Objective In patients with sensorineural hearing loss exhibiting an audiometric curve that declines at high frequencies, this study aims to analyze whether the use of frequency variation algorithms can enhance listening abilities and determine if these technologies lead to a greater hearing aid benefit. Methods The study sample consists of 27 subjects, where the demographic data (age, gender, education, and occupation) are not relevant to the study's objectives. The essential characteristics of the study sample include: sensorineural hearing loss, an audiometric curve morphology that declines at high frequencies; symmetrical hearing loss of moderate to severe degree, predominantly affecting the mid to high frequencies; absence of other pathologies that could lead to auditory alterations; and hearing aid use for at least one year. The sample underwent a battery of tests consisting of: free-field tonal audiometry, free-field speech audiometry, Matrix Test, and Speech Tracking. Each test was conducted twice; during the first series, the frequency variation algorithm was activated, while in the second series, this algorithm was deactivated. Results The difference observed between the activation and deactivation of frequency variation algorithms is significantly in favor of the former. It is evident that, in all four tests, the average results demonstrate that the use of these algorithms provides substantial benefits, both in quiet environments and in noisy situations. Conclusions Based on the analyses conducted and the results obtained, it can be concluded that frequency variation algorithms facilitate sound perception and also improve language comprehension in noisy environments. Therefore, it can be asserted that the activation of such algorithms is highly recommended, particularly for patients with characteristics similar or identical to those of the study sample.

Obiettivo In pazienti affetti da ipoacusia neurosensoriale con curva audiometrica in caduta sulle frequenze acute, andare ad analizzare, se l’utilizzo degli algoritmi di variazione frequenziale possa portare un vantaggio nell’ascolto e analizzare se con queste tecnologie, il guadagno protesico sia migliore. Metodi Il campione oggetto di studio composto da 27 soggetti, di cui i dati demografici (età, sesso, istruzione e occupazione) non sono rilevanti ai fini dello studio; mentre le caratteristiche essenziali del campione oggetto di studio sono: ipoacusia neurosensoriale, morfologia della curva audiometrica in caduta sulle frequenze acute; ipoacusie simmetriche e di entità medio/grave prettamente sulle frequenze medio/acute; non altre patologie che possano portare ad alterazioni uditive e infine protesizzazione da almeno un anno. A questo campione sono stati sottoposti una batteria di test, così composta: esame audiometrico tonale in campo libero, esame audiometrico vocale in campo libero, Matrix Test e Speech Tracking. Questi test sono stati effettuati due volte ciascuno, poiché nella prima serie veniva attivato l’algoritmo di variazione frequenziale, mentre nella seconda serie questo algoritmo veniva disattivato. Risultati La differenza ottenuta tra l’attivazione degli algoritmi di variazione frequenziale e la loro disattivazione è decisamente a favore della prima. Si può notare che, in tutti quattro gli esami, i risultati medi dimostrino che l’utilizzo di questi algoritmi porti un beneficio sostanziale, sia in situazione di quiete, sia in situazioni rumorose. Conclusioni Dalle analisi svolte e dai risultati ottenuti è possibile affermare che questi algoritmi di variazione frequenziale riescano a facilitare la percezione dei suoni, ma non solo, riescano a migliorare anche la comprensione del linguaggio in ambienti rumorosi. Quindi, in conclusione, si può dichiarare che l’attivazione di tali algoritmi è altamente consigliata, in particolar modo su pazienti con caratteristiche simili o uguali al campione oggetto di studio.

Algoritmi di variazione frequenziale - possibili implicazioni nel miglioramento dell’ascolto in un paziente ipoacusico

BOBBA, MATTEO
2023/2024

Abstract

Obiettivo In pazienti affetti da ipoacusia neurosensoriale con curva audiometrica in caduta sulle frequenze acute, andare ad analizzare, se l’utilizzo degli algoritmi di variazione frequenziale possa portare un vantaggio nell’ascolto e analizzare se con queste tecnologie, il guadagno protesico sia migliore. Metodi Il campione oggetto di studio composto da 27 soggetti, di cui i dati demografici (età, sesso, istruzione e occupazione) non sono rilevanti ai fini dello studio; mentre le caratteristiche essenziali del campione oggetto di studio sono: ipoacusia neurosensoriale, morfologia della curva audiometrica in caduta sulle frequenze acute; ipoacusie simmetriche e di entità medio/grave prettamente sulle frequenze medio/acute; non altre patologie che possano portare ad alterazioni uditive e infine protesizzazione da almeno un anno. A questo campione sono stati sottoposti una batteria di test, così composta: esame audiometrico tonale in campo libero, esame audiometrico vocale in campo libero, Matrix Test e Speech Tracking. Questi test sono stati effettuati due volte ciascuno, poiché nella prima serie veniva attivato l’algoritmo di variazione frequenziale, mentre nella seconda serie questo algoritmo veniva disattivato. Risultati La differenza ottenuta tra l’attivazione degli algoritmi di variazione frequenziale e la loro disattivazione è decisamente a favore della prima. Si può notare che, in tutti quattro gli esami, i risultati medi dimostrino che l’utilizzo di questi algoritmi porti un beneficio sostanziale, sia in situazione di quiete, sia in situazioni rumorose. Conclusioni Dalle analisi svolte e dai risultati ottenuti è possibile affermare che questi algoritmi di variazione frequenziale riescano a facilitare la percezione dei suoni, ma non solo, riescano a migliorare anche la comprensione del linguaggio in ambienti rumorosi. Quindi, in conclusione, si può dichiarare che l’attivazione di tali algoritmi è altamente consigliata, in particolar modo su pazienti con caratteristiche simili o uguali al campione oggetto di studio.
Frequency variation algorithms - possible implications in improving listening in a patient with hearing loss
Objective In patients with sensorineural hearing loss exhibiting an audiometric curve that declines at high frequencies, this study aims to analyze whether the use of frequency variation algorithms can enhance listening abilities and determine if these technologies lead to a greater hearing aid benefit. Methods The study sample consists of 27 subjects, where the demographic data (age, gender, education, and occupation) are not relevant to the study's objectives. The essential characteristics of the study sample include: sensorineural hearing loss, an audiometric curve morphology that declines at high frequencies; symmetrical hearing loss of moderate to severe degree, predominantly affecting the mid to high frequencies; absence of other pathologies that could lead to auditory alterations; and hearing aid use for at least one year. The sample underwent a battery of tests consisting of: free-field tonal audiometry, free-field speech audiometry, Matrix Test, and Speech Tracking. Each test was conducted twice; during the first series, the frequency variation algorithm was activated, while in the second series, this algorithm was deactivated. Results The difference observed between the activation and deactivation of frequency variation algorithms is significantly in favor of the former. It is evident that, in all four tests, the average results demonstrate that the use of these algorithms provides substantial benefits, both in quiet environments and in noisy situations. Conclusions Based on the analyses conducted and the results obtained, it can be concluded that frequency variation algorithms facilitate sound perception and also improve language comprehension in noisy environments. Therefore, it can be asserted that the activation of such algorithms is highly recommended, particularly for patients with characteristics similar or identical to those of the study sample.
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