Il presente elaborato ha lo scopo di analizzare l’evoluzione del mercato europeo ed italiano dei crediti deteriorati e valutare se questo possa considerarsi oggi efficiente e resiliente ovvero in grado di fronteggiare la probabile nuova ondata di crediti anomali prevista nel biennio 2021-2022 a seguito dello scoppio della crisi pandemica da Covid-19. L’aumento sarà imputabile principalmente alla mancata proroga delle misure di moratoria e delle garanzie concesse dal Governo per sostenere la liquidità di famiglie e imprese, unitamente all’entrata in vigore della nuova definizione di default e all’applicazione del calendar provisioning. Si sottolinea come il fenomeno del credit crunch e i fallimenti di molti istituti di credito italiani siano le dirette conseguenze delle ingenti esposizioni deteriorate presenti nei bilanci bancari e si ribadisce la necessità, in un’ottica preventiva, di una corretta valutazione del merito creditizio seguendo i dettami degli Accordi di Basilea. Vengono esaminate le principali strategie on balance, focalizzando l’attenzione sull’operatività dei servicers, e off balance adottate dalle banche al fine di contrastare opportunamente il fenomeno in questione. Si approfondiscono le ragioni che impedirono un rapido sviluppo del mercato dei NPLs a seguito della crisi finanziaria del 2008 e si descrivono le caratteristiche della garanzia statale sulla cartolarizzazione delle sofferenze, anche detta GACS, e del Fondo Atlante. A seguito della crisi pandemica si prevede il passaggio da un mercato basato sulla gestione delle sofferenze ad un mercato UTPs oriented che richiederà logiche di gestione differenti. Si valuta infine se la proposta di costituzione di una Bad Bank europea o di una rete di Bad Banks nazionali possa essere considerata come un’efficiente soluzione al problema del nuovo probabile afflusso di crediti non performanti previsto nei prossimi anni.

Banche e crisi pandemica: il fenomeno dei Non Performing Loans

PORRO, STEFANO
2020/2021

Abstract

Il presente elaborato ha lo scopo di analizzare l’evoluzione del mercato europeo ed italiano dei crediti deteriorati e valutare se questo possa considerarsi oggi efficiente e resiliente ovvero in grado di fronteggiare la probabile nuova ondata di crediti anomali prevista nel biennio 2021-2022 a seguito dello scoppio della crisi pandemica da Covid-19. L’aumento sarà imputabile principalmente alla mancata proroga delle misure di moratoria e delle garanzie concesse dal Governo per sostenere la liquidità di famiglie e imprese, unitamente all’entrata in vigore della nuova definizione di default e all’applicazione del calendar provisioning. Si sottolinea come il fenomeno del credit crunch e i fallimenti di molti istituti di credito italiani siano le dirette conseguenze delle ingenti esposizioni deteriorate presenti nei bilanci bancari e si ribadisce la necessità, in un’ottica preventiva, di una corretta valutazione del merito creditizio seguendo i dettami degli Accordi di Basilea. Vengono esaminate le principali strategie on balance, focalizzando l’attenzione sull’operatività dei servicers, e off balance adottate dalle banche al fine di contrastare opportunamente il fenomeno in questione. Si approfondiscono le ragioni che impedirono un rapido sviluppo del mercato dei NPLs a seguito della crisi finanziaria del 2008 e si descrivono le caratteristiche della garanzia statale sulla cartolarizzazione delle sofferenze, anche detta GACS, e del Fondo Atlante. A seguito della crisi pandemica si prevede il passaggio da un mercato basato sulla gestione delle sofferenze ad un mercato UTPs oriented che richiederà logiche di gestione differenti. Si valuta infine se la proposta di costituzione di una Bad Bank europea o di una rete di Bad Banks nazionali possa essere considerata come un’efficiente soluzione al problema del nuovo probabile afflusso di crediti non performanti previsto nei prossimi anni.
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