Introduzione: La comunicazione tra operatori sanitari, ospiti e famiglie è fondamentale per garantire un’assistenza di qualità e in alcuni luoghi di cura, come le Residenze Sanitarie per Anziani (RSA), la sua importanza è ulteriormente accentuata dal contesto di fine vita. Obiettivo: Valutare la fattibilità e l’utilità percepita di un colloquio strutturato tra personale formato e familiari di ospiti con demenza avanzata nel fine vita in RSA. Metodi: Case-study strumentale. Sono stati definiti indicatori di processo ed esito, ed utilizzate diverse fonti di raccolta dati: 1) cartelle cliniche; 2) questionario auto-somministrato ai familiari; 3) interviste semi-strutturate a personale della struttura, familiari e gruppo di ricerca; 4) diario di bordo dello studio mySupport e note di campo. I dati quantitativi (cartelle cliniche e questionari) sono stati riportati come media e deviazione standard. I dati qualitativi (interviste, diario di bordo e note di campo) sono stati analizzati con un approccio combinato induttivo e deduttivo. Risultati: Sono stati condotti 10 colloqui. La carenza di tempo e risorse e la pandemia da Covid- 19 hanno rappresentato un ostacolo per la fattibilità del progetto. Sono tuttavia emersi fattori facilitanti quali la formazione, la disponibilità al cambiamento, la creazione di una partnership a diversi livelli, la personalizzazione dell’approccio ai partecipanti e la riflessione continua. Il colloquio strutturato modifica la qualità percepita della comunicazione, da insoddisfacente a supportiva; migliora la comprensione del familiare, il processo decisionale condiviso, la riflessione sulle preferenze di ospite e familiare per le cure di fine vita e aumenta le pianificazioni avanzate di cura. Emerge il ruolo del contesto familiare e di quello della struttura. L’ambiente esterno (inteso come normativa, fattori storici, sociali e culturali) influenza tempistiche e qualità della comunicazione. Conclusioni: Sulla base dei dati raccolti il progetto risulta fattibile, previo alleggerimento della struttura dell’intervento e supporto normativo, e utile nel favorire un processo decisionale condiviso tra professionisti e familiari orientato alla palliazione. Inoltre lo studio evidenzia l’impatto della normativa, dei fattori storici, sociali e culturali sulla comunicazione di fine vita tra professionisti e familiari.
Impatto e utilità percepita dello studio mySupport: un aiuto agli operatori delle residenze per anziani nel sostenere i familiari che devono fare delle scelte
ANGARAMO, MARIANNA
2020/2021
Abstract
Introduzione: La comunicazione tra operatori sanitari, ospiti e famiglie è fondamentale per garantire un’assistenza di qualità e in alcuni luoghi di cura, come le Residenze Sanitarie per Anziani (RSA), la sua importanza è ulteriormente accentuata dal contesto di fine vita. Obiettivo: Valutare la fattibilità e l’utilità percepita di un colloquio strutturato tra personale formato e familiari di ospiti con demenza avanzata nel fine vita in RSA. Metodi: Case-study strumentale. Sono stati definiti indicatori di processo ed esito, ed utilizzate diverse fonti di raccolta dati: 1) cartelle cliniche; 2) questionario auto-somministrato ai familiari; 3) interviste semi-strutturate a personale della struttura, familiari e gruppo di ricerca; 4) diario di bordo dello studio mySupport e note di campo. I dati quantitativi (cartelle cliniche e questionari) sono stati riportati come media e deviazione standard. I dati qualitativi (interviste, diario di bordo e note di campo) sono stati analizzati con un approccio combinato induttivo e deduttivo. Risultati: Sono stati condotti 10 colloqui. La carenza di tempo e risorse e la pandemia da Covid- 19 hanno rappresentato un ostacolo per la fattibilità del progetto. Sono tuttavia emersi fattori facilitanti quali la formazione, la disponibilità al cambiamento, la creazione di una partnership a diversi livelli, la personalizzazione dell’approccio ai partecipanti e la riflessione continua. Il colloquio strutturato modifica la qualità percepita della comunicazione, da insoddisfacente a supportiva; migliora la comprensione del familiare, il processo decisionale condiviso, la riflessione sulle preferenze di ospite e familiare per le cure di fine vita e aumenta le pianificazioni avanzate di cura. Emerge il ruolo del contesto familiare e di quello della struttura. L’ambiente esterno (inteso come normativa, fattori storici, sociali e culturali) influenza tempistiche e qualità della comunicazione. Conclusioni: Sulla base dei dati raccolti il progetto risulta fattibile, previo alleggerimento della struttura dell’intervento e supporto normativo, e utile nel favorire un processo decisionale condiviso tra professionisti e familiari orientato alla palliazione. Inoltre lo studio evidenzia l’impatto della normativa, dei fattori storici, sociali e culturali sulla comunicazione di fine vita tra professionisti e familiari.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/79330