Giorgio Manganelli is considered one of the most important writers of the post-war period, but for a long time critics limited the field of investigation to the major works of his immense production. This has led to the creation of an intriguing but incomplete portrait: this thesis aims to deepen his reviewing work recently anthologized in two voluminous collections, Non sparate sul recensore (2018) and Concupiscenza libraria (2020), showing how he was not only a tightrope walker of literature, but also knew how to grasp in an immediate and prehensile way the sense of an era. Thanks to his boundless passion for books, called "sweet bookish dementia," Manganelli ennobled a minor genre by outlining a true theory of reviewing. Through a careful analysis of some of his most significant reviews, his stylistic and philosophical evolution is outlined, revealing similarities and differences between the writer and the literary critic. First, a brief overview of his reviewing activity at various journals is offered; then it focuses on his essential references, from Wilson to Bernhard; and finally, two fundamental elements of Manganelli's poetics are studied, namely his relationship with English literature (and with Poe in particular), and the peculiarities of his language.
Giorgio Manganelli è considerato uno degli scrittori più importanti del dopoguerra, ma per molto tempo la critica ha limitato il campo d’indagine alle maggiori opere della sua immensa produzione. Ciò ha comportato la realizzazione di un ritratto intrigante ma incompleto: la presente tesi si propone di approfondire il suo lavoro recensorio recentemente antologizzato in due voluminose raccolte, Non sparate sul recensore (2018) e Concupiscenza libraria (2020), dimostrando come egli non fosse solo un funambolo della letteratura, ma sapesse anche cogliere in modo immediato e prensile il senso di un’epoca. Grazie alla sua smisurata passione per i libri, denominata «dolce demenza libraria», Manganelli ha nobilitato un genere minore tratteggiando una vera e propria teoria della recensione. Attraverso un’attenta analisi di alcune tra le sue recensioni più significative si delinea la sua evoluzione stilistica e filosofica, rivelando analogie e differenze tra lo scrittore e il critico letterario. In primo luogo si offre una breve panoramica della sua attività recensoria presso le varie riviste; in seguito si concentra sui suoi riferimenti essenziali, da Wilson a Bernhard; e infine si studiano due elementi fondamentali della poetica manganelliana, ovvero il rapporto con la letteratura inglese (e con Poe in particolare), e le peculiarità del suo linguaggio.
Giorgio Manganelli teorico e scrittore di recensioni
MARTINELLO, AURORA
2020/2021
Abstract
Giorgio Manganelli è considerato uno degli scrittori più importanti del dopoguerra, ma per molto tempo la critica ha limitato il campo d’indagine alle maggiori opere della sua immensa produzione. Ciò ha comportato la realizzazione di un ritratto intrigante ma incompleto: la presente tesi si propone di approfondire il suo lavoro recensorio recentemente antologizzato in due voluminose raccolte, Non sparate sul recensore (2018) e Concupiscenza libraria (2020), dimostrando come egli non fosse solo un funambolo della letteratura, ma sapesse anche cogliere in modo immediato e prensile il senso di un’epoca. Grazie alla sua smisurata passione per i libri, denominata «dolce demenza libraria», Manganelli ha nobilitato un genere minore tratteggiando una vera e propria teoria della recensione. Attraverso un’attenta analisi di alcune tra le sue recensioni più significative si delinea la sua evoluzione stilistica e filosofica, rivelando analogie e differenze tra lo scrittore e il critico letterario. In primo luogo si offre una breve panoramica della sua attività recensoria presso le varie riviste; in seguito si concentra sui suoi riferimenti essenziali, da Wilson a Bernhard; e infine si studiano due elementi fondamentali della poetica manganelliana, ovvero il rapporto con la letteratura inglese (e con Poe in particolare), e le peculiarità del suo linguaggio.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/79433