Background: Congenital Cytomegalovirus infection (cCMV) represents the most frequent cause of congenital infections and can be responsible for serious disabilities such as hearing and visual impairment and neurodevelopmental delay. Aims: The aim of our study was to analyze the correlation between the presence of pathological alterations found on encephalic magnetic resonance imaging (MRI) and the development of long term audiological and neurodevelopmental sequelae; it was also evaluated the predictivity of encephalic MRI in identifying newborns with cCMV with decreased risk of neurodevelopmental sequelae. Materials and methods: This retrospective and monocentric study included 51 newborns diagnosed with cCMV who, during follow-up, performed a brain MRI scan at a mean age of 1 month and 2 weeks. Two severity degrees of brain MRI findings were established and the correlation between neuroimaging findings and audiological and neurodevelopmental outcome at the end of follow-up (12 months for asymptomatic children and 24 months for symptomatic ones) was subsequently assessed. Results: Among infants who had normal brain MRI, 9 out of 21 (42.9%) showed symptoms at birth and 1 out of 21 (4.8%) developed a negative long-term outcome; among infants with pathological MRI, 26 out of 30 (86.7%) had symptoms at birth and 18 out of 30 (60%) developed a hearing and/or neurodevelopmental negative outcome. In these subjects an OR equal to 28.1 with 95% CI [3.57 - 1300.7] was found with regard to adverse long-term outcome (p = 0.00007). Among infants who had mildly pathological brain MRI, 3 out of 6 (50%) experienced symptoms at birth and none developed a negative long-term outcome; among infants with severely pathological MRI, 23 out of 24 (95.8%) had symptoms at birth and 18 out of 24 (75%) developed a hearing and/or neurodevelopmental negative outcome. In these subjects an OR equal to Infinite with 95% CI [2.5 - Inf] was found with regard to adverse long-term outcome (p = 0.002). The negative predictive value of brain MRI was 95.2%. Conclusions: Brain MRI is an important tool in integrated care pathways of congenital Cytomegalovirus infections because it obtains a predictive value of newborn’s outcome. Our study’s results can represent the basis for future studies aimed to define a brain MRI severity score useful to predict prognosis, to optimize follow-up, to provide informations for therapy and to improve newborn’s family counseling.

Background: Il Citomegalovirus congenito (cCMV) rappresenta la più frequente causa di infezioni congenite e può essere responsabile di gravi disabilità quali compromissione uditiva e visiva e ritardo del neurosviluppo. Obiettivo: L’obiettivo del nostro studio è stato quello di analizzare la correlazione tra la presenza di alterazioni patologiche riscontrate alla risonanza magnetica (RM) encefalica e lo sviluppo di sequele audiologiche e neurocomportamentali a distanza; è stata anche valutata la predittività della RM encefalica nell’identificare i neonati con cCMV con diminuito rischio di sequele neuroevolutive. Materiali e metodi: Questo studio retrospettivo e monocentrico ha incluso 51 neonati affetti da cCMV che, durante il percorso di follow-up, hanno eseguito una risonanza magnetica encefalica ad un’età media di 1 mese e 2 settimane. Sono stati definiti due gradi di gravità dei reperti delle RM encefaliche e si è successivamente proceduto alla valutazione della correlazione tra i reperti del neuroimaging e l’outcome audiologico e neuroevolutivo al termine del follow up (12 mesi per i bambini asintomatici e 24 mesi per quelli sintomatici). Risultati: Tra i neonati che presentavano una RM encefalica nella norma, 9 su 21 (42,9%) hanno manifestato sintomi alla nascita e 1 su 21 (4,8%) ha sviluppato un esito negativo a distanza; tra i neonati con RM patologica, 26 su 30 (86,7%) hanno presentato una sintomatologia alla nascita e 18 su 30 (60%) hanno sviluppato un esito negativo uditivo e/o neuroevolutivo. In questi soggetti si è riscontrato un OR pari a 28.1 con IC 95% [3.57 – 1300.7] per quanto riguarda gli outcomes sfavorevoli a distanza (p = 0.00007). Tra i neonati che presentavano una RM encefalica lievemente patologica, 3 su 6 (50%) hanno manifestato sintomi alla nascita e nessuno ha sviluppato un esito negativo a distanza; tra i neonati con RM gravemente patologica, 23 su 24 (95,8%) hanno presentato una sintomatologia alla nascita e 18 su 24 (75%) hanno sviluppato un esito negativo uditivo e/o neuroevolutivo. In questi soggetti si è riscontrato un OR pari a Infinito con IC 95% [2.5 – Inf] per quanto riguarda gli outcomes sfavorevoli a distanza (p = 0.002). Il valore predittivo negativo della risonanza magnetica encefalica è risultato essere pari al 95,2%. Conclusioni: La RM encefalica è uno strumento fondamentale nel programma diagnostico-terapeutico-assistenziale delle infezioni congenite da Citomegalovirus in quanto assume un valore predittivo dell’outcome del neonato. I risultati del nostro studio possono costituire la base per futuri studi finalizzati alla definizione di uno score di gravità della RM encefalica utile a predire la prognosi, ad ottimizzare il follow-up, a fornire indicazioni più precise per il trattamento e a migliorare il counseling alle famiglie di questi neonati.

