling and inpainting of paint losses. Some clues detected during the conservation treatments, and the scientific and documentary focus on the varnish, suggested that the painting was originally unvarnished. This suggested to use a varnish that could be applied in a low-gloss, thin layer, in order to mask the surface inhomogeneity caused by the presence of the thinned layer of the old varnish, without reacting with it. The chosen material was, therefore, a specific varnish with low molecular weight, soluble in apolar solvents, and totally reversible.

L’elaborato presenta i risultati dello studio e del restauro del dipinto ad olio su tela I funerali di una vergine (1882-85) di Gaetano Previati conservato presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano. L’opera, un tempo facente parte della collezione Attilio Brivio, è la versione preliminare dell’omonimo dipinto di soggetto analogo oggi conservato alla Pinacoteca di Brera. L’intervento si è rivelato un importante momento conoscitivo ed ha permesso di approfondire aspetti come la storia conservativa e la tecnica esecutiva dell’opera attraverso ricerche bibliografiche e archivistiche, analisi scientifiche e lo studio del manufatto. Le principali criticità del dipinto erano da considerarsi di carattere estetico: un passato intervento di foderatura aveva causato l’appiattimento della superficie materica dell’opera; la problematica era accentuata dalla presenza di consistenti strati di protettivi che, per effetto del degrado, avevano assunto un tono giallo-bruno che comprometteva la lettura della scena in un dipinto già caratterizzato da una tavolozza con tinte scure. Si è mirato quindi soprattutto al recupero delle cromie originali e della matericità della pellicola pittorica, espressione della tecnica esecutiva di Previati. Date queste premesse e la sostanziale integrità del manufatto, il restauro è stato impostato secondo un approccio cauto e di minimo intervento, che ha portato alla conservazione di elementi relativi a passati restauri ritenuti ancora idonei (es. foderatura). L’individuazione del sistema di pulitura è stato un processo che ha richiesto un’elaborata riflessione in quanto ha dovuto tenere presenti vari aspetti sia nelle fasi diagnostiche, sia nella successiva elaborazione della strategia. Tra questi, le questioni conservative legate alla presenza del pigmento verde aceto-arsenito di rame, diffusamente utilizzato da Previati in quest’opera e di cui è nota la tendenza al degrado in presenza di umidità e l’analisi della composizione e la stratificazione delle vernici presenti, indagata attraverso tecniche diagnostiche non convenzionali che hanno rivelato la presenza sulla superficie del manufatto di due differenti strati di materiale filmogeno a base di resine naturali terpeniche, poi rivelatesi non originali. Per selezionare un metodo di intervento che consentisse di minimizzare i rischi legati alla pulitura di un olio non completamente polimerizzato, sono stati eseguiti test per diversi sistemi di pulitura su provino, che hanno guidato la scelta verso l’uso di gel siliconici caricati con solventi organici. I test hanno anche consentito di selezionare il livello di pulitura più idoneo corrispondente alla rimozione del primo strato di protettivo e all’assottigliamento del secondo. Il restauro ha previsto anche le fasi di spolveratura e dry cleaning del retro, pulitura dei bordi perimetrali, rimozione di ritocchi pittorici, revisione delle stuccature, consolidamento localizzato e restituzione estetica. Infine è stato dedicato un approfondimento al tema della verniciatura, in quanto nel corso dell’intervento è stato possibile avanzare l’ipotesi che l’opera fosse in origine priva di strati protettivi. Su questa base, si è scelta una vernice finale che potesse essere applicata in uno strato sottile e poco lucido, con lo scopo di uniformare le disomogeneità del protettivo assottigliato senza riattivarlo. Si è optato quindi per l’impiego di resine a basso peso molecolare, solubili in solventi apolari e completamente reversibili.

"I funerali di una vergine" di Gaetano Previati della Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Problemi conservativi e intervento di restauro di un dipinto ad olio su tela di fine Ottocento

