The respiratory disease called Coronavirus 2019 (COVID-19), caused by the pathogen SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2), has had a significant impact not only from a somatic-physiological point of view, but also from a psychosocial one and neurological. An increasing number of tests have demonstrated a particular recurrent pattern of neurotropism by SARS-CoV-2, no less relevant than its primary symptomatology, i.e. typically respiratory symptomatology. In this regard, it was examined the literature that describes how this neuroinvasion, through direct and indirect mechanisms, of the CNS and the PNS, in the course of SARS-CoV-2 infection, can lead to clinical symptoms and / or associated diseases of different severity that can persist well beyond healing. This involvement, and the wide spectrum of neurological, cognitive, psychiatric and psychological clinical manifestations that may ensue, have led to the definition of the clinical / scientific construct "NeuroCovid-19". About 75% of people admitted to hospital with COVID-19 reported persistent cognitive, psychological and somatic symptoms even 6 months after recovering from the disease. In particular, the cognitive symptoms, reported by patients following SARS-CoV-2 infection, include: memory deficits, decline in attention and concentration, decline in executive functions, slowed thinking / cognitive fog. A population particularly affected from a psychological and neuropsychiatric point of view was the population of patients with neurocognitive disorders, who frequently experienced a worsening of both behavioral and psychological symptoms, and cognitive ones, due to the contraction of the SARS-CoV-2 virus, or in any case due to the indirect effects of the pandemic. Finally, future perspectives are presented regarding remote neuropsychological assessment and cognitive rehabilitation, psychological support and psychotherapy interventions, which should become a default choice for all patients who show such dysfunctions during or after SARS-CoV-2 infection. Although there are currently no formal guidelines for the practice of tele-neurospychology (t-NP), according to the literature we have available, it seems to be a valid and clinically useful method for the remote assessment of cognitive functioning and, it seems to be associated with the satisfaction of both the provider of the service and the users.

La malattia respiratoria chiamata Coronavirus 2019 (COVID-19), causata dall’agente patogeno SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2), ha avuto un impatto significativo non solo da un punto di vista somatico-fisiologico, ma anche psicosociale e neurologico. Un numero crescente di prove ha dimostrato un particolare quadro ricorrente di neurotropismo da parte del SARS-CoV-2, non meno rilevante della sua sintomatologia primaria, ovvero tipicamente respiratoria. A tal proposito, è stata esaminata la letteratura che descrive come tale neuroinvasione, attraverso meccanismi diretti e indiretti, del SNC e del SNP, nel corso dell’infezione da SARS-CoV-2, possa comportare sintomi clinici e/o malattie associate di diversa gravità che possono persistere ben oltre la guarigione. Tale coinvolgimento, e l’ampio spettro di manifestazioni cliniche neurologiche, cognitive, psichiatriche e psicologiche, che ne possono conseguire, hanno portato alla definizione del costrutto clinico/scientifico “NeuroCovid-19”. Circa il 75% delle persone ricoverate in ospedale con COVID-19 ha riportato sintomi cognitivi, psicologici e somatici persistenti anche 6 mesi dopo il recupero dalla malattia. In particolare, i sintomi cognitivi, riportati dai pazienti a seguito dell’infezione da SARS-CoV-2, riguardano: deficit nella memoria, declino dell’attenzione e della concentrazione, declino delle funzioni esecutive, pensiero rallentato/nebbia cognitiva. Una popolazione particolarmente colpita dal punto di vista psicologico e neuropsichiatrico è stata quella dei pazienti con disturbi neurocognitivi, che frequentemente sono andati incontro ad un peggioramento sia dei sintomi comportamentali e psicologici, sia di quelli cognitivi, per contrazione del virus SARS-CoV-2, o comunque per gli effetti indiretti della pandemia. Vengono presentate infine prospettive future in merito alla valutazione neuropsicologica condotta a distanza e agli interventi di riabilitazione cognitiva, sostegno psicologico e psicoterapia, i quali dovrebbero diventare una scelta predefinita per tutti i pazienti che mostrano tali disfunzioni durante o dopo l’infezione da SARS-CoV-2. Anche se attualmente non ci sono delle linee guida formali per la pratica della tele-neurospicologia (t-NP), secondo la letteratura che abbiamo a disposizione, sembra essere un metodo valido e clinicamente utile per la valutazione a distanza del funzionamento cognitivo e, sembra poi essere associato a soddisfazione sia da parte di chi eroga il servizio, sia dei fruitori.

