Emma Gramatica può essere definita un caposaldo della storia teatrale italiana. Stella nascente dei primi anni del Novecento rappresenta appieno la figura dell’attrice interprete che insieme ad altri importanti attori si distanziano dalla generazione precedente del Grande Attore. L’interpretazione di Casa di Bambola, opera teatrale di Henrik Ibsen in tre atti, scritto dall’autore nel 1879, e portato dell’attrice al Carignano nel 1917 nella città di Torino, stravolge ed impressiona non solo il pubblico ma è oggetto di studio dei più influenti critici teatrali del momento ed è l’esempio concreto di una nuova modalità di concezione di teatro e lavoro teatrale che prende piede all’inizio del XX secolo. Il testo teatrale sviluppa le vicende di Nora, moglie del dispotico Torvald Helmer, il nuovo direttore della Banca di Credito e del sotterfugio che ha incastrato la protagonista in una questione economica spiacevole che vede implicate le figure del marito, dell’amica di infanzia di Nora Kristine e dell’avvocato Krogstad nella parte del ricattatore . La vicenda condurrà ad una crescita psicologica e intima della protagonista. Infatti il finale del dramma prende una nuova piega inaspettata a discapito dei testi teatrali a cui lo spettatore è abituato, che porterà Nora ad allontanarsi dal nucleo famigliare a cui è stata abituata per tutta la sua intera esistenza, verso la ricerca solitaria di se stessa e della propria morale . L’elaborato analizza lo spettacolo torinese, attraverso la raccolta di documenti e lo studio di testate giornalistiche di critica influenti dell’epoca. L’interesse a questo argomento è scaturito dopo aver partecipato al convegno La grande trasformazione il teatro italiano fra il 1914 e il 1924. In particolar modo mi ha affascinato l’intervento del professor Armando Petrini con il proprio saggio Continuità e discontinuità. Il caso di Emma Gramatica. L’attrice Emma Gramatica è stata un vero e proprio ponte fra due generazioni di attori e come non mai l’interpretazione dell’opera di Ibsen ne è la rappresentazione più evidente. Dopo una breve introduzione, nel primo capitolo verrà presentata la figura di Emma Gramatica, mettendo in luce la personalità dell’attrice grazie allo studio dei testi scritti da chi l’attrice l’ha effettivamente vissuta, descrivendo le differenze che portano quest’ultima a distinguersi dal lavoro precedentemente svolto a teatro, le cause e il contesto storico che circonda lo studio teatrale della Gramatica ovvero anni di profondo cambiamento sociale e culturale come la fine della prima Guerra Mondiale Il secondo capitolo sarà il cuore dell’elaborato ove verranno riportati le impressioni dei grandi esponenti della critica del Novecento, positive e non, riguardanti la Nora interpretata da Emma Gramatica e di come l’attrice apporta alla protagonista uno stampo del tutto innovativo e mai visto prima al personaggio principale della commedia Ibseniana. Fondamentale per tale analisi saranno i diversi approcci della critica al lavoro dell’attrice, diametralmente opposti, ma che attraverso la rappresentazione di Casa di bambola li vedrà uniti su alcuni punti che serviranno a ricostruire un quadro generale sul lavoro svolto da Emma Gramatica in quella serata al teatro Carignano. Alla fine dell’analisi, verrà esposto il rapporto conflittuale dell’attrice con il mondo teatrale, approfondendo gli aspetti legati all'organizzazione teatrale e le lotte della Gramatica contro lo sfruttamento economico dei principali
Il dualismo Nora/Emma Gramatica: analisi della critica di “Casa di bambola” del 1917
PULETTO, FRANCESCA
2021/2022
Abstract
Emma Gramatica può essere definita un caposaldo della storia teatrale italiana. Stella nascente dei primi anni del Novecento rappresenta appieno la figura dell’attrice interprete che insieme ad altri importanti attori si distanziano dalla generazione precedente del Grande Attore. L’interpretazione di Casa di Bambola, opera teatrale di Henrik Ibsen in tre atti, scritto dall’autore nel 1879, e portato dell’attrice al Carignano nel 1917 nella città di Torino, stravolge ed impressiona non solo il pubblico ma è oggetto di studio dei più influenti critici teatrali del momento ed è l’esempio concreto di una nuova modalità di concezione di teatro e lavoro teatrale che prende piede all’inizio del XX secolo. Il testo teatrale sviluppa le vicende di Nora, moglie del dispotico Torvald Helmer, il nuovo direttore della Banca di Credito e del sotterfugio che ha incastrato la protagonista in una questione economica spiacevole che vede implicate le figure del marito, dell’amica di infanzia di Nora Kristine e dell’avvocato Krogstad nella parte del ricattatore . La vicenda condurrà ad una crescita psicologica e intima della protagonista. Infatti il finale del dramma prende una nuova piega inaspettata a discapito dei testi teatrali a cui lo spettatore è abituato, che porterà Nora ad allontanarsi dal nucleo famigliare a cui è stata abituata per tutta la sua intera esistenza, verso la ricerca solitaria di se stessa e della propria morale . L’elaborato analizza lo spettacolo torinese, attraverso la raccolta di documenti e lo studio di testate giornalistiche di critica influenti dell’epoca. L’interesse a questo argomento è scaturito dopo aver partecipato al convegno La grande trasformazione il teatro italiano fra il 1914 e il 1924. In particolar modo mi ha affascinato l’intervento del professor Armando Petrini con il proprio saggio Continuità e discontinuità. Il caso di Emma Gramatica. L’attrice Emma Gramatica è stata un vero e proprio ponte fra due generazioni di attori e come non mai l’interpretazione dell’opera di Ibsen ne è la rappresentazione più evidente. Dopo una breve introduzione, nel primo capitolo verrà presentata la figura di Emma Gramatica, mettendo in luce la personalità dell’attrice grazie allo studio dei testi scritti da chi l’attrice l’ha effettivamente vissuta, descrivendo le differenze che portano quest’ultima a distinguersi dal lavoro precedentemente svolto a teatro, le cause e il contesto storico che circonda lo studio teatrale della Gramatica ovvero anni di profondo cambiamento sociale e culturale come la fine della prima Guerra Mondiale Il secondo capitolo sarà il cuore dell’elaborato ove verranno riportati le impressioni dei grandi esponenti della critica del Novecento, positive e non, riguardanti la Nora interpretata da Emma Gramatica e di come l’attrice apporta alla protagonista uno stampo del tutto innovativo e mai visto prima al personaggio principale della commedia Ibseniana. Fondamentale per tale analisi saranno i diversi approcci della critica al lavoro dell’attrice, diametralmente opposti, ma che attraverso la rappresentazione di Casa di bambola li vedrà uniti su alcuni punti che serviranno a ricostruire un quadro generale sul lavoro svolto da Emma Gramatica in quella serata al teatro Carignano. Alla fine dell’analisi, verrà esposto il rapporto conflittuale dell’attrice con il mondo teatrale, approfondendo gli aspetti legati all'organizzazione teatrale e le lotte della Gramatica contro lo sfruttamento economico dei principaliFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/79172