APPI, ENRICA
2020/2021

Abstract

L’elaborato presenta i risultati dello studio e del restauro del dipinto ad olio su tela I funerali di una vergine (1882-85) di Gaetano Previati conservato presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano. L’opera, un tempo facente parte della collezione Attilio Brivio, è la versione preliminare dell’omonimo dipinto di soggetto analogo oggi conservato alla Pinacoteca di Brera. L’intervento si è rivelato un importante momento conoscitivo ed ha permesso di approfondire aspetti come la storia conservativa e la tecnica esecutiva dell’opera attraverso ricerche bibliografiche e archivistiche, analisi scientifiche e lo studio del manufatto. Le principali criticità del dipinto erano da considerarsi di carattere estetico: un passato intervento di foderatura aveva causato l’appiattimento della superficie materica dell’opera; la problematica era accentuata dalla presenza di consistenti strati di protettivi che, per effetto del degrado, avevano assunto un tono giallo-bruno che comprometteva la lettura della scena in un dipinto già caratterizzato da una tavolozza con tinte scure. Si è mirato quindi soprattutto al recupero delle cromie originali e della matericità della pellicola pittorica, espressione della tecnica esecutiva di Previati. Date queste premesse e la sostanziale integrità del manufatto, il restauro è stato impostato secondo un approccio cauto e di minimo intervento, che ha portato alla conservazione di elementi relativi a passati restauri ritenuti ancora idonei (es. foderatura). L’individuazione del sistema di pulitura è stato un processo che ha richiesto un’elaborata riflessione in quanto ha dovuto tenere presenti vari aspetti sia nelle fasi diagnostiche, sia nella successiva elaborazione della strategia. Tra questi, le questioni conservative legate alla presenza del pigmento verde aceto-arsenito di rame, diffusamente utilizzato da Previati in quest’opera e di cui è nota la tendenza al degrado in presenza di umidità e l’analisi della composizione e la stratificazione delle vernici presenti, indagata attraverso tecniche diagnostiche non convenzionali che hanno rivelato la presenza sulla superficie del manufatto di due differenti strati di materiale filmogeno a base di resine naturali terpeniche, poi rivelatesi non originali. Per selezionare un metodo di intervento che consentisse di minimizzare i rischi legati alla pulitura di un olio non completamente polimerizzato, sono stati eseguiti test per diversi sistemi di pulitura su provino, che hanno guidato la scelta verso l’uso di gel siliconici caricati con solventi organici. I test hanno anche consentito di selezionare il livello di pulitura più idoneo corrispondente alla rimozione del primo strato di protettivo e all’assottigliamento del secondo. Il restauro ha previsto anche le fasi di spolveratura e dry cleaning del retro, pulitura dei bordi perimetrali, rimozione di ritocchi pittorici, revisione delle stuccature, consolidamento localizzato e restituzione estetica. Infine è stato dedicato un approfondimento al tema della verniciatura, in quanto nel corso dell’intervento è stato possibile avanzare l’ipotesi che l’opera fosse in origine priva di strati protettivi. Su questa base, si è scelta una vernice finale che potesse essere applicata in uno strato sottile e poco lucido, con lo scopo di uniformare le disomogeneità del protettivo assottigliato senza riattivarlo. Si è optato quindi per l’impiego di resine a basso peso molecolare, solubili in solventi apolari e completamente reversibili.
ITA
This work aims to present the results of the study and conservation treatment of the oil painting on canvas I funerali di una vergine (1882-85) by Gaetano Previati, from the Pinacoteca di Brera, in Milan. The artwork, once part of the Attilio Brivio private collection, is the bozzetto from the omonymous painting with same subject, on display at the Pinacoteca di Brera. The treatment was an important opportunity to deepen the knowledge of the artwork. The execution technique and conservation issues were studied through documents recovered in archives and libraries, and through direct observation and scientific analyses. However, the main concern for the painting was not about conservation, but about appearance. In fact, the appreciation of the dark colors originally used by the author, was compromised by the old lining treatment, that had flattened its materic surface, and by a thick varnish which colour turned yellow-brown. Therefore, the aim was to make visible again the original colors of the painting and the thick brushstrokes of the paint layer, typical of Previati's technique. Therefore, considering these premises and the overall good state of the artwork, the conservation treatment was designed with a cautious approach, according to the principles of the minimum intervention, which lead to the preservation of most of the previous treatments that were still functional (e.g. the lining). The choice of the cleaning system was a gradual process that considered the following aspects: the conservation issues deriving from extensive use in the painting of the green Copper acetoarsenite pigment, which can suffer degradation because of humidity; the composition and stratigraphy of the varnishes, which was studied through FLIM (fluorescence lifetime imaging), which confirmed the presence of two different layers of natural terpenic resins-based protective films, both identifies as later additions in subsequent operations. Cleaning tests on mock-ups were also carried out to minimize the risks which are inevitably associated with cleaning for oils that are not yet completely polymerized. The selected cleaning method employed siliconic gels containing organic solvents. The tests also enabled the selection of the most feasible cleaning procedure aimed at removing the first varnish layer and at thinning the second one. Moreover, the conservation treatment also included dust removal and dry cleaning of the verso, cleaning of folded edges of the painting, removal of altered overpaintings, local consolidations, infilling and inpainting of paint losses. Some clues detected during the conservation treatments, and the scientific and documentary focus on the varnish, suggested that the painting was originally unvarnished. This suggested to use a varnish that could be applied in a low-gloss, thin layer, in order to mask the surface inhomogeneity caused by the presence of the thinned layer of the old varnish, without reacting with it. The chosen material was, therefore, a specific varnish with low molecular weight, soluble in apolar solvents, and totally reversible.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/80620