La regolazione emotiva si configura come l’insieme dei processi volti a modificare le proprie emozioni superando le risposte emotive spontanee in modo da esprimere un atteggiamento adeguato alla situazione in cui ci si trova. La regolazione delle emozioni subisce delle variazioni durante l’arco di vita, a partire dall’infanzia dove si procede da un eteroregolazione guidata da un adulto di riferimento a una sempre più autoregolazione autonoma. Dietro alla regolazione delle emozioni vi sono poi tutta una serie di processi e basi neuronali a essa collegati, come l’amigdala e l’insula. Le strategie di regolazione emotiva si configurano come l’approccio concreto alla gestione delle emozioni; esistono numerose forme di regolazione delle emozioni, ad esempio, è possibile usare la valutazione cognitiva per modificare la propria esperienza emotiva, oppure fare uso della distrazione in modo da ridurre l’affetto negativo. Le varie strategie si evolvono durante l’arco di vita e un adeguato sviluppo di esse è fondamentale per la costruzione di un senso di sicurezza interiore nell’individuo. Per classificarle viene preso in considerazione il modello processuale di Gross e Thompson basato su cinque principali tipi di strategia: scelta della situazione, modifica della situazione, schieramento dell’attenzione, variazione cognitiva e modulazione della risposta. Questo modello prevede che le strategie per regolare le emozioni siano utilizzate in vari momenti del processo di generazione delle emozioni. Le prime quattro strategie di regolazione sono focalizzate sugli antecedenti dell’emozione, infatti, riguardano quelle strategie applicate prima che l’emozione venga evocata, mentre la modulazione della risposta si verifica in seguito alla risposta emozionale. Tra le varie modalità con cui si esprime la strategia di modulazione della risposta troviamo la condivisione sociale delle emozioni, questa si configura come la tendenza a raccontare e condividere le proprie emozioni con la sfera degli intimi, al fine di trovare aiuto, supporto, conforto e anche se solo illusoriamente, ritrovare il proprio benessere psicologico. Questo permette anche di rafforzare quelli che sono i legami sociali con i destinatari. La condivisione sociale può anche subire una propagazione e diventare condivisione sociale secondaria quando il destinatario di un evento emotivo lo condivide a sua volta per alleviarne il carico emotivo. Diversi studi hanno analizzato la relazione tra la condivisone sociale e recupero emotivo, ma è stato evidenziato che le motivazioni che spongono gli individui a condividere le proprie emozioni riguardano e soddisfano principalmente le esigenze di regolazione socioaffettiva, permettendo così un sollievo di tipo emozionale, ma perché avvenga il recupero emotivo è necessario che vengano soddisfatti anche i bisogni cognitivi fondamentali di cui l’individuo necessita dopo un evento destabilizzante. Infine, da una ricerca sperimentale è stato, inoltre, rilevato che non solo la comunicazione verbale ma anche l’idea di avere qualcuno vicino, che condivide con noi la stessa esperienza emotiva può contribuire alla riduzione del carico emotivo.

La condivisione sociale come strategia di regolazione emotiva

BAUDINO, EMMA
2021/2022

Abstract

La regolazione emotiva si configura come l’insieme dei processi volti a modificare le proprie emozioni superando le risposte emotive spontanee in modo da esprimere un atteggiamento adeguato alla situazione in cui ci si trova. La regolazione delle emozioni subisce delle variazioni durante l’arco di vita, a partire dall’infanzia dove si procede da un eteroregolazione guidata da un adulto di riferimento a una sempre più autoregolazione autonoma. Dietro alla regolazione delle emozioni vi sono poi tutta una serie di processi e basi neuronali a essa collegati, come l’amigdala e l’insula. Le strategie di regolazione emotiva si configurano come l’approccio concreto alla gestione delle emozioni; esistono numerose forme di regolazione delle emozioni, ad esempio, è possibile usare la valutazione cognitiva per modificare la propria esperienza emotiva, oppure fare uso della distrazione in modo da ridurre l’affetto negativo. Le varie strategie si evolvono durante l’arco di vita e un adeguato sviluppo di esse è fondamentale per la costruzione di un senso di sicurezza interiore nell’individuo. Per classificarle viene preso in considerazione il modello processuale di Gross e Thompson basato su cinque principali tipi di strategia: scelta della situazione, modifica della situazione, schieramento dell’attenzione, variazione cognitiva e modulazione della risposta. Questo modello prevede che le strategie per regolare le emozioni siano utilizzate in vari momenti del processo di generazione delle emozioni. Le prime quattro strategie di regolazione sono focalizzate sugli antecedenti dell’emozione, infatti, riguardano quelle strategie applicate prima che l’emozione venga evocata, mentre la modulazione della risposta si verifica in seguito alla risposta emozionale. Tra le varie modalità con cui si esprime la strategia di modulazione della risposta troviamo la condivisione sociale delle emozioni, questa si configura come la tendenza a raccontare e condividere le proprie emozioni con la sfera degli intimi, al fine di trovare aiuto, supporto, conforto e anche se solo illusoriamente, ritrovare il proprio benessere psicologico. Questo permette anche di rafforzare quelli che sono i legami sociali con i destinatari. La condivisione sociale può anche subire una propagazione e diventare condivisione sociale secondaria quando il destinatario di un evento emotivo lo condivide a sua volta per alleviarne il carico emotivo. Diversi studi hanno analizzato la relazione tra la condivisone sociale e recupero emotivo, ma è stato evidenziato che le motivazioni che spongono gli individui a condividere le proprie emozioni riguardano e soddisfano principalmente le esigenze di regolazione socioaffettiva, permettendo così un sollievo di tipo emozionale, ma perché avvenga il recupero emotivo è necessario che vengano soddisfatti anche i bisogni cognitivi fondamentali di cui l’individuo necessita dopo un evento destabilizzante. Infine, da una ricerca sperimentale è stato, inoltre, rilevato che non solo la comunicazione verbale ma anche l’idea di avere qualcuno vicino, che condivide con noi la stessa esperienza emotiva può contribuire alla riduzione del carico emotivo.
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