La risonanza magnetica encefalica come indicatore prognostico dell'outcome clinico e neuroevolutivo del neonato con infezione congenita da Citomegalovirus

PATRITO, STEFANIA
2019/2020

Abstract

Background: Il Citomegalovirus congenito (cCMV) rappresenta la più frequente causa di infezioni congenite e può essere responsabile di gravi disabilità quali compromissione uditiva e visiva e ritardo del neurosviluppo. Obiettivo: L’obiettivo del nostro studio è stato quello di analizzare la correlazione tra la presenza di alterazioni patologiche riscontrate alla risonanza magnetica (RM) encefalica e lo sviluppo di sequele audiologiche e neurocomportamentali a distanza; è stata anche valutata la predittività della RM encefalica nell’identificare i neonati con cCMV con diminuito rischio di sequele neuroevolutive. Materiali e metodi: Questo studio retrospettivo e monocentrico ha incluso 51 neonati affetti da cCMV che, durante il percorso di follow-up, hanno eseguito una risonanza magnetica encefalica ad un’età media di 1 mese e 2 settimane. Sono stati definiti due gradi di gravità dei reperti delle RM encefaliche e si è successivamente proceduto alla valutazione della correlazione tra i reperti del neuroimaging e l’outcome audiologico e neuroevolutivo al termine del follow up (12 mesi per i bambini asintomatici e 24 mesi per quelli sintomatici). Risultati: Tra i neonati che presentavano una RM encefalica nella norma, 9 su 21 (42,9%) hanno manifestato sintomi alla nascita e 1 su 21 (4,8%) ha sviluppato un esito negativo a distanza; tra i neonati con RM patologica, 26 su 30 (86,7%) hanno presentato una sintomatologia alla nascita e 18 su 30 (60%) hanno sviluppato un esito negativo uditivo e/o neuroevolutivo. In questi soggetti si è riscontrato un OR pari a 28.1 con IC 95% [3.57 – 1300.7] per quanto riguarda gli outcomes sfavorevoli a distanza (p = 0.00007). Tra i neonati che presentavano una RM encefalica lievemente patologica, 3 su 6 (50%) hanno manifestato sintomi alla nascita e nessuno ha sviluppato un esito negativo a distanza; tra i neonati con RM gravemente patologica, 23 su 24 (95,8%) hanno presentato una sintomatologia alla nascita e 18 su 24 (75%) hanno sviluppato un esito negativo uditivo e/o neuroevolutivo. In questi soggetti si è riscontrato un OR pari a Infinito con IC 95% [2.5 – Inf] per quanto riguarda gli outcomes sfavorevoli a distanza (p = 0.002). Il valore predittivo negativo della risonanza magnetica encefalica è risultato essere pari al 95,2%. Conclusioni: La RM encefalica è uno strumento fondamentale nel programma diagnostico-terapeutico-assistenziale delle infezioni congenite da Citomegalovirus in quanto assume un valore predittivo dell’outcome del neonato. I risultati del nostro studio possono costituire la base per futuri studi finalizzati alla definizione di uno score di gravità della RM encefalica utile a predire la prognosi, ad ottimizzare il follow-up, a fornire indicazioni più precise per il trattamento e a migliorare il counseling alle famiglie di questi neonati.
Magnetic resonance imaging of the brain as prognostic indicator of clinical and neurodevelopmental outcome in newborn with congenital Cytomegalovirus infection
Background: Congenital Cytomegalovirus infection (cCMV) represents the most frequent cause of congenital infections and can be responsible for serious disabilities such as hearing and visual impairment and neurodevelopmental delay. Aims: The aim of our study was to analyze the correlation between the presence of pathological alterations found on encephalic magnetic resonance imaging (MRI) and the development of long term audiological and neurodevelopmental sequelae; it was also evaluated the predictivity of encephalic MRI in identifying newborns with cCMV with decreased risk of neurodevelopmental sequelae. Materials and methods: This retrospective and monocentric study included 51 newborns diagnosed with cCMV who, during follow-up, performed a brain MRI scan at a mean age of 1 month and 2 weeks. Two severity degrees of brain MRI findings were established and the correlation between neuroimaging findings and audiological and neurodevelopmental outcome at the end of follow-up (12 months for asymptomatic children and 24 months for symptomatic ones) was subsequently assessed. Results: Among infants who had normal brain MRI, 9 out of 21 (42.9%) showed symptoms at birth and 1 out of 21 (4.8%) developed a negative long-term outcome; among infants with pathological MRI, 26 out of 30 (86.7%) had symptoms at birth and 18 out of 30 (60%) developed a hearing and/or neurodevelopmental negative outcome. In these subjects an OR equal to 28.1 with 95% CI [3.57 - 1300.7] was found with regard to adverse long-term outcome (p = 0.00007). Among infants who had mildly pathological brain MRI, 3 out of 6 (50%) experienced symptoms at birth and none developed a negative long-term outcome; among infants with severely pathological MRI, 23 out of 24 (95.8%) had symptoms at birth and 18 out of 24 (75%) developed a hearing and/or neurodevelopmental negative outcome. In these subjects an OR equal to Infinite with 95% CI [2.5 - Inf] was found with regard to adverse long-term outcome (p = 0.002). The negative predictive value of brain MRI was 95.2%. Conclusions: Brain MRI is an important tool in integrated care pathways of congenital Cytomegalovirus infections because it obtains a predictive value of newborn’s outcome. Our study’s results can represent the basis for future studies aimed to define a brain MRI severity score useful to predict prognosis, to optimize follow-up, to provide informations for therapy and to improve newborn’s family counseling.
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