A partire dal 2017 piccoli gruppi di persone in transito hanno iniziato ad attraversare, in numero crescente, i valichi del Colle della Scala (Bardonecchia) e del Monginevro (Claviére) per raggiungere la Francia. Il contesto storico, sociale e politico della Valle di Susa ha un suo particolare dispiegarsi, come anche le forme di solidarietà e di gestione dell’emergenza migratoria negli ultimi anni. Nel corso del tempo, con il modificarsi delle rotte Mediterranea e Balcanica, anche la composizione dei flussi ha subito dei cambiamenti. Il confine che separa Italia e Francia nell’Alta Valle di Susa è uno spazio di ambivalenza in cui le politiche economiche del territorio (legate al turismo) e la gestione dei flussi migratori (dettate da policy internazionali) attribuiscono significati diversi alla frontiera in base a chi e a come l’attraversa. Lo snodo di Oulx sembra fare parte di un percorso più ampio che arriva in Italia via Rotta Balcanica. Da questo nasce l'esigenza di osservare la dimensione locale in relazione all’esperienza migratoria del cammino. Come si posiziona Oulx in questo percorso definito “Rotta Balcanica”? Quali sono le implicazioni dell’essere snodo di una rotta migratoria? Sebbene ogni frontiera sia particolare e distinta nelle proprie specificità per capire quella dell’Alta Valle di Susa non si può trascurare il cammino, i percorsi sotterranei, che la precedono. Studiare una frontiera, secondo questa prospettiva, significa anche considerare nell’analisi anche quelle precedenti. Questa tesi inizia dunque dai Balcani. Il tentativo è quello di storicizzare le diverse tappe della Rotta Balcanica, inserendo questo percorso nel panorama, più ampio, dei Balcani come terra di incroci, transiti e sovrapposizioni. Il contesto bosniaco riceve un’attenzione particolare in quanto rappresenta in modo denso le contraddizioni che comporta il governo del flusso in transito attraverso i Balcani. Inoltre la posizione di questo Paese si rivela interessante da osservare poichè è l’ultimo prima dell’effettivo ingresso in area Schengen. La tesi procede con lo studio di come la Rotta Balcanica è governata con attenzione alle soggettività in transito ed al significato cangiante di spazi e confini. Il contesto di Oulx, luogo della ricerca di campo, verrà analizzato in relazione al passaggio migratorio e alle risposte che i diversi attori hanno dato al suddetto fenomeno. Si intersecano, su diversi livelli, il turismo, la migrazione, la solidarietà, i rapporti transfrontalieri, la società civile, le istituzioni, gli attivisti, i solidali, le polizie di frontiera, le reti ed i traffici (legali e non). Si plasmano economie di territorio e relazioni sociali nelle quali il migrante è attore sociale con strategie che egli stesso definisce muovendosi all’interno di un sistema di vincoli e opportunità. La frontiera è uno spazio quasi ossimorico, dove le dicotomie si rinforzano e cedono. Il confine sembra un elemento di continuità ma allo stesso tempo è anche contenimento, blocco, violenza. Le strategie dei camminanti incontrano quelle degli Stati. A Oulx si racconta la Rotta Balcanica cercando di avvolgere un filo, una storia che comincia molte miglia prima.
OULX, ROTTA BALCANICA L'estensione di confini e rotte dal punto di vista della frontiera tra Italia e Francia sulle Alpi Occidentali
MANZON, ANNA
2021/2022
Abstract
A partire dal 2017 piccoli gruppi di persone in transito hanno iniziato ad attraversare, in numero crescente, i valichi del Colle della Scala (Bardonecchia) e del Monginevro (Claviére) per raggiungere la Francia. Il contesto storico, sociale e politico della Valle di Susa ha un suo particolare dispiegarsi, come anche le forme di solidarietà e di gestione dell’emergenza migratoria negli ultimi anni. Nel corso del tempo, con il modificarsi delle rotte Mediterranea e Balcanica, anche la composizione dei flussi ha subito dei cambiamenti. Il confine che separa Italia e Francia nell’Alta Valle di Susa è uno spazio di ambivalenza in cui le politiche economiche del territorio (legate al turismo) e la gestione dei flussi migratori (dettate da policy internazionali) attribuiscono significati diversi alla frontiera in base a chi e a come l’attraversa. Lo snodo di Oulx sembra fare parte di un percorso più ampio che arriva in Italia via Rotta Balcanica. Da questo nasce l'esigenza di osservare la dimensione locale in relazione all’esperienza migratoria del cammino. Come si posiziona Oulx in questo percorso definito “Rotta Balcanica”? Quali sono le implicazioni dell’essere snodo di una rotta migratoria? Sebbene ogni frontiera sia particolare e distinta nelle proprie specificità per capire quella dell’Alta Valle di Susa non si può trascurare il cammino, i percorsi sotterranei, che la precedono. Studiare una frontiera, secondo questa prospettiva, significa anche considerare nell’analisi anche quelle precedenti. Questa tesi inizia dunque dai Balcani. Il tentativo è quello di storicizzare le diverse tappe della Rotta Balcanica, inserendo questo percorso nel panorama, più ampio, dei Balcani come terra di incroci, transiti e sovrapposizioni. Il contesto bosniaco riceve un’attenzione particolare in quanto rappresenta in modo denso le contraddizioni che comporta il governo del flusso in transito attraverso i Balcani. Inoltre la posizione di questo Paese si rivela interessante da osservare poichè è l’ultimo prima dell’effettivo ingresso in area Schengen. La tesi procede con lo studio di come la Rotta Balcanica è governata con attenzione alle soggettività in transito ed al significato cangiante di spazi e confini. Il contesto di Oulx, luogo della ricerca di campo, verrà analizzato in relazione al passaggio migratorio e alle risposte che i diversi attori hanno dato al suddetto fenomeno. Si intersecano, su diversi livelli, il turismo, la migrazione, la solidarietà, i rapporti transfrontalieri, la società civile, le istituzioni, gli attivisti, i solidali, le polizie di frontiera, le reti ed i traffici (legali e non). Si plasmano economie di territorio e relazioni sociali nelle quali il migrante è attore sociale con strategie che egli stesso definisce muovendosi all’interno di un sistema di vincoli e opportunità. La frontiera è uno spazio quasi ossimorico, dove le dicotomie si rinforzano e cedono. Il confine sembra un elemento di continuità ma allo stesso tempo è anche contenimento, blocco, violenza. Le strategie dei camminanti incontrano quelle degli Stati. A Oulx si racconta la Rotta Balcanica cercando di avvolgere un filo, una storia che comincia molte miglia prima.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/79353