IPOTESTI E IPERTESTI DANTESCHI: LE TRACCE DEL SOMMO POETA NELLE NARRAZIONI DI MASSA ​

The aim of this thesis is to analyse the impact of Dante’s reworking in mass narratives. The study I am presenting consists of four chapters which, starting from the theory of intertextuality, accurately analyze Dante's presence in "pop" culture, both as a character and as a setting. The first chapter, aimed at setting the critical basis of the work, focuses on the intertextual categories contained in the first pages of the essay Palimpsestes. La littérature au second degré by the French critic Gérard Genette. Through his definitions of hypertext and hypotest, Genette provides the prime engine for this study. The second chapter presents a first extra-European example of Dante's use in the narrative of the historical crime-fiction. Starting from a real fact, Matthew Pearl adds a sub-plot thriller to the controversies related to the translation of Inferno in late 19th century America. His debut novel, The Dante Club, is therefore a perfect example of representing the power of Dante's themes even overseas. The third part of the paper focuses on Giulio Leoni and his "Dante's Cycle"; in particular on the yellow-literary novel I delitti della Medusa. Set in 1300, the script sees Dante (during the real period of his priory) in the role of an investigator with ambiguous and inhomogeneous features. Leoni's work is included in my thesis as a suggestion to reason on how the detachment from the hypotest, while exploiting biographical data, may prove to be full of controversies. The fourth part of the study proposes some extra-literary cases that in particular analyse the persistence of Dante's motifs in the most "pop" of art forms: music. In closing there are conclusions, suggestions and my personal reflections on what has been analyzed. ​

Scopo di questa tesi intende essere un’analisi dell’impatto delle rielaborazione dantesche nelle narrazioni di massa. Lo studio che presento è composto da quattro capitoli che, partendo dalla teoria dell’intertestualità, analizzano in modo puntuale la presenza dantesca nella cultura “pop”, sia come personaggio che come scenario di ambientazione. Il primo capitolo, atto ad impostare la base critica del lavoro, è incentrato sulle categorie intertestuali contenute nelle prime pagine del saggio Palimpsestes. La littérature au second degré del critico francese Gérard Genette. Attraverso le sue definizioni di ipertesto ed ipotesto Genette fornisce il motore primo a questo studio. Il secondo capitolo presenta un primo esempio extra europeo di utilizzo di Dante nella narrativa del giallo-storico. Partendo da un fatto reale, Matthew Pearl aggiunge una sotto-trama thriller alle controversie legate alla traduzione dell’Inferno nell’America di fine Ottocento. Il suo romanzo d’esordio, Il Circolo Dante, è per questo un perfetto esempio di rappresentazione della potenza delle tematiche dantesche anche oltre oceano. La terza parte dell’elaborato è incentrata su Giulio Leoni e il suo “Ciclo di Dante”; in particolare sul romanzo giallo-letterario I delitti della Medusa. Ambientato nel 1300, lo scritto vede Dante (durante il reale periodo del suo priorato) nei panni di un investigatore dai tratti ambigui e disomogenei. Il lavoro di Leoni è inserito nella mia tesi come suggestione per ragionare su quanto il distacco dall’ipotesto, pur sfruttando dati biografici, possa rivelarsi ricco di controversie. La quarta parte dello studio propone alcuni casi extra-letterari che in particolare analizzano la persistenza dei motivi danteschi nella più “pop” delle forme d’arte: la musica. In chiusura sono presenti conclusioni, suggestioni e le mie personali riflessioni su quanto analizzato. ​