This dissertation, entitled "Anxiety, performance, and sports: a treatment related to adolescence," aims to analyze the relationship between anxiety and sports competition, with particular attention to the developmental period, i.e., the preadolescent and adolescent stages. Anxiety is necessary for humans in response to dangerous situations, as it enables the activation of the attack-escape mechanism. However, it becomes a real disorder when this "alarm bell" continues to "ring" even when one moves away from the conditions defined as "dangerous." An anxious person is constantly in a situation of vigilance, of tension, which persists over time and creates a discomfort in the person. Sports competitions can often be a stressor, even a very high one, especially from the moment when the transition from the basic activity to the competition context occurs. However, this transition often coincides with two very delicate phases of development, characterized by uncertainty and instability, in which changes and transformations take place both physically and psychologically and socially. More and more often, we see young athletes focusing on a single sport with the aim of maximizing their technical skills in a specific sport in order to participate in high-level competitions, that is, in the realm of professionalism. However, many researchers have disputed the need for young athletes to overtrain in a single sport, as this could have negative consequences for them, including a total dropout of their sporting activity, an effect that is exactly the opposite of what they would aim for by specializing in a single sport. Performance anxiety is not only observed in developing athletes, but also in elite athletes. In this regard, it is therefore necessary to pay more and more attention also to the mental and not only the physical health of athletes, starting with the younger ones. Adults, especially sports kinesiologists, do important work in the sports context, especially in the area of youth. It is necessary to have well-trained professionals who are able to teach at the same time the technical aspects, but above all, the correct and effective communication methods to listen to the needs and convey the true values of sport, so that the sporting experience is also a context for the growth and education of the individual, not only in technical terms, but also in personal terms.

Questo elaborato di tesi di laurea denominato “Ansia, prestazione e sport: una trattazione riferita al periodo adolescenziale” è volto ad analizzare, attraverso una riflessione bibliografica, la relazione esistente tra l’ansia e la competizione sportiva, con un’attenzione particolare per quanto riguarda il periodo dello sviluppo, ovvero la fase preadolescenziale ed adolescenziale. L’ansia è necessaria per l’individuo, in risposta a situazioni pericolose, in quanto essa permette la messa in azione del meccanismo di attacco – fuga; essa diventa però un vero e proprio disturbo quando questo “campanello d’allarme” continua a “suonare” anche dopo che ci si è allontanati dalle circostanze definite come “pericolose”. Una persona ansiosa si trova costantemente in una situazione di allerta, di tensione, che perdura nel tempo, generando nel soggetto uno stato di malessere. La competizione sportiva può risultare spesso un fattore di stress, anche molto elevato, soprattutto dal momento in cui si effettua il passaggio dall’attività di base al contesto agonistico. Questo passaggio, però, di frequente coincide con due fasi dello sviluppo molto delicate, la preadolescenza e l’adolescenza, caratterizzate da incertezza ed instabilità, nelle quali si verificano cambiamenti e trasformazioni sia dal punto di vista fisico, ma anche psicologico e sociale. Sempre più spesso si vedono giovani atleti/e che vengono indirizzati/e verso un singolo sport con l’obiettivo di massimizzare le abilità tecniche in una determinata attività sportiva in modo da poter gareggiare nelle massime competizioni, vale a dire nell’ambito del professionismo. Numerosi studiosi hanno smentito però la necessità di un sovrallenamento giovanile in un singolo sport, in quanto potrebbe avere conseguenze dannose per il/la giovane atleta, tra le quali anche il totale allontanamento dall’attività sportiva del soggetto, effetto esattamente opposto rispetto a ciò che si voleva ambire con la specializzazione in uno sport. L’ansia da prestazione non si manifesta solamente tra atleti che si trovano nelle fase di sviluppo prese in esame in questo lavoro di tesi, bensì è presente anche tra gli atleti d’élite, sottolineando come il livello a cui si arriva nell’ambito professionale, in questo caso competizioni nazionali, internazionali od olimpiche, non precluda questi soggetti dal soffrire di disturbi d’ansia o simili. A questo riguardo, è quindi necessario prestare sempre più attenzione anche alla salute mentale e non solo fisica degli/delle atleti/e, iniziando già dai più giovani. Gli adulti, in particolare i chinesiologi sportivi, svolgono un lavoro fondamentale all’interno del contesto sportivo; soprattutto in ambito giovanile è necessaria la presenza di soggetti adeguatamente formati che possano trasmettere sia gli aspetti tecnici, ma anche, soprattutto, le corrette ed efficaci modalità di comunicazione, di ascolto dei bisogni e di trasmissione dei veri valori dello sport, in modo tale da rendere l’esperienza sportiva anche un contesto di crescita e formazione dell’individuo, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche personale.

