L'elaborato si pone l'obiettivo di andare ad analizzare il funzionamento delle routine di un assistente vocale prendendo ad esempio i due assistenti vocali maggiormente conosciuti: Alexa e Google Assistant. Partendo da una panoramica sul mondo dell'Internet of Things e smart spaces, ovvero ambienti caratterizzati da un'interconnessione tra oggetti proprio attraverso la loro connessione alla rete, si introduce il concetto di smart object. Lo smart object si definisce come un oggetto fisico, che proprio grazie alla connessione ad Internet di cui è dotato, è in grado di comunicare sia con l'ambiente che lo circonda, sia con altri smart object. Una tipologia di smart object sono gli smart speakers, su cui vengono solitamente installati gli assistenti vocali: intelligenze artificiali, sempre connesse alla rete, in grado di comunicare con l'ambiente esterno tramite degli alto parlanti, per cui l'interazione con l'utente è principalmente a livello vocale. Gli assistenti vocali più comuni sono Alexa e Google Assistant, ed entrambi sono dotati della funzionalità della routine. La routine di un assistente vocale è una funzionalità che permette a quest'ultimo di eseguire una serie di azioni al verificarsi di una determinata condizione o innesco chiamato trigger. L'analisi del funzionamento delle routine parte dal meccanismo che ne sta alla base: il Trigger Action Programming (TAP). Il TAP è un modello applicativo dell'end-user devolopment (EUD), un approccio che consiste in una serie di metodi che permettono all'utente che non possiede conoscenze informatiche di modificare il comportamento dei propri dispositivi secondo le sue esigenze personali. Nell'elaborato vengono analizzati i diversi tipi di trigger che possono essere utilizzati, e le diverse tipologie di azioni che possono essere messe in atto dall'assistente vocale. Nella parte conclusiva si mettono in luce quelle che sono le problematiche delle routine e si suggeriscono possibili soluzioni in ottica degli obiettivi che si pone il progetto EMPATHY. Quest'ultimo è un progetto di durata triennale che si occupa di aiutare gli utenti finali nell'interfacciarsi con sistemi dell’IoT; quindi, anche per quanto riguarda gli assistenti vocali.

Analisi delle routine degli assistenti vocali nel contesto della smart home

FOLLIS, ALESSIA
2021/2022

Abstract

L'elaborato si pone l'obiettivo di andare ad analizzare il funzionamento delle routine di un assistente vocale prendendo ad esempio i due assistenti vocali maggiormente conosciuti: Alexa e Google Assistant. Partendo da una panoramica sul mondo dell'Internet of Things e smart spaces, ovvero ambienti caratterizzati da un'interconnessione tra oggetti proprio attraverso la loro connessione alla rete, si introduce il concetto di smart object. Lo smart object si definisce come un oggetto fisico, che proprio grazie alla connessione ad Internet di cui è dotato, è in grado di comunicare sia con l'ambiente che lo circonda, sia con altri smart object. Una tipologia di smart object sono gli smart speakers, su cui vengono solitamente installati gli assistenti vocali: intelligenze artificiali, sempre connesse alla rete, in grado di comunicare con l'ambiente esterno tramite degli alto parlanti, per cui l'interazione con l'utente è principalmente a livello vocale. Gli assistenti vocali più comuni sono Alexa e Google Assistant, ed entrambi sono dotati della funzionalità della routine. La routine di un assistente vocale è una funzionalità che permette a quest'ultimo di eseguire una serie di azioni al verificarsi di una determinata condizione o innesco chiamato trigger. L'analisi del funzionamento delle routine parte dal meccanismo che ne sta alla base: il Trigger Action Programming (TAP). Il TAP è un modello applicativo dell'end-user devolopment (EUD), un approccio che consiste in una serie di metodi che permettono all'utente che non possiede conoscenze informatiche di modificare il comportamento dei propri dispositivi secondo le sue esigenze personali. Nell'elaborato vengono analizzati i diversi tipi di trigger che possono essere utilizzati, e le diverse tipologie di azioni che possono essere messe in atto dall'assistente vocale. Nella parte conclusiva si mettono in luce quelle che sono le problematiche delle routine e si suggeriscono possibili soluzioni in ottica degli obiettivi che si pone il progetto EMPATHY. Quest'ultimo è un progetto di durata triennale che si occupa di aiutare gli utenti finali nell'interfacciarsi con sistemi dell’IoT; quindi, anche per quanto riguarda gli assistenti vocali.
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