The present period of eco-social crisis is characterized by the ubiquitous presence of toxic substances. Exposure to toxicity is characterized by a geography of inequality that can be read as an expression of structural violence. In the territories exposed to highly polluting industrial production defined as "zones of sacrifice", inequalities and slow violence have impacts in environmental and health terms that are at the center of an interpretative conflict involving the people exposed, the political administration, the bodies in charge of environmental monitoring and the managers of the same company. Based on the data collected in this research through semi-structured interviews and participant observation, the purpose of this work is to reflect on the historical and present impact of a chemical industry on the territory and the inhabitants of Rosignano Solvay. In particular, the objective is to capture the processes of normalization and invisibilization - enacted to deny the socio-environmental damages caused by the industrial presence - in relation to the lived experience of the subjects exposed to these damages.
Il periodo di crisi eco-sociale in cui viviamo è caratterizzato dalla presenza ubiqua di sostanze tossiche. L'esposizione a queste risulta caratterizza da una geografia della disuguaglianza che può essere letta come una espressione chimica della violenza strutturale. Nei territori esposti alla produzione industriale fortemente inquinante definite come “zone di sacrificio”, le disuguaglianze e la slow violence hanno impatti in termini ambientali e di salute che sono al centro di un conflitto interpretativo che vede coinvolte le persone esposte, l'amministrazione politica, gli enti preposti al montiraggio ambientale e i dirigenti della stessa azienda. Sulla base dei dati raccolti in questa ricerca tramite interviste semi-strutturate e osservazione partecipante, lo scopo di questo lavoro è di riflettere sull'impatto storico e presente di una industria chimica sul territorio e gli abitanti di Rosignano Solvay. In particolare, l'obiettivo è quello di cogliere i processi di normalizzazione e invisibilizzazione - messi in atto per negare i danni socio-ambientali causati dalla presenza industriale - in relazione all'esperienza vissuta dei soggetti esposti a questi danni.
Convivere con la tossicità: il caso etnografico di Rosignano Solvay
GRAGNANI, COSIMO
2021/2022
Abstract
Il periodo di crisi eco-sociale in cui viviamo è caratterizzato dalla presenza ubiqua di sostanze tossiche. L'esposizione a queste risulta caratterizza da una geografia della disuguaglianza che può essere letta come una espressione chimica della violenza strutturale. Nei territori esposti alla produzione industriale fortemente inquinante definite come “zone di sacrificio”, le disuguaglianze e la slow violence hanno impatti in termini ambientali e di salute che sono al centro di un conflitto interpretativo che vede coinvolte le persone esposte, l'amministrazione politica, gli enti preposti al montiraggio ambientale e i dirigenti della stessa azienda. Sulla base dei dati raccolti in questa ricerca tramite interviste semi-strutturate e osservazione partecipante, lo scopo di questo lavoro è di riflettere sull'impatto storico e presente di una industria chimica sul territorio e gli abitanti di Rosignano Solvay. In particolare, l'obiettivo è quello di cogliere i processi di normalizzazione e invisibilizzazione - messi in atto per negare i danni socio-ambientali causati dalla presenza industriale - in relazione all'esperienza vissuta dei soggetti esposti a questi danni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/78991