«L'INFORMATICA NEL CALCIO: DALLE STATISTICHE AL CAMPO DI GIOCO. VIVERE E COMUNICARE IL PALLONE IN UN'ALTRA DIMENSIONE»

Il rapporto tra informatica e calcio compie trent'anni. Almeno in Italia, perché proprio il 28 febbraio 1992 veniva annunciato dalla Lega «l'arrivo dell'informatica», con «l'entrata in funzione di un nuovo sistema informativo, nel quale verranno raccolti tutti i dati riguardanti il mondo del calcio dalla sua nascita a oggi, basato su una rete locale di personal computer a cui potranno accedere tutte le società di serie A e serie B». Un investimento da 350 milioni di lire, poco meno di 10 per ognuno dei 38 club interessati: non solo statistiche, ma anche gestione semiautomatica delle sentenze del Giudice Sportivo e un sistema di interesse per operatori collaterali come giornalisti e osservatori. È evidente come in realtà già da qualche anno l'informatica fosse entrata nel mondo del calcio, ma da quel 28 febbraio non poteva più essere vista solo come uno strumento da visionari. Da lì in poi in Italia e non solo ha preso sempre più piede, su un doppio fronte. Quello del campo: utilizzo dei sistemi tecnologici per studiare il calcio e sviluppare nuove tecniche, raccolta dati atletici per una sempre più evoluta preparazione fisica, analisi tattica e scouting, evoluzione continua del concetto di match analysis. Quello del racconto: dalla radiolina e dalla tv tradizionale, passando per la pay per view, i primi siti internet ufficiali e il giornalismo on-line, arrivando all'odierno racconto del calcio (di tutto lo sport) via ott, ossia le piattaforme digitali che permettono di seguire in streaming anche su smartphone o tablet oltre che su smart tv e personal computer (come Dazn, Amazon Prime o Netflix). In trent'anni, l'informatica non solo è entrata nel mondo del calcio ma è diventata parte integrata del pallone: per chi gioca e chi lo allena, per chi lo racconta e chi lo osserva.