Il suolo svolge una serie di funzioni fondamentali per gli ecosistemi e per l’uomo, che lo rendono una risorsa necessaria da preservare con attenzione. Esso è però soggetto a vari processi di degradazione che ne causano la perdita di funzionalità, e tra questi processi rientra la compattazione, tradizionalmente descritta come “la compressione delle particelle del suolo in un volume minore a seguito della riduzione degli spazi esistenti tra le particelle che lo compongono”. Quando si parla di compattazione, si deve tenere conto delle proprietà del suolo predisponenti alla problematica, quelle che ne vengono influenzate e i possibili impatti sull’uso del suolo. Le cause della compattazione sono soprattutto legate alla gestione agricola, ma non solo: essa può infatti interessare anche suoli forestali soggetti al passaggio di mezzi pesanti, lavori di manutenzione, calpestio degli animali selvatici, pascolamento e anche attività sportive. Le conseguenze della compattazione possono essere gravi, agendo sia sugli aspetti fisici che chimici: si pensi ad esempio alla riduzione della porosità, all’aumento della resistenza alla penetrazione delle radici, alla riduzione della capacità di infiltrazione dell’acqua e dell’aria, all’aumento di difficoltà della crescita della radici, ai problemi di asfissia, alla riduzione della pedofauna e della biodiversità, etc.. All’interno di questa relazione si definisce il problema della compattazione del suolo, illustrando come sia diffuso a livello globale (con focus in aree più specifiche) grazie ai dati ricavati da alcuni studi, in particolare sulla bulk density (densità apparente) del suolo. Al fine di prevenire ulteriore degradazione è necessario adottare buone pratiche e specifici accorgimenti che possano limitarne l’impatto, come ad esempio la programmazione delle lavorazioni e degli interventi nei periodi con umidità del suolo idonea. La prevenzione di questo problema è infatti d’interesse per molti, poiché i suoi effetti sono controproducenti e spesso di lunga durata.

La compattazione del suolo: situazione attuale, minacce e soluzioni

BARBERIS, EA
2020/2021

Abstract

Il suolo svolge una serie di funzioni fondamentali per gli ecosistemi e per l’uomo, che lo rendono una risorsa necessaria da preservare con attenzione. Esso è però soggetto a vari processi di degradazione che ne causano la perdita di funzionalità, e tra questi processi rientra la compattazione, tradizionalmente descritta come “la compressione delle particelle del suolo in un volume minore a seguito della riduzione degli spazi esistenti tra le particelle che lo compongono”. Quando si parla di compattazione, si deve tenere conto delle proprietà del suolo predisponenti alla problematica, quelle che ne vengono influenzate e i possibili impatti sull’uso del suolo. Le cause della compattazione sono soprattutto legate alla gestione agricola, ma non solo: essa può infatti interessare anche suoli forestali soggetti al passaggio di mezzi pesanti, lavori di manutenzione, calpestio degli animali selvatici, pascolamento e anche attività sportive. Le conseguenze della compattazione possono essere gravi, agendo sia sugli aspetti fisici che chimici: si pensi ad esempio alla riduzione della porosità, all’aumento della resistenza alla penetrazione delle radici, alla riduzione della capacità di infiltrazione dell’acqua e dell’aria, all’aumento di difficoltà della crescita della radici, ai problemi di asfissia, alla riduzione della pedofauna e della biodiversità, etc.. All’interno di questa relazione si definisce il problema della compattazione del suolo, illustrando come sia diffuso a livello globale (con focus in aree più specifiche) grazie ai dati ricavati da alcuni studi, in particolare sulla bulk density (densità apparente) del suolo. Al fine di prevenire ulteriore degradazione è necessario adottare buone pratiche e specifici accorgimenti che possano limitarne l’impatto, come ad esempio la programmazione delle lavorazioni e degli interventi nei periodi con umidità del suolo idonea. La prevenzione di questo problema è infatti d’interesse per molti, poiché i suoi effetti sono controproducenti e spesso di lunga durata.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/79231