L’obiettivo dello studio è analizzare il ciclo pittorico "La rosa e il leone" (1972) del pittore sanmarinese Giangiacomo Spadari (1938-1997), focalizzandosi sul metodo di lavoro e le immagini utilizzate nella realizzazione dei collage dipinti che costituiscono il ciclo di opere. La mostra presso la Galleria Schwarz di Milano presenta venti opere dedicate ai rivoluzionari Rosa Luxemburg (1871-1919) e Lev Trotskij (1879-1940). Lo scopo è ricostruire le possibili fonti dalle quali proviene il comparto di immagini usate nel ciclo, analizzando il contesto storico e culturale attorno al 1972. Di conseguenza, grazie alle indicazioni in catalogo, i campi di ricerca sono l’editoria, il cinema e le mostre d’arte avvenute in Italia ed Europa negli anni Sessanta e Settanta. Parallelamente, è stato ricostruito il metodo di lavoro dell’artista confrontando i cataloghi e le opere provenienti da anni diversi, e ascoltando le dichiarazioni dell’artista e dei suoi colleghi. Il risultato dimostra come molte immagini siano state così diffuse da rendere impossibile la definizione di un singolo gruppo di fonti, ma al tempo stesso dimostra come la cultura di Spadari e dei suoi colleghi fosse ramificata.
"La rosa e il leone" (1972): un ciclo di Giangiacomo Spadari
BRONZELLINO, PAOLO
2020/2021
Abstract
L’obiettivo dello studio è analizzare il ciclo pittorico "La rosa e il leone" (1972) del pittore sanmarinese Giangiacomo Spadari (1938-1997), focalizzandosi sul metodo di lavoro e le immagini utilizzate nella realizzazione dei collage dipinti che costituiscono il ciclo di opere. La mostra presso la Galleria Schwarz di Milano presenta venti opere dedicate ai rivoluzionari Rosa Luxemburg (1871-1919) e Lev Trotskij (1879-1940). Lo scopo è ricostruire le possibili fonti dalle quali proviene il comparto di immagini usate nel ciclo, analizzando il contesto storico e culturale attorno al 1972. Di conseguenza, grazie alle indicazioni in catalogo, i campi di ricerca sono l’editoria, il cinema e le mostre d’arte avvenute in Italia ed Europa negli anni Sessanta e Settanta. Parallelamente, è stato ricostruito il metodo di lavoro dell’artista confrontando i cataloghi e le opere provenienti da anni diversi, e ascoltando le dichiarazioni dell’artista e dei suoi colleghi. Il risultato dimostra come molte immagini siano state così diffuse da rendere impossibile la definizione di un singolo gruppo di fonti, ma al tempo stesso dimostra come la cultura di Spadari e dei suoi colleghi fosse ramificata. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/80241