In un'epoca in cui l'interesse della comunità internazionale è rivolta all'attuale situazione dell’Europa nord orientale e, in particolare, al conflitto russo-ucraino attualmente in corso, è stato possibile notare un costante affievolirsi dell'attenzione nei confronti dell'Africa saheliana e l'importanza strategica che questa zona comporta. Zona di confine tra Africa bianca e Africa nera, l'area saheliana, compresa lungo il 16° parallelo nord, è una zona semi desertica che si estende dalle coste del Sahara Occidentale sull'Oceano Atlantico fino ai margini del Corno d'Africa. Si tratta di una delle regioni più povere del mondo che si vede costretta ad affrontare immense sfide come la crisi alimentare associata a una forte crescita demografica, cambiamenti climatici, flussi migratori sud-nord, mancato sviluppo economico e mancanza di prospettive per la popolazione locale. È caratterizzata da fenomeni quali banditismo locale, traffici leciti e illeciti, fragilità delle istituzioni e una grave emergenza socio-umanitaria cui si è aggiunta, negli ultimi anni, l’introduzione del fondamentalismo islamico, mediato dall’arrivo d’ideologie integraliste provenienti dal Medio Oriente in generale e dal Golfo Persico in particolare, portando alla creazione di una costellazione di attori quali Al-Qaeda nel Maghreb islamico, il Boko Haram, l'Ansar Dine e molti altri. Tale fenomeno, innestatosi in maniera silenziosa all'interno della società, ha contribuito all'acuirsi delle tensioni già precedentemente presenti, trovando la propria valvola di sfogo nel conflitto del Mali del 2012, premonitore di ciò che si è poi rivelata essere una situazione comune a tutto il teatro. L'estrema "porosità" della regione espone l’Europa a evidenti forti rischi, amplificati dall'incapacità degli apparati statali locali di esercitare un controllo efficace su vaste porzioni di territorio. Questa tesi si impone l’obiettivo di analizzare, nello specifico, l'argomento, tenendo in considerazione da un lato i citati attori armati, rapportandoli alla storia recente degli Stati nei quali si sono insediati e sviluppati, richiamando gli accadimenti che ne hanno appunto consentito l’insediamento e, dall’altro, quanto posto in essere dagli stessi Stati e dalla Comunità Internazionale affinché tale fenomeno possa essere contenuto e combattuto. Vengono richiamate, a tale proposito, le iniziative, a livello Unione Europea e Nazioni Unite nonché derivanti da Accordi Bilaterali che hanno visto, o che vedono tuttora impegnati, personale delle nostre Forze Armate, dei Corpi Armati dello Stato nonché appartenente a Organizzazioni Nazionali Civili. L’elaborato si conclude con una analisi complessiva del fenomeno in essere e le relative proposte formulate durante la fase di studio.
Africa saheliana:futuro centro dell'instabilità mondiale?
VOLPICELLI, ALESSANDRO
2021/2022
Abstract
In un'epoca in cui l'interesse della comunità internazionale è rivolta all'attuale situazione dell’Europa nord orientale e, in particolare, al conflitto russo-ucraino attualmente in corso, è stato possibile notare un costante affievolirsi dell'attenzione nei confronti dell'Africa saheliana e l'importanza strategica che questa zona comporta. Zona di confine tra Africa bianca e Africa nera, l'area saheliana, compresa lungo il 16° parallelo nord, è una zona semi desertica che si estende dalle coste del Sahara Occidentale sull'Oceano Atlantico fino ai margini del Corno d'Africa. Si tratta di una delle regioni più povere del mondo che si vede costretta ad affrontare immense sfide come la crisi alimentare associata a una forte crescita demografica, cambiamenti climatici, flussi migratori sud-nord, mancato sviluppo economico e mancanza di prospettive per la popolazione locale. È caratterizzata da fenomeni quali banditismo locale, traffici leciti e illeciti, fragilità delle istituzioni e una grave emergenza socio-umanitaria cui si è aggiunta, negli ultimi anni, l’introduzione del fondamentalismo islamico, mediato dall’arrivo d’ideologie integraliste provenienti dal Medio Oriente in generale e dal Golfo Persico in particolare, portando alla creazione di una costellazione di attori quali Al-Qaeda nel Maghreb islamico, il Boko Haram, l'Ansar Dine e molti altri. Tale fenomeno, innestatosi in maniera silenziosa all'interno della società, ha contribuito all'acuirsi delle tensioni già precedentemente presenti, trovando la propria valvola di sfogo nel conflitto del Mali del 2012, premonitore di ciò che si è poi rivelata essere una situazione comune a tutto il teatro. L'estrema "porosità" della regione espone l’Europa a evidenti forti rischi, amplificati dall'incapacità degli apparati statali locali di esercitare un controllo efficace su vaste porzioni di territorio. Questa tesi si impone l’obiettivo di analizzare, nello specifico, l'argomento, tenendo in considerazione da un lato i citati attori armati, rapportandoli alla storia recente degli Stati nei quali si sono insediati e sviluppati, richiamando gli accadimenti che ne hanno appunto consentito l’insediamento e, dall’altro, quanto posto in essere dagli stessi Stati e dalla Comunità Internazionale affinché tale fenomeno possa essere contenuto e combattuto. Vengono richiamate, a tale proposito, le iniziative, a livello Unione Europea e Nazioni Unite nonché derivanti da Accordi Bilaterali che hanno visto, o che vedono tuttora impegnati, personale delle nostre Forze Armate, dei Corpi Armati dello Stato nonché appartenente a Organizzazioni Nazionali Civili. L’elaborato si conclude con una analisi complessiva del fenomeno in essere e le relative proposte formulate durante la fase di studio.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
1035921_africasahelianafuturocentrodellinstabilitmondiale.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.68 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.68 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/79474