Il lavoro di tesi si pone l’obiettivo di comprendere ed analizzare i molteplici fattori che hanno portato al diritto di aborto in America, grazie alla sentenza Roe vs Wade del 1973, e in Italia con la legge 194/78. Nella trattazione si cercherà di ricostruire, a grandi linee, la storia della regolamentazione dell’aborto in Italia e negli Usa. Il primo capitolo ha come oggetto di studio la famosa sentenza americana Roe vs Wade, che fu fondamentale per gli Stati Uniti, in quanto diede inizio ad una nuova modalità di pensiero e venne dunque ritenuta fondamentale per l’approvazione della legge sul diritto all’aborto. Tale legge non ha però cambiato solo la situazione degli Stati Uniti ma ha contribuito a cambiare la storia del mondo. In particolare, verrà analizzata nel dettaglio la storia che ha portato il diritto all’aborto in Italia, con l’approvazione della legge 194 del 1978. Nei capitoli successivi verranno prese in considerazioni le trattazioni in ragione dei movimenti a favore e contrari al diritto all’aborto. Nelle ragioni a favore troviamo come protagonisti il movimento femminista, che vede nel riconoscimento del diritto all’aborto il riconoscimento del diritto alla libera scelta della donna sul suo corpo e vedremo come con la maggior esponente del movimento femminista Judith Thomson, il feto sia considerato persona, ma siccome vive all’interno del grembo materno, dev’essere la donna in totale autonomia a decidere per la vita del nascituro e quindi se farlo vivere oppure no. Seguiranno le teorie utilitariste con il loro maggiore esponente Peter Singer, il quale definisce persona, ogni essere razionale e autocosciente e come quindi ogni altro essere che non è dotato di questi elementi non possa essere considerato tale. Nelle ragioni contrarie al riconoscimento del diritto all’aborto vediamo analizzate le teorie pro life, analizzando vari testi soprattutto di matrice religiosa, che non vogliono negare il diritto di scelta della donna, ma riconoscono che tale diritto deve essere attribuito ad ogni vita e quindi anche la vita del nascituro deve essere tutelata fin da subito. Seguiranno le conclusioni nelle quali, tenuto conto degli argomenti svolti nei capitoli precedenti, si analizzerà come, nonostante siano passati molti anni dal riconoscimento del diritto della donna all’aborto, ci si ritrova ancora, oggi, al centro di continui e accesi dibattiti.
“Il dibattito sulla sentenza «Roe vs. Wade»: l’aborto è un diritto o un delitto?”
FRANCAVILLA, CARLOTTA
2021/2022
Abstract
Il lavoro di tesi si pone l’obiettivo di comprendere ed analizzare i molteplici fattori che hanno portato al diritto di aborto in America, grazie alla sentenza Roe vs Wade del 1973, e in Italia con la legge 194/78. Nella trattazione si cercherà di ricostruire, a grandi linee, la storia della regolamentazione dell’aborto in Italia e negli Usa. Il primo capitolo ha come oggetto di studio la famosa sentenza americana Roe vs Wade, che fu fondamentale per gli Stati Uniti, in quanto diede inizio ad una nuova modalità di pensiero e venne dunque ritenuta fondamentale per l’approvazione della legge sul diritto all’aborto. Tale legge non ha però cambiato solo la situazione degli Stati Uniti ma ha contribuito a cambiare la storia del mondo. In particolare, verrà analizzata nel dettaglio la storia che ha portato il diritto all’aborto in Italia, con l’approvazione della legge 194 del 1978. Nei capitoli successivi verranno prese in considerazioni le trattazioni in ragione dei movimenti a favore e contrari al diritto all’aborto. Nelle ragioni a favore troviamo come protagonisti il movimento femminista, che vede nel riconoscimento del diritto all’aborto il riconoscimento del diritto alla libera scelta della donna sul suo corpo e vedremo come con la maggior esponente del movimento femminista Judith Thomson, il feto sia considerato persona, ma siccome vive all’interno del grembo materno, dev’essere la donna in totale autonomia a decidere per la vita del nascituro e quindi se farlo vivere oppure no. Seguiranno le teorie utilitariste con il loro maggiore esponente Peter Singer, il quale definisce persona, ogni essere razionale e autocosciente e come quindi ogni altro essere che non è dotato di questi elementi non possa essere considerato tale. Nelle ragioni contrarie al riconoscimento del diritto all’aborto vediamo analizzate le teorie pro life, analizzando vari testi soprattutto di matrice religiosa, che non vogliono negare il diritto di scelta della donna, ma riconoscono che tale diritto deve essere attribuito ad ogni vita e quindi anche la vita del nascituro deve essere tutelata fin da subito. Seguiranno le conclusioni nelle quali, tenuto conto degli argomenti svolti nei capitoli precedenti, si analizzerà come, nonostante siano passati molti anni dal riconoscimento del diritto della donna all’aborto, ci si ritrova ancora, oggi, al centro di continui e accesi dibattiti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
844079_tesi17.06.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
509.09 kB
Formato
Adobe PDF
|
509.09 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/79277