Il lavoro svolto in questa tesi si focalizza sul regista Michelangelo Antonioni e parte da un’inquadratura generale sul contesto in cui l’artista è collocato: si tratta degli anni Sessanta e, in particolare, del cinema d’autore. Nell’ambiente cinematografico, Antonioni è stato più volte imitato e parodiato, ma ciò non ha impedito di affermare la sua originalità, in particolar modo nei film della tetralogia dell’incomunicabilità (1960-1964), ossia il fulcro intorno al quale è realizzata tale tesi. All’interno di queste opere, l’autore mira a cogliere le lacerazioni di una generazione, la noia dietro le apparenze, la crisi dell’individuo; egli riesce a portare in scena il disagio esistenziale che i suoi personaggi, invece, non riescono ad esteriorizzare (e che li spinge a varie forme di solitudine), comunica qualcosa di indicibile e lo fa attraverso il cinema, strumento di comunicazione per eccellenza. Per mezzo di varie fonti, dai testi cartacei alle riviste online, senza trascurare documentari e interviste indispensabili per comprendere la vita ed il pensiero dell’autore, l’elaborato si fa strada nel percorso del cineasta che attraversa i luoghi della sua infanzia e quelli della modernità, indagando l’animo umano ed il suo rapporto con il paesaggio circostante. I tre capitoli di questo progetto rappresentano la sensibilità artistica e visuale di Antonioni nei confronti del cinema, dove il regista dà prova dei suoi studi sul colore e dell’interesse verso la psicologia, la quale è essenziale per realizzare i profili ben dettagliati dei personaggi antonioniani.

Comunicare l'incomunicabilità: sentire la solitudine attraverso lo sguardo di Michelangelo Antonioni.

TURCO, CARLA
2020/2021

Abstract

Il lavoro svolto in questa tesi si focalizza sul regista Michelangelo Antonioni e parte da un’inquadratura generale sul contesto in cui l’artista è collocato: si tratta degli anni Sessanta e, in particolare, del cinema d’autore. Nell’ambiente cinematografico, Antonioni è stato più volte imitato e parodiato, ma ciò non ha impedito di affermare la sua originalità, in particolar modo nei film della tetralogia dell’incomunicabilità (1960-1964), ossia il fulcro intorno al quale è realizzata tale tesi. All’interno di queste opere, l’autore mira a cogliere le lacerazioni di una generazione, la noia dietro le apparenze, la crisi dell’individuo; egli riesce a portare in scena il disagio esistenziale che i suoi personaggi, invece, non riescono ad esteriorizzare (e che li spinge a varie forme di solitudine), comunica qualcosa di indicibile e lo fa attraverso il cinema, strumento di comunicazione per eccellenza. Per mezzo di varie fonti, dai testi cartacei alle riviste online, senza trascurare documentari e interviste indispensabili per comprendere la vita ed il pensiero dell’autore, l’elaborato si fa strada nel percorso del cineasta che attraversa i luoghi della sua infanzia e quelli della modernità, indagando l’animo umano ed il suo rapporto con il paesaggio circostante. I tre capitoli di questo progetto rappresentano la sensibilità artistica e visuale di Antonioni nei confronti del cinema, dove il regista dà prova dei suoi studi sul colore e dell’interesse verso la psicologia, la quale è essenziale per realizzare i profili ben dettagliati dei personaggi antonioniani.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/80280