Il presente lavoro nasce dalla volontà di organizzare un ragionamento che si riferisce al concetto di mental imagery e alla sua applicazione in ambito sportivo. L’imagery è una delle abilità mentali di un individuo e lo sviluppo in modo funzionale del controllo dell’attività immaginativa può portare a un miglioramento della prestazione. Non esiste, però, una formula perfetta che permetta di delineare un programma di lavoro strutturato nei minimi dettagli e che consenta a un atleta di imparare a gestire la propria capacità immaginativa rapidamente al fine di ottenere dei risultati. È necessario costruire un intervento d’imagery che tenga in considerazione le caratteristiche del singolo atleta e le specificità delle discipline sportive praticate. Lo scopo di questa tesi è quello di andare a definire l’imagery, analizzando la differenza tra visual, auditory e motor imagery, per poi esaminare un quadro teorico generale, ovvero le teorie utilizzate per fornire spiegazioni sull’efficacia dell’imagery. Nel terzo capitolo si affronterà la costruzione di un programma di allenamento all’immaginazione, partendo dalla volontà di sottolinearne l’importanza grazie a uno studio che ha comparato atleti esperti e atleti novizi. Si indagheranno le caratteristiche dell’abilità immaginativa necessarie per il monitoraggio dei progressi dell’atleta e le possibilità di misurarle grazie all’ausilio di questionari. Saranno osservate le indicazioni operative per la progettazione di un allenamento grazie al modello “Four Ws of sport imagery” di Munroe et al. (2000) che cerca di rispondere a quattro quesiti sull’uso dell’imagery e grazie al modello “Four R’s” di Hale (1998) che fornisce quattro principi per aumentare l’efficacia dell’imagery. Verrà presentato il modello di riferimento per l’uso dell’imagery nello sport chiamato “PETTLEP” formulato da Holmes e Collins (2001) e infine verranno presentati gli elementi chiave per la creazione di un programma efficace al miglioramento. Nell’ultimo capitolo si farà riferimento alle applicazioni del mental imagery nella danza mediante una revisione della letteratura (Pavlik et al., 2016).

Il mental imagery: descrizione, tecniche e accenni alle applicazioni nella danza

GAIDO, SILVIA
2021/2022

Abstract

Il presente lavoro nasce dalla volontà di organizzare un ragionamento che si riferisce al concetto di mental imagery e alla sua applicazione in ambito sportivo. L’imagery è una delle abilità mentali di un individuo e lo sviluppo in modo funzionale del controllo dell’attività immaginativa può portare a un miglioramento della prestazione. Non esiste, però, una formula perfetta che permetta di delineare un programma di lavoro strutturato nei minimi dettagli e che consenta a un atleta di imparare a gestire la propria capacità immaginativa rapidamente al fine di ottenere dei risultati. È necessario costruire un intervento d’imagery che tenga in considerazione le caratteristiche del singolo atleta e le specificità delle discipline sportive praticate. Lo scopo di questa tesi è quello di andare a definire l’imagery, analizzando la differenza tra visual, auditory e motor imagery, per poi esaminare un quadro teorico generale, ovvero le teorie utilizzate per fornire spiegazioni sull’efficacia dell’imagery. Nel terzo capitolo si affronterà la costruzione di un programma di allenamento all’immaginazione, partendo dalla volontà di sottolinearne l’importanza grazie a uno studio che ha comparato atleti esperti e atleti novizi. Si indagheranno le caratteristiche dell’abilità immaginativa necessarie per il monitoraggio dei progressi dell’atleta e le possibilità di misurarle grazie all’ausilio di questionari. Saranno osservate le indicazioni operative per la progettazione di un allenamento grazie al modello “Four Ws of sport imagery” di Munroe et al. (2000) che cerca di rispondere a quattro quesiti sull’uso dell’imagery e grazie al modello “Four R’s” di Hale (1998) che fornisce quattro principi per aumentare l’efficacia dell’imagery. Verrà presentato il modello di riferimento per l’uso dell’imagery nello sport chiamato “PETTLEP” formulato da Holmes e Collins (2001) e infine verranno presentati gli elementi chiave per la creazione di un programma efficace al miglioramento. Nell’ultimo capitolo si farà riferimento alle applicazioni del mental imagery nella danza mediante una revisione della letteratura (Pavlik et al., 2016).
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