In the last decades, the neighborhood Aurora has been at the center of debates on the urban phenonmenon. As a former worker district, its physical, economic and social configuration is in the middle of a rapid transformation characterized by the uncertain aspect of the more generalized transition to the post-fordist era of the city. Some of its most iconic landmarks of an industrial past, now predominantly urban “voids”, are today being transformed into symbols of Turin as an innovative and competitive city and conduced by regenerational urban politics. From the analysis of the polyedric transformation of Aurora, the thesis specifically observes corso Brescia, one of the main arteries of the neighborhood. In the definition of the research field, the thesis will tred along the confines of the visible in corso Brescia by questioning the manifest and over-narrated aspects of the street, but also by what is shadowed by common rhetoric and emerges in quotidian practices. On the one hand, then, its representations as a written, narrated and observed corso Brescia will be analyzed, after which a fragmented picture of the urban space between “islands of decorum” and images of decay will rise. These images are constantly produced by the rhetoric that accompanies the regenerative interventions in the area that started with the University Campus Einaudi along the Dora riverbank and were incarnated in the sudden appearance of the Nuvola Lavazza on largo Brescia. On the other hand, through the research on the field, a more composite and gradient image will appear, which will reflect what is “unseen” and “unheard” of corso Brescia. A focal point of the research will thus be the observation of the everyday life in the street that guides the research and reflections around the construction of idenitity and alterity; on the senses of appurtenance in a continuously transforming neighborhood which slip away from the photographies of the gentrifier and from a media rhetoric focused on Aurora and its Nuvole. The thesis’s first chapter will contextualize the research field through a brief panorama of the neighborhood. The “ecosystem” of the street will then be defined by observing different dimensions of the urban network: its population, the local shops, as well as the realstate market. In the second chapter, the “visible” aspects of the street will be analyzed and questioned with the methodological lens given by specialized literature on urban regeneration and gentrification. Its focus will be the discourses produced by specific actors that have brought gentrification to the area - local newspapers and realestate agents - and on the purely visual dimension. Through the “rephotoraphy” method, an interpretation on the transformation of corso Brescia and Aurora will be elaborated through two case studies: the Nuvola of Cino Zucchi and Brescia42, of which the latter is one of the most recent intervention by the realestate and construction company Torchio&Daghero. In the last chapter, the analysis will focus rather on the practices that emerged during the field research, which will be interpreted through the lens of everyday multiculturalism. Indeed, the urban ethnography in corso Brescia, which nurtures from the dialogues and encounters with those who live in the neighborhood and by passing by its bars and shops, has allowed an observation of those mobile frontiers between Us and Them, as well as of those day-to-day spaces in which the difference is negotiated
Negli ultimi anni, il quartiere Aurora, terra emiferica del torinese, si è ritrovata più volte al centro del dibattito urbano. Ex borgo operaio, la sua configurazione, tanto fisica quanto economica e sociale, sta rapidamente mutando con il fumoso passaggio all’età post-fordista della città. Nei luoghi iconici del passato industriale, molti dei quali oggi “vuoti” urbani, vanno sorgendo i simboli di una Torino che si vuole innovativa e competitiva nel nuovo scenario globale, guidata delle politiche di rigenerazione urbana. La tesi di ricerca, a partire dall’analisi della trasformazione poliedrica del quartiere Aurora, assume come campo d’osservazione l’area di corso Brescia, una delle vie principali della zona, a cavallo tra un Borgo Rossini riqualificato e smart e la più contraddittoria Borgata Aurora. Nella definizione del campo, l’elaborato muoverà lungo la linea di confine del visibile in corso Brescia, interrogando gli aspetti manifesti e iper-narrati della via e quanto, invece, viene messo in ombra dalla retorica comune e rilegato alle pratiche della quotidianità. Da una parte allora se ne analizzeranno le rappresentazioni; corso Brescia scritto, raccontato e visto restituirà una fotografia frammentata dello spazio urbano tra “isole di decoro” e immagini di degrado, opera della retorica che accompagna gli interventi di rigenerazione che hanno investito l’area, iniziati con il Campus Einaudi lungo le sponde della Dora e incarnati dallo svettare della Nuvola Lavazza su Largo Brescia. Dall’altra, attraverso il lento lavoro di campo, si delineerà una immagine più composita e sfumata, capace di restituire quanto “non si vede” e “non si sente” di corso Brescia. Al centro, allora, l’osservazione della quotidianità della via, che guida la riflessione intorno alle costruzioni d’identità e d’alterità, sui sensi di appartenenza che si incontrano e scontrano in un quartiere in trasformazione, e che sfuggono alla fotografia del gentrifier e alla retorica mediatica concentrata su Aurora e le sue Nuvole. Nel primo capitolo si opererà dunque una contestualizzazione del campo di studio, attraverso una breve panoramica sul quartiere. Si procederà poi con la definizione dell’“ecosistema” del corso osservando distinte dimensioni del tessuto urbano: la popolazione, i negozi e il mercato immobiliare. Nel secondo capitolo verranno presi in considerazione gli aspetti “visibili” della via, interrogati attraverso la letteratura sulla rigenerazione urbana e sulla gentrification. L’attenzione verterà sull’analisi dei discorsi di specifici produttori di gentrification – la stampa e gli agenti immobiliari – e sulla dimensione prettamente visuale: attraverso la ri-fotografia si leggeranno le trasformazioni di corso Brescia e Aurora, con due casi studio, la Nuvola di Cino Zucchi e Brescia42, recente intervento immobiliare dell’agenzia di costruzioni Torchio&Daghero. Nell’ultimo capitolo, procedendo nella decostruzione di una rappresentazione statica, ci si sposterà verso l’analisi delle pratiche emerse durante la ricerca di campo, interpretate attraverso la cornice del multiculturalismo quotidiano. L’etnografia urbana in corso Brescia, infatti, nutrendosi dei dialoghi e degli incontri con chi abita e vive il quartiere ed entrando nei suoi bar e nei suoi negozi, ha permesso l’osservazione di quelle linee mobili tra Noi e Loro, così come di quegli spazi della quotidianità in cui la differenza viene negoziata ed esperita.
