This study aims to demonstrate how the Italian-based lexicon is no longer sufficient to describe a phenomenon of global in nature such as the SARS-CoV-2 pandemic, which has led the Italian institutional and information system to adopt terms from other linguistic systems and to adapt them to Italian grammar while sometimes ignoring the semantic meaning of the language of origin of some of these technical expressions and anglisms. This gave, rise not only to neologisms that have become part of common spoken Italian, but also to pseudo-anglisms. The analysis starts from the first outbreak in China (December 2019) and subsequently in Italy (February 2020), until the opening of the vaccination campaign in our country, through the observation of Italian newspapers, such as 'Corriere della Sera', 'la Stampa' and 'la Repubblica', compared with the lexicon used by other transnational newspapers, such as 'New York Times' and 'The Guardian'; demonstrating how media communication in Italy, but also abroad, has succeeded in influencing the national language, adopting neologisms, anglicisms and occasionalism that for three years now have been part of what the scholar and linguist Daniela Pietrini has called the “pandemic lexicon”. Moreover, alongside the 'pandemic lexicon', the study shows the birth and formation of a new lexicon specific to the vaccination campaign in Italy. By analysing the origin of neologisms, technicalisms, casts and borrowings adopted by journalistic language to talk about the vaccination campaign, it is shown how medical-scientific language has insinuated itself into spoken Italian; incorporating words that would have remained confined to their field of origin. In addition, it is observed how some of the technical terms have undergone a process of resemantization. They have been transferred from the sectoral language to the journalistic one, which sometimes abuses such anglicisms and at other times combines them by applying Italian grammatical rules. The focus of the research moves between institutional communication, scientific communication and journalistic communication, showing how they have influenced each other and how they have influenced the common spoken Italian, demonstrating how the language is constantly evolving and how, very often, the words of the national language are no longer enough to tell the story of a now globalised world. Moreover, the contrasting opinions of those in the Italian linguistic community will be reported, especially the Accademia della Crusca and the Incipit Group, which has been working since 2016 to preserve the Italian national language by seeking valid substitutes for words from other linguistic systems. The analysis continues with the observation of posts published by different users populating social networks, mainly Facebook and Twitter, demonstrating how media communication "from above" can influence the national language, creating further confusion in a climate of uncertainty such as the one characterising the SARS-CoV-2 pandemic and, above all, the current vaccination campaign period in Italy.

Questo studio vuole dimostrare come il lessico a base italiana non sia più sufficiente descrivere un fenomeno di portata globale quale la pandemia da SARS-CoV-2, che ha portato il sistema istituzionale e informativo italiano ad adottare termini provenienti da altri sistemi linguistici, adattandoli alla grammatica italiana e talvolta ignorando il significato semantico della lingua d’appartenenza di alcuni di questi tecnicismi e anglismi, dando origine non solo a neologismi entrati a far parte dell’italiano parlato comune, ma anche a pseudo-anglismi. L’analisi parte dallo scoppiare del primo focolaio in Cina (dicembre 2019) e successivamente in Italia (febbraio 2020), fino all’apertura della campagna vaccinale nel nostro Paese, che vede l’osservazione delle testate giornalistiche italiane, quali il ‘Corriere della Sera’, ‘la Stampa’ e ‘la Repubblica’, comparate con il lessico utilizzato da altre testate giornalistiche transnazionali, come il ‘New York Times’ e il ‘The Guardian’; dimostrando come la comunicazione mediatica in Italia, ma anche all’estero, sia riuscita ad influenzare la lingua nazionale, adottando neologismi, anglismi e occasionalismi che da tre anni fanno ormai parte di ciò che la studiosa e linguista Daniela Pietrini ha definito “lessico della pandemia”. Inoltre, accanto al “lessico della pandemia”, lo studio dimostra la nascita e la formazione di un lessico nuovo e specifico della campagna vaccinale in Italia, analizzando la provenienza di neologismi, tecnicismi, calchi e prestiti adottati dal linguaggio giornalistico per parlare della campagna vaccinale, dimostrando come il linguaggio medico-scientifico si sia insinuato nell’italiano parlato, tanto da far emergere e rendere appurate nel linguaggio comune parole che altrimenti sarebbero rimaste circoscritte al settore di appartenenza e come alcuni di questi tecnicismi siano stati sottoposti ad un processo di risemantizzazione; essi sono stati traslati dal linguaggio settoriale a quello giornalistico, che talvolta abusa di tali anglismi ed altre volte li coniuga applicando regole grammaticali dell’italiano. Il focus della ricerca si muove tra comunicazione istituzionale, comunicazione scientifica e comunicazione giornalistica, dimostrando come esse si sono influenzate a vicenda e come hanno influenzato l’italiano parlato comune, dimostrando come la lingua sia in continua evoluzione e come, molto spesso, le parole della lingua nazionale non bastino più per raccontare di un mondo ormai globalizzato. Inoltre, verranno riportati i pareri contrastanti di coloro che fanno parte della comunità linguistica italiana, soprattutto dell’Accademia della Crusca e del Gruppo Incipit, che dal 2016 collabora per preservare la lingua nazionale italiana, cercando validi sostituti alle parole provenienti da altri sistemi linguistici. L’analisi prosegue con l’osservazione di post pubblicati dai diversi utenti che popolano i social network, principalmente Facebook e Twitter, dimostrando come la comunicazione mediatica “dall’alto” sia in grado di influenzare la lingua nazionale e viceversa, creando ulteriore confusione in un clima di incertezza come quello che caratterizza la pandemia da SARS-CoV-2 e, soprattutto, l’attuale periodo di campagna vaccinale in Italia.

Il lessico della pandemia da SARS-CoV-2 e il lessico della campagna vaccinale in Italia. Analisi delle variazioni linguistiche nell'italiano parlato.