NeuroCOVID-19: conseguenze psicologiche e neuropsicologiche

PANTANELLA, GIULIA
2020/2021

Abstract

La malattia respiratoria chiamata Coronavirus 2019 (COVID-19), causata dall’agente patogeno SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2), ha avuto un impatto significativo non solo da un punto di vista somatico-fisiologico, ma anche psicosociale e neurologico. Un numero crescente di prove ha dimostrato un particolare quadro ricorrente di neurotropismo da parte del SARS-CoV-2, non meno rilevante della sua sintomatologia primaria, ovvero tipicamente respiratoria. A tal proposito, è stata esaminata la letteratura che descrive come tale neuroinvasione, attraverso meccanismi diretti e indiretti, del SNC e del SNP, nel corso dell’infezione da SARS-CoV-2, possa comportare sintomi clinici e/o malattie associate di diversa gravità che possono persistere ben oltre la guarigione. Tale coinvolgimento, e l’ampio spettro di manifestazioni cliniche neurologiche, cognitive, psichiatriche e psicologiche, che ne possono conseguire, hanno portato alla definizione del costrutto clinico/scientifico “NeuroCovid-19”. Circa il 75% delle persone ricoverate in ospedale con COVID-19 ha riportato sintomi cognitivi, psicologici e somatici persistenti anche 6 mesi dopo il recupero dalla malattia. In particolare, i sintomi cognitivi, riportati dai pazienti a seguito dell’infezione da SARS-CoV-2, riguardano: deficit nella memoria, declino dell’attenzione e della concentrazione, declino delle funzioni esecutive, pensiero rallentato/nebbia cognitiva. Una popolazione particolarmente colpita dal punto di vista psicologico e neuropsichiatrico è stata quella dei pazienti con disturbi neurocognitivi, che frequentemente sono andati incontro ad un peggioramento sia dei sintomi comportamentali e psicologici, sia di quelli cognitivi, per contrazione del virus SARS-CoV-2, o comunque per gli effetti indiretti della pandemia. Vengono presentate infine prospettive future in merito alla valutazione neuropsicologica condotta a distanza e agli interventi di riabilitazione cognitiva, sostegno psicologico e psicoterapia, i quali dovrebbero diventare una scelta predefinita per tutti i pazienti che mostrano tali disfunzioni durante o dopo l’infezione da SARS-CoV-2. Anche se attualmente non ci sono delle linee guida formali per la pratica della tele-neurospicologia (t-NP), secondo la letteratura che abbiamo a disposizione, sembra essere un metodo valido e clinicamente utile per la valutazione a distanza del funzionamento cognitivo e, sembra poi essere associato a soddisfazione sia da parte di chi eroga il servizio, sia dei fruitori.
ITA
The respiratory disease called Coronavirus 2019 (COVID-19), caused by the pathogen SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2), has had a significant impact not only from a somatic-physiological point of view, but also from a psychosocial one and neurological. An increasing number of tests have demonstrated a particular recurrent pattern of neurotropism by SARS-CoV-2, no less relevant than its primary symptomatology, i.e. typically respiratory symptomatology. In this regard, it was examined the literature that describes how this neuroinvasion, through direct and indirect mechanisms, of the CNS and the PNS, in the course of SARS-CoV-2 infection, can lead to clinical symptoms and / or associated diseases of different severity that can persist well beyond healing. This involvement, and the wide spectrum of neurological, cognitive, psychiatric and psychological clinical manifestations that may ensue, have led to the definition of the clinical / scientific construct "NeuroCovid-19". About 75% of people admitted to hospital with COVID-19 reported persistent cognitive, psychological and somatic symptoms even 6 months after recovering from the disease. In particular, the cognitive symptoms, reported by patients following SARS-CoV-2 infection, include: memory deficits, decline in attention and concentration, decline in executive functions, slowed thinking / cognitive fog. A population particularly affected from a psychological and neuropsychiatric point of view was the population of patients with neurocognitive disorders, who frequently experienced a worsening of both behavioral and psychological symptoms, and cognitive ones, due to the contraction of the SARS-CoV-2 virus, or in any case due to the indirect effects of the pandemic. Finally, future perspectives are presented regarding remote neuropsychological assessment and cognitive rehabilitation, psychological support and psychotherapy interventions, which should become a default choice for all patients who show such dysfunctions during or after SARS-CoV-2 infection. Although there are currently no formal guidelines for the practice of tele-neurospychology (t-NP), according to the literature we have available, it seems to be a valid and clinically useful method for the remote assessment of cognitive functioning and, it seems to be associated with the satisfaction of both the provider of the service and the users.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/80339