Con agro-forestazione, si intende l’insieme di sistemi che vedono la coltivazione di specie arboree e arbustive perenni, consociate principalmente a seminativi e pascoli, nella stessa unità di superficie, in cui le diverse componenti godono dei reciproci vantaggi. La classificazione proposta da Michele Salviato (2014) individua sistemi silvo-arabili, sistemi silvo-pastorali, sistemi agro-silvo-pastorali, coltivazioni in foresta, sistemi lineari e fasce ripariali. I sistemi agro-silvo-pastorali hanno storicamente contribuito alla biodiversità a scala di paesaggio, legata anche alle pratiche tradizionali, di estrema importanza sia nelle zone marginali, sia in quelle vocate alla produzione agricola. Forme di uso del suolo come la “piantata”, filari e siepi lasciati a circondare i campi e pascoli, erano molto comuni fino a quando dinamiche legate alle due Guerre Mondiali e all’avvento dell’agricoltura industrializzata causarono la semplificazione progressiva del contesto agricolo. Dato che i contesti agricoli hanno visto prevalere la funzione di produzione a scapito della salute dell’ecosistema, e sono andati spesso incontro a degrado ambientale, l’agro-forestazione può fornire strumenti utili per fronteggiare molte sfide legate allo sviluppo sostenibile, in un contesto di condizioni climatiche sempre più instabili insieme alla domanda crescente di risorse (Lasco et al, 2014). Sostenibilità vuol dire capacità di sfruttare le risorse naturali senza compromettere la possibilità di fare lo stesso alle generazioni future, garantendo la resistenza e la resilienza degli ecosistemi naturali, ma anche produttivi. Oggi la sostenibilità è legata anche all’adattabilità al cambiamento climatico, le cui conseguenze sugli ecosistemi sono sempre più evidenti. Sono stati analizzati gli effetti positivi derivanti dall’associazione di alberi, colture agricole ed, eventualmente, animali e le loro interazioni necessarie da conoscere per garantire una gestione ottimale che veda prevalere le relazioni mutualistiche rispetto alla competizione per spazio e risorse. Per scegliere quali specie vegetali consociare, bisogna considerare dapprima il clima e il tipo di suolo, in seguito le interazioni a livello epigeo e ipogeo che possono cambiare nel tempo.Si tende a utilizzare specie autoctone che abbiano già dato risultati comprovati e che si accrescano rapidamente. In conclusione, se si comparano i sistemi agro-forestali agli usi del suolo tradizionali, gli effetti maggiormente soddisfacenti si hanno sul controllo dell’erosione, sulla biodiversità e sulla salute del suolo. Sulla produzione alimentare, legnosa e di biomassa si hanno effetti misti, correlati al diverso contesto produttivo e alla competizione che si instaura tra le colture in base alle pratiche gestionali. È da considerare il vantaggio di avere una fornitura di prodotti diversificati sulla stessa unità di superficie. É necessario superare ostacoli nell’organizzazione politica e industriale del settore agricolo-forestale, per permettere così l’implementazione e il miglioramento dei contesti agro-silvo-pastorali con i loro molteplici vantaggi. Ciò è possibile in un paese come l’Italia con un paesaggio molto diversificato e vocato ad una produzione di qualità, e in un momento storico in cui è in aumento l’interesse verso sistemi a basso impatto ambientale e rispettosi il più possibile dell’ambiente, che garantiscano cibo salutare.

I sistemi agro-forestali nell'ambito della sostenibilità ambientale

CANIGGIA, FEDERICA
2020/2021

Abstract

Con agro-forestazione, si intende l’insieme di sistemi che vedono la coltivazione di specie arboree e arbustive perenni, consociate principalmente a seminativi e pascoli, nella stessa unità di superficie, in cui le diverse componenti godono dei reciproci vantaggi. La classificazione proposta da Michele Salviato (2014) individua sistemi silvo-arabili, sistemi silvo-pastorali, sistemi agro-silvo-pastorali, coltivazioni in foresta, sistemi lineari e fasce ripariali. I sistemi agro-silvo-pastorali hanno storicamente contribuito alla biodiversità a scala di paesaggio, legata anche alle pratiche tradizionali, di estrema importanza sia nelle zone marginali, sia in quelle vocate alla produzione agricola. Forme di uso del suolo come la “piantata”, filari e siepi lasciati a circondare i campi e pascoli, erano molto comuni fino a quando dinamiche legate alle due Guerre Mondiali e all’avvento dell’agricoltura industrializzata causarono la semplificazione progressiva del contesto agricolo. Dato che i contesti agricoli hanno visto prevalere la funzione di produzione a scapito della salute dell’ecosistema, e sono andati spesso incontro a degrado ambientale, l’agro-forestazione può fornire strumenti utili per fronteggiare molte sfide legate allo sviluppo sostenibile, in un contesto di condizioni climatiche sempre più instabili insieme alla domanda crescente di risorse (Lasco et al, 2014). Sostenibilità vuol dire capacità di sfruttare le risorse naturali senza compromettere la possibilità di fare lo stesso alle generazioni future, garantendo la resistenza e la resilienza degli ecosistemi naturali, ma anche produttivi. Oggi la sostenibilità è legata anche all’adattabilità al cambiamento climatico, le cui conseguenze sugli ecosistemi sono sempre più evidenti. Sono stati analizzati gli effetti positivi derivanti dall’associazione di alberi, colture agricole ed, eventualmente, animali e le loro interazioni necessarie da conoscere per garantire una gestione ottimale che veda prevalere le relazioni mutualistiche rispetto alla competizione per spazio e risorse. Per scegliere quali specie vegetali consociare, bisogna considerare dapprima il clima e il tipo di suolo, in seguito le interazioni a livello epigeo e ipogeo che possono cambiare nel tempo.Si tende a utilizzare specie autoctone che abbiano già dato risultati comprovati e che si accrescano rapidamente. In conclusione, se si comparano i sistemi agro-forestali agli usi del suolo tradizionali, gli effetti maggiormente soddisfacenti si hanno sul controllo dell’erosione, sulla biodiversità e sulla salute del suolo. Sulla produzione alimentare, legnosa e di biomassa si hanno effetti misti, correlati al diverso contesto produttivo e alla competizione che si instaura tra le colture in base alle pratiche gestionali. È da considerare il vantaggio di avere una fornitura di prodotti diversificati sulla stessa unità di superficie. É necessario superare ostacoli nell’organizzazione politica e industriale del settore agricolo-forestale, per permettere così l’implementazione e il miglioramento dei contesti agro-silvo-pastorali con i loro molteplici vantaggi. Ciò è possibile in un paese come l’Italia con un paesaggio molto diversificato e vocato ad una produzione di qualità, e in un momento storico in cui è in aumento l’interesse verso sistemi a basso impatto ambientale e rispettosi il più possibile dell’ambiente, che garantiscano cibo salutare.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
894689A_allegatofedericacaniggia.zip

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 364.61 kB
Formato Unknown
364.61 kB Unknown
894689_relazionefinalefedericacaniggia.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 4.05 MB
Formato Adobe PDF
4.05 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/79176