RAFFAGHELLO, MARTINA
2020/2021

Abstract

Questo studio vuole dimostrare come il lessico a base italiana non sia più sufficiente descrivere un fenomeno di portata globale quale la pandemia da SARS-CoV-2, che ha portato il sistema istituzionale e informativo italiano ad adottare termini provenienti da altri sistemi linguistici, adattandoli alla grammatica italiana e talvolta ignorando il significato semantico della lingua d’appartenenza di alcuni di questi tecnicismi e anglismi, dando origine non solo a neologismi entrati a far parte dell’italiano parlato comune, ma anche a pseudo-anglismi. L’analisi parte dallo scoppiare del primo focolaio in Cina (dicembre 2019) e successivamente in Italia (febbraio 2020), fino all’apertura della campagna vaccinale nel nostro Paese, che vede l’osservazione delle testate giornalistiche italiane, quali il ‘Corriere della Sera’, ‘la Stampa’ e ‘la Repubblica’, comparate con il lessico utilizzato da altre testate giornalistiche transnazionali, come il ‘New York Times’ e il ‘The Guardian’; dimostrando come la comunicazione mediatica in Italia, ma anche all’estero, sia riuscita ad influenzare la lingua nazionale, adottando neologismi, anglismi e occasionalismi che da tre anni fanno ormai parte di ciò che la studiosa e linguista Daniela Pietrini ha definito “lessico della pandemia”. Inoltre, accanto al “lessico della pandemia”, lo studio dimostra la nascita e la formazione di un lessico nuovo e specifico della campagna vaccinale in Italia, analizzando la provenienza di neologismi, tecnicismi, calchi e prestiti adottati dal linguaggio giornalistico per parlare della campagna vaccinale, dimostrando come il linguaggio medico-scientifico si sia insinuato nell’italiano parlato, tanto da far emergere e rendere appurate nel linguaggio comune parole che altrimenti sarebbero rimaste circoscritte al settore di appartenenza e come alcuni di questi tecnicismi siano stati sottoposti ad un processo di risemantizzazione; essi sono stati traslati dal linguaggio settoriale a quello giornalistico, che talvolta abusa di tali anglismi ed altre volte li coniuga applicando regole grammaticali dell’italiano. Il focus della ricerca si muove tra comunicazione istituzionale, comunicazione scientifica e comunicazione giornalistica, dimostrando come esse si sono influenzate a vicenda e come hanno influenzato l’italiano parlato comune, dimostrando come la lingua sia in continua evoluzione e come, molto spesso, le parole della lingua nazionale non bastino più per raccontare di un mondo ormai globalizzato. Inoltre, verranno riportati i pareri contrastanti di coloro che fanno parte della comunità linguistica italiana, soprattutto dell’Accademia della Crusca e del Gruppo Incipit, che dal 2016 collabora per preservare la lingua nazionale italiana, cercando validi sostituti alle parole provenienti da altri sistemi linguistici. L’analisi prosegue con l’osservazione di post pubblicati dai diversi utenti che popolano i social network, principalmente Facebook e Twitter, dimostrando come la comunicazione mediatica “dall’alto” sia in grado di influenzare la lingua nazionale e viceversa, creando ulteriore confusione in un clima di incertezza come quello che caratterizza la pandemia da SARS-CoV-2 e, soprattutto, l’attuale periodo di campagna vaccinale in Italia.
ITA
This study aims to demonstrate how the Italian-based lexicon is no longer sufficient to describe a phenomenon of global in nature such as the SARS-CoV-2 pandemic, which has led the Italian institutional and information system to adopt terms from other linguistic systems and to adapt them to Italian grammar while sometimes ignoring the semantic meaning of the language of origin of some of these technical expressions and anglisms. This gave, rise not only to neologisms that have become part of common spoken Italian, but also to pseudo-anglisms. The analysis starts from the first outbreak in China (December 2019) and subsequently in Italy (February 2020), until the opening of the vaccination campaign in our country, through the observation of Italian newspapers, such as 'Corriere della Sera', 'la Stampa' and 'la Repubblica', compared with the lexicon used by other transnational newspapers, such as 'New York Times' and 'The Guardian'; demonstrating how media communication in Italy, but also abroad, has succeeded in influencing the national language, adopting neologisms, anglicisms and occasionalism that for three years now have been part of what the scholar and linguist Daniela Pietrini has called the “pandemic lexicon”. Moreover, alongside the 'pandemic lexicon', the study shows the birth and formation of a new lexicon specific to the vaccination campaign in Italy. By analysing the origin of neologisms, technicalisms, casts and borrowings adopted by journalistic language to talk about the vaccination campaign, it is shown how medical-scientific language has insinuated itself into spoken Italian; incorporating words that would have remained confined to their field of origin. In addition, it is observed how some of the technical terms have undergone a process of resemantization. They have been transferred from the sectoral language to the journalistic one, which sometimes abuses such anglicisms and at other times combines them by applying Italian grammatical rules. The focus of the research moves between institutional communication, scientific communication and journalistic communication, showing how they have influenced each other and how they have influenced the common spoken Italian, demonstrating how the language is constantly evolving and how, very often, the words of the national language are no longer enough to tell the story of a now globalised world. Moreover, the contrasting opinions of those in the Italian linguistic community will be reported, especially the Accademia della Crusca and the Incipit Group, which has been working since 2016 to preserve the Italian national language by seeking valid substitutes for words from other linguistic systems. The analysis continues with the observation of posts published by different users populating social networks, mainly Facebook and Twitter, demonstrating how media communication "from above" can influence the national language, creating further confusion in a climate of uncertainty such as the one characterising the SARS-CoV-2 pandemic and, above all, the current vaccination campaign period in Italy.
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