Corruption is an ancient and current phenomenon, which introduces two factors of disintegration into the social bond between citizens and public institutions, the first of economical type, as consequence of "maladministration", and the second one of ethical type, related to the damage to the image of the State, that causes loss of trust in citizens on the legality and impartiality of public action. Although the study of the corruption phenomenon is based on a multidisciplinary approach, it remains an undeclared crime, characterized by a high degree of concealment. A low social reaction of censorship is related to a high collective perception of the corruption phenomenon, consequent to the absence of victims, it is a “silent victim” crime, in which there is no person willing to denounce, because the victims hardly perceive the economic damage. This type of crimes falls within the category of economic crimes related to the paradigm of white-collar crimes, committed by persons with a high social status, in the context of their professional activity or role, who thanks to networks of relationships and support do not suffer the informal reaction of the community, preserving social prestige. With the introduction of Law no. 190/2012, the anti-corruption strategy passes from a purely repressive contrast approach, to a preventive one, whose realization is entrusted to the internal bodies of the PA, which is based centrally on the National Anti-corruption Plan prepared by ANAC, while at a decentralized level on the adoption of Three-Year Prevention Plans, by individual administrations. From the National Plan, derive some constraints towards public administrations, such in primis the mandatory appointment of the RPCT figure, whose tasks are focused on the preparation and verification of implementation of Triennal Plan. The issue of corruption and transparency prevention is of fundamental importance, also in the world of universities, equally exposed to the risk of corruption, where preventive measures are not aimed at undermining the autonomy of individual universities, but to shape the forms of protection of impartiality and good performance of the P.A., to guarantee the scientific and academic freedom of the University institutes, first promoters in the dissemination of the culture of legality. The purpose of this paper is to carry out an analysis of how the 61 state universities, present on Italian territory, so uneven in their organizational and dimensional reality, have declined the role of the RPCT and the functions associated to it, by retrieval of data and information from the documentation published by them on their institutional sites. On the basis of these sources, an attempt was made to describe the identikit of the "standard-figure" in charge of the role of RPCT, identified by the decrees of appointment adopted by the governing body of the Universities. In order to make a comparison outside the national borders, on the different methods of combating corruption, with the aim of monitoring their real effects in terms of effectiveness, the focus of investigation has included the English criminal justice system, which by means the anti-corruption Bribery Act 2010, provides for a uniform protection model for cases of corruption in the public and private sector, implemented in British universities through policies of 'Risk Assessment' and 'Effective Monitoring'.
La corruzione è un fenomeno antico e attuale, che introduce due fattori di disgregazione nel legame sociale tra cittadini e istituzioni pubbliche, il primo di tipo economico conseguenza della “maladministration”, ed il secondo di tipo etico, correlato al danno all’immagine dello Stato, causa di perdita di fiducia dei consociati sulla legalità ed imparzialità dell’azione pubblica. Sebbene lo studio del fenomeno corruttivo sia fondato su un approccio multidisciplinare, resta un reato a carattere sommerso, caratterizzato da un elevato indice di occultamento. Ad una alta percezione collettiva del fenomeno corruttivo, si rapporta una bassa reazione sociale di censura, conseguente alla non presenza di vittime, è un reato a “vittima muta”, nel quale manca un soggetto disposto a denunciare, perché le vittime difficilmente ne percepiscono il danno economico. Questa tipologia di crimini rientra nella categoria dei delitti economici afferibili al paradigma dei colletti bianchi (white collars crimes), commessi da soggetti titolari di un elevato status sociale, nell’ambito della propria attività o ruolo professionale, che grazie a reti di relazione e sostegno non subiscono la reazione informale da parte della collettività, preservando il prestigio sul piano sociale. Con l’introduzione della L. n. 190/2012, la strategia anticorruzione passa da un approccio di contrasto di tipo meramente repressivo, ad una accezione di tipo preventivo, la cui realizzazione è affidata agli organi interni della P.A., che si basa a livello centrale, sul PNA predisposto dall’ANAC, mentre a livello decentrato sull’adozione di Piani di Prevenzione Triennali, da parte delle singole amministrazioni. Dal Piano nazionale, discendono alcuni vincoli nei confronti delle amministrazioni pubbliche, quale in primis la nomina a carattere imperativo della figura del RPCT, i cui compiti sono incentrati sulla predisposizione e verifica di attuazione del Piano Triennale. Il tema della prevenzione della corruzione e della trasparenza è di fondamentale importanza, anche nel mondo delle Università, parimenti esposto al rischio corruttivo, dove le misure preventive non sono volte a minare l’autonomia dei singoli Atenei, ma a configurare delle forme di tutela dell’imparzialità e del buon andamento della P.A., a garanzia della libertà scientifica e accademica degli Istituti Universitari, primi promotori nella diffusione della cultura della legalità. Il presente elaborato si è posto l'obiettivo di effettuare una analisi sulle modalità attraverso le quali le 61 università statali presenti su territorio italiano, così disomogenee nella loro realtà organizzativa e dimensionale, hanno declinato il ruolo del RPCT e relative funzioni, mediante reperimento di dati, dalla documentazione pubblicati dagli stessi, sui propri siti istituzionali. Sulla base di tali fonti, si è cercato di descrivere l‘identikit del soggetto “figura-tipo” incaricato del ruolo di RPCT, individuato dai decreti di nomina adottati da parte dell’organo di indirizzo delle Università. Al fine di effettuare una comparazione al di fuori dei confini nazionali, sulle differenti metodologie a contrasto della corruzione, il focus di indagine ha ricompreso il sistema penale inglese, che mediante la normativa anticorruzione Bribery Act 2010, prevede un modello di tutela unitario per le ipotesi di corruzione nel settore pubblico e privato, attuato nelle Università inglesi mediante politiche di ‘Risk Assessment’ ed ‘Effective Monitoring’.