Ansia, prestazione e sport: Una trattazione riferita al periodo adolescenziale

CAGNASSO, ALESSIA
2021/2022

Abstract

Questo elaborato di tesi di laurea denominato “Ansia, prestazione e sport: una trattazione riferita al periodo adolescenziale” è volto ad analizzare, attraverso una riflessione bibliografica, la relazione esistente tra l’ansia e la competizione sportiva, con un’attenzione particolare per quanto riguarda il periodo dello sviluppo, ovvero la fase preadolescenziale ed adolescenziale. L’ansia è necessaria per l’individuo, in risposta a situazioni pericolose, in quanto essa permette la messa in azione del meccanismo di attacco – fuga; essa diventa però un vero e proprio disturbo quando questo “campanello d’allarme” continua a “suonare” anche dopo che ci si è allontanati dalle circostanze definite come “pericolose”. Una persona ansiosa si trova costantemente in una situazione di allerta, di tensione, che perdura nel tempo, generando nel soggetto uno stato di malessere. La competizione sportiva può risultare spesso un fattore di stress, anche molto elevato, soprattutto dal momento in cui si effettua il passaggio dall’attività di base al contesto agonistico. Questo passaggio, però, di frequente coincide con due fasi dello sviluppo molto delicate, la preadolescenza e l’adolescenza, caratterizzate da incertezza ed instabilità, nelle quali si verificano cambiamenti e trasformazioni sia dal punto di vista fisico, ma anche psicologico e sociale. Sempre più spesso si vedono giovani atleti/e che vengono indirizzati/e verso un singolo sport con l’obiettivo di massimizzare le abilità tecniche in una determinata attività sportiva in modo da poter gareggiare nelle massime competizioni, vale a dire nell’ambito del professionismo. Numerosi studiosi hanno smentito però la necessità di un sovrallenamento giovanile in un singolo sport, in quanto potrebbe avere conseguenze dannose per il/la giovane atleta, tra le quali anche il totale allontanamento dall’attività sportiva del soggetto, effetto esattamente opposto rispetto a ciò che si voleva ambire con la specializzazione in uno sport. L’ansia da prestazione non si manifesta solamente tra atleti che si trovano nelle fase di sviluppo prese in esame in questo lavoro di tesi, bensì è presente anche tra gli atleti d’élite, sottolineando come il livello a cui si arriva nell’ambito professionale, in questo caso competizioni nazionali, internazionali od olimpiche, non precluda questi soggetti dal soffrire di disturbi d’ansia o simili. A questo riguardo, è quindi necessario prestare sempre più attenzione anche alla salute mentale e non solo fisica degli/delle atleti/e, iniziando già dai più giovani. Gli adulti, in particolare i chinesiologi sportivi, svolgono un lavoro fondamentale all’interno del contesto sportivo; soprattutto in ambito giovanile è necessaria la presenza di soggetti adeguatamente formati che possano trasmettere sia gli aspetti tecnici, ma anche, soprattutto, le corrette ed efficaci modalità di comunicazione, di ascolto dei bisogni e di trasmissione dei veri valori dello sport, in modo tale da rendere l’esperienza sportiva anche un contesto di crescita e formazione dell’individuo, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche personale.
ITA
This dissertation, entitled "Anxiety, performance, and sports: a treatment related to adolescence," aims to analyze the relationship between anxiety and sports competition, with particular attention to the developmental period, i.e., the preadolescent and adolescent stages. Anxiety is necessary for humans in response to dangerous situations, as it enables the activation of the attack-escape mechanism. However, it becomes a real disorder when this "alarm bell" continues to "ring" even when one moves away from the conditions defined as "dangerous." An anxious person is constantly in a situation of vigilance, of tension, which persists over time and creates a discomfort in the person. Sports competitions can often be a stressor, even a very high one, especially from the moment when the transition from the basic activity to the competition context occurs. However, this transition often coincides with two very delicate phases of development, characterized by uncertainty and instability, in which changes and transformations take place both physically and psychologically and socially. More and more often, we see young athletes focusing on a single sport with the aim of maximizing their technical skills in a specific sport in order to participate in high-level competitions, that is, in the realm of professionalism. However, many researchers have disputed the need for young athletes to overtrain in a single sport, as this could have negative consequences for them, including a total dropout of their sporting activity, an effect that is exactly the opposite of what they would aim for by specializing in a single sport. Performance anxiety is not only observed in developing athletes, but also in elite athletes. In this regard, it is therefore necessary to pay more and more attention also to the mental and not only the physical health of athletes, starting with the younger ones. Adults, especially sports kinesiologists, do important work in the sports context, especially in the area of youth. It is necessary to have well-trained professionals who are able to teach at the same time the technical aspects, but above all, the correct and effective communication methods to listen to the needs and convey the true values of sport, so that the sporting experience is also a context for the growth and education of the individual, not only in technical terms, but also in personal terms.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/79579