With this paper I wanted to trace a synopsis of the long and fruitful period that led to the birth of the articulated legislation for the protection of what we now call "cultural heritage". In the first chapter, a historical survey of the fundamental stages of the intellectual and moral awareness of the need to preserve the Antiquities, artistic and historical monuments was provided. In this regard, we mentioned the Ancient Roman period in which the idea is formed, which then passed through Humanism and the Renaissance, in which the awareness of the political role for protection purposes is consolidated, to reach the pre-unification laws of the various Italian States that will act as base for the first period of the Unity. Later I focused on the first national measures of 1909 and 1922 on the protection of antiquities and fine arts and of the landscape which, although incomplete, had the merit of establishing a first homogeneous protection on the national territory. The second chapter is dedicated to the analysis of the political and cultural climate which led to the formation of a real protection system of which the laws 1089 and 1497 of 1939 (so-called Bottai laws) constitute the supporting architrave for the decades to come. The other fundamental component of the chapter is the reconstruction of the debate within the Constituent Assembly which led, not without difficulty, to the drafting of Article 9 which will place among the fundamental principles the protection of the landscape and the historical and artistic heritage of the Nation. Finally, the third chapter is about the story of cultural heritage in the republican era: amidst the delays of the legislator, the incessant debate of doctrine, leading to the creation in 1975 of the Ministry for Cultural and Environmental Heritage by Giovanni Spadolini. The common thread characterizing the paper is the ideological and legal analysis of the issue of ownership of such assets, with the consequent modulations that each era has brought to this right in a process of progressive expansion of state powers over dominical faculties. ​

Con il presente elaborato si è voluto tracciare un affresco del lungo e fecondo periodo che ha portato alla nascita dell’articolata normativa di tutela di quello che oggi chiamiamo “patrimonio culturale”. Nel primo capitolo si è provveduto ad una ricognizione storica delle tappe fondamentali della presa di coscienza intellettuale e morale della necessità di preservare le Antichità e i monumenti artistici e storici. A tal proposito, si è accennato all’antichità romana in cui l’idea si forma, per passare attraverso l’Umanesimo ed il Rinascimento in cui si consolida la consapevolezza del ruolo politico a fini di protezione, per giungere alle legislazioni preunitarie dei vari Stati italiani che fungeranno da base per il primo periodo dell’Unità. In seguito ci si è soffermati sui primi provvedimenti nazionali del 1909 e del 1922 sulla tutela delle antichità e belle arti e del paesaggio che, pur incomplete, hanno avuto il merito di fondare una prima protezione omogenea sul territorio nazionale. Nel secondo capitolo ci si è dedicati all’analisi della temperie politica e culturale che ha portato alla formazione di un vero e proprio sistema di tutela di cui le leggi 1089 e 1497 del 1939 (cosiddette leggi Bottai) costituiscono l’architrave portante per i decenni a venire. L’altra componente fondamentale del capitolo è la ricostruzione del dibattito in seno all’Assemblea Costituente che portò, non senza difficoltà, alla redazione dell’articolo 9 che porrà tra i principi fondamentali la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione. Infine, il terzo capitolo è stato consacrato alla vicenda del patrimonio culturale nell’epoca repubblicana: tra ritardi del legislatore, l’incessante dibattito della dottrina, per giungere alla creazione nel 1975 del Ministero per i beni culturali e ambientali ad opera di Giovanni Spadolini. Fil rouge caratterizzante dell’elaborato è l’analisi ideologica e giuridica della questione della proprietà di tali beni, con le conseguenti modulazioni che ogni epoca ha apportato a tale diritto in un percorso di progressiva espansione delle potestà statali sulla pienezza delle facoltà dominicali. ​

La tutela del “patrimonio culturale” dal 1939 al 1975. Profili storico-giuridici

VIETTI RAMUS, WILMER
2020/2021

Abstract

Con il presente elaborato si è voluto tracciare un affresco del lungo e fecondo periodo che ha portato alla nascita dell’articolata normativa di tutela di quello che oggi chiamiamo “patrimonio culturale”. Nel primo capitolo si è provveduto ad una ricognizione storica delle tappe fondamentali della presa di coscienza intellettuale e morale della necessità di preservare le Antichità e i monumenti artistici e storici. A tal proposito, si è accennato all’antichità romana in cui l’idea si forma, per passare attraverso l’Umanesimo ed il Rinascimento in cui si consolida la consapevolezza del ruolo politico a fini di protezione, per giungere alle legislazioni preunitarie dei vari Stati italiani che fungeranno da base per il primo periodo dell’Unità. In seguito ci si è soffermati sui primi provvedimenti nazionali del 1909 e del 1922 sulla tutela delle antichità e belle arti e del paesaggio che, pur incomplete, hanno avuto il merito di fondare una prima protezione omogenea sul territorio nazionale. Nel secondo capitolo ci si è dedicati all’analisi della temperie politica e culturale che ha portato alla formazione di un vero e proprio sistema di tutela di cui le leggi 1089 e 1497 del 1939 (cosiddette leggi Bottai) costituiscono l’architrave portante per i decenni a venire. L’altra componente fondamentale del capitolo è la ricostruzione del dibattito in seno all’Assemblea Costituente che portò, non senza difficoltà, alla redazione dell’articolo 9 che porrà tra i principi fondamentali la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione. Infine, il terzo capitolo è stato consacrato alla vicenda del patrimonio culturale nell’epoca repubblicana: tra ritardi del legislatore, l’incessante dibattito della dottrina, per giungere alla creazione nel 1975 del Ministero per i beni culturali e ambientali ad opera di Giovanni Spadolini. Fil rouge caratterizzante dell’elaborato è l’analisi ideologica e giuridica della questione della proprietà di tali beni, con le conseguenti modulazioni che ogni epoca ha apportato a tale diritto in un percorso di progressiva espansione delle potestà statali sulla pienezza delle facoltà dominicali. ​
ITA
With this paper I wanted to trace a synopsis of the long and fruitful period that led to the birth of the articulated legislation for the protection of what we now call "cultural heritage". In the first chapter, a historical survey of the fundamental stages of the intellectual and moral awareness of the need to preserve the Antiquities, artistic and historical monuments was provided. In this regard, we mentioned the Ancient Roman period in which the idea is formed, which then passed through Humanism and the Renaissance, in which the awareness of the political role for protection purposes is consolidated, to reach the pre-unification laws of the various Italian States that will act as base for the first period of the Unity. Later I focused on the first national measures of 1909 and 1922 on the protection of antiquities and fine arts and of the landscape which, although incomplete, had the merit of establishing a first homogeneous protection on the national territory. The second chapter is dedicated to the analysis of the political and cultural climate which led to the formation of a real protection system of which the laws 1089 and 1497 of 1939 (so-called Bottai laws) constitute the supporting architrave for the decades to come. The other fundamental component of the chapter is the reconstruction of the debate within the Constituent Assembly which led, not without difficulty, to the drafting of Article 9 which will place among the fundamental principles the protection of the landscape and the historical and artistic heritage of the Nation. Finally, the third chapter is about the story of cultural heritage in the republican era: amidst the delays of the legislator, the incessant debate of doctrine, leading to the creation in 1975 of the Ministry for Cultural and Environmental Heritage by Giovanni Spadolini. The common thread characterizing the paper is the ideological and legal analysis of the issue of ownership of such assets, with the consequent modulations that each era has brought to this right in a process of progressive expansion of state powers over dominical faculties. ​
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/79672