I MECCANISMI DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE NELLE UNIVERSITA' Tra obblighi normativi e soluzioni adottate
PRIOLO, ROSANNA
2020/2021
Abstract
La corruzione è un fenomeno antico e attuale, che introduce due fattori di disgregazione nel legame sociale tra cittadini e istituzioni pubbliche, il primo di tipo economico conseguenza della “maladministration”, ed il secondo di tipo etico, correlato al danno all’immagine dello Stato, causa di perdita di fiducia dei consociati sulla legalità ed imparzialità dell’azione pubblica. Sebbene lo studio del fenomeno corruttivo sia fondato su un approccio multidisciplinare, resta un reato a carattere sommerso, caratterizzato da un elevato indice di occultamento. Ad una alta percezione collettiva del fenomeno corruttivo, si rapporta una bassa reazione sociale di censura, conseguente alla non presenza di vittime, è un reato a “vittima muta”, nel quale manca un soggetto disposto a denunciare, perché le vittime difficilmente ne percepiscono il danno economico. Questa tipologia di crimini rientra nella categoria dei delitti economici afferibili al paradigma dei colletti bianchi (white collars crimes), commessi da soggetti titolari di un elevato status sociale, nell’ambito della propria attività o ruolo professionale, che grazie a reti di relazione e sostegno non subiscono la reazione informale da parte della collettività, preservando il prestigio sul piano sociale. Con l’introduzione della L. n. 190/2012, la strategia anticorruzione passa da un approccio di contrasto di tipo meramente repressivo, ad una accezione di tipo preventivo, la cui realizzazione è affidata agli organi interni della P.A., che si basa a livello centrale, sul PNA predisposto dall’ANAC, mentre a livello decentrato sull’adozione di Piani di Prevenzione Triennali, da parte delle singole amministrazioni. Dal Piano nazionale, discendono alcuni vincoli nei confronti delle amministrazioni pubbliche, quale in primis la nomina a carattere imperativo della figura del RPCT, i cui compiti sono incentrati sulla predisposizione e verifica di attuazione del Piano Triennale. Il tema della prevenzione della corruzione e della trasparenza è di fondamentale importanza, anche nel mondo delle Università, parimenti esposto al rischio corruttivo, dove le misure preventive non sono volte a minare l’autonomia dei singoli Atenei, ma a configurare delle forme di tutela dell’imparzialità e del buon andamento della P.A., a garanzia della libertà scientifica e accademica degli Istituti Universitari, primi promotori nella diffusione della cultura della legalità. Il presente elaborato si è posto l'obiettivo di effettuare una analisi sulle modalità attraverso le quali le 61 università statali presenti su territorio italiano, così disomogenee nella loro realtà organizzativa e dimensionale, hanno declinato il ruolo del RPCT e relative funzioni, mediante reperimento di dati, dalla documentazione pubblicati dagli stessi, sui propri siti istituzionali. Sulla base di tali fonti, si è cercato di descrivere l‘identikit del soggetto “figura-tipo” incaricato del ruolo di RPCT, individuato dai decreti di nomina adottati da parte dell’organo di indirizzo delle Università. Al fine di effettuare una comparazione al di fuori dei confini nazionali, sulle differenti metodologie a contrasto della corruzione, il focus di indagine ha ricompreso il sistema penale inglese, che mediante la normativa anticorruzione Bribery Act 2010, prevede un modello di tutela unitario per le ipotesi di corruzione nel settore pubblico e privato, attuato nelle Università inglesi mediante politiche di ‘Risk Assessment’ ed ‘Effective Monitoring’.File | Dimensione | Formato | |
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