Nuvole in Aurora. Confini del visibile in corso Brescia: un’etnografia
NALBONE, ELENA
2020/2021
Abstract
Negli ultimi anni, il quartiere Aurora, terra emiferica del torinese, si è ritrovata più volte al centro del dibattito urbano. Ex borgo operaio, la sua configurazione, tanto fisica quanto economica e sociale, sta rapidamente mutando con il fumoso passaggio all’età post-fordista della città. Nei luoghi iconici del passato industriale, molti dei quali oggi “vuoti” urbani, vanno sorgendo i simboli di una Torino che si vuole innovativa e competitiva nel nuovo scenario globale, guidata delle politiche di rigenerazione urbana. La tesi di ricerca, a partire dall’analisi della trasformazione poliedrica del quartiere Aurora, assume come campo d’osservazione l’area di corso Brescia, una delle vie principali della zona, a cavallo tra un Borgo Rossini riqualificato e smart e la più contraddittoria Borgata Aurora. Nella definizione del campo, l’elaborato muoverà lungo la linea di confine del visibile in corso Brescia, interrogando gli aspetti manifesti e iper-narrati della via e quanto, invece, viene messo in ombra dalla retorica comune e rilegato alle pratiche della quotidianità. Da una parte allora se ne analizzeranno le rappresentazioni; corso Brescia scritto, raccontato e visto restituirà una fotografia frammentata dello spazio urbano tra “isole di decoro” e immagini di degrado, opera della retorica che accompagna gli interventi di rigenerazione che hanno investito l’area, iniziati con il Campus Einaudi lungo le sponde della Dora e incarnati dallo svettare della Nuvola Lavazza su Largo Brescia. Dall’altra, attraverso il lento lavoro di campo, si delineerà una immagine più composita e sfumata, capace di restituire quanto “non si vede” e “non si sente” di corso Brescia. Al centro, allora, l’osservazione della quotidianità della via, che guida la riflessione intorno alle costruzioni d’identità e d’alterità, sui sensi di appartenenza che si incontrano e scontrano in un quartiere in trasformazione, e che sfuggono alla fotografia del gentrifier e alla retorica mediatica concentrata su Aurora e le sue Nuvole. Nel primo capitolo si opererà dunque una contestualizzazione del campo di studio, attraverso una breve panoramica sul quartiere. Si procederà poi con la definizione dell’“ecosistema” del corso osservando distinte dimensioni del tessuto urbano: la popolazione, i negozi e il mercato immobiliare. Nel secondo capitolo verranno presi in considerazione gli aspetti “visibili” della via, interrogati attraverso la letteratura sulla rigenerazione urbana e sulla gentrification. L’attenzione verterà sull’analisi dei discorsi di specifici produttori di gentrification – la stampa e gli agenti immobiliari – e sulla dimensione prettamente visuale: attraverso la ri-fotografia si leggeranno le trasformazioni di corso Brescia e Aurora, con due casi studio, la Nuvola di Cino Zucchi e Brescia42, recente intervento immobiliare dell’agenzia di costruzioni Torchio&Daghero. Nell’ultimo capitolo, procedendo nella decostruzione di una rappresentazione statica, ci si sposterà verso l’analisi delle pratiche emerse durante la ricerca di campo, interpretate attraverso la cornice del multiculturalismo quotidiano. L’etnografia urbana in corso Brescia, infatti, nutrendosi dei dialoghi e degli incontri con chi abita e vive il quartiere ed entrando nei suoi bar e nei suoi negozi, ha permesso l’osservazione di quelle linee mobili tra Noi e Loro, così come di quegli spazi della quotidianità in cui la differenza viene negoziata ed esperita.File | Dimensione | Formato | |
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