I coccolitoforidi sono alghe planctoniche unicellulari della divisione delle Haptophytae, le quali presentano una struttura cellulare racchiusa all’interno di un guscio calcareo detto coccosfera, a sua volta composto da un insieme di placchette di calcite dette coccoliti. I coccolitoforidi hanno un importante record fossile, a partire dal loro primo riconoscimento intorno a 225 Ma fino ad esemplari tutt’oggi viventi. Il loro record fossile si è rivelato uno strumento fondamentale per ricostruire delle loro preferenze ecologiche e condizioni ambientali nel tempo. Ciò è possibile confrontando la distribuzione dei coccolitoforidi viventi e di quelli presenti nel record fossile. Perciò essi sono considerati indicatori paleoambientali e paleoceanografici molto affidabili. Una delle problematiche a cui è però soggetto il record fossile è il grado di conservazione dei coccolitoforidi. Esistono diversi fattori che concorrono ad alterare quella che era l’originale condizione dei fossili. Tra questi, i due principali sono gli effetti di dissoluzione e fratturazione a cui sono esposti i coccoliti. Ciò che è ancora necessario capire è quali siano gli effetti e le intensità che tali fattori determinano sui diversi taxa, definendo le specie più resistenti a tali effetti, in modo tale da migliorare la qualità del dato ottenuto dallo studio delle associazioni fossili. Come primo passo per provare a comprendere ciò, in sede sperimentale sono stati alterati alcuni campioni messiniani provenienti dal Bacino di Sorbas tramite un trattamento con acido acetico 1 molare, in modo da simulare le condizioni di dissoluzione e fratturazione che possono avvenire durante la deposizione del coccolite o in fase diagenetica. Dalle soluzioni trattate con acido sono stati preparati dei vetrini per osservazioni al microscopio ottico. È stato anche preparato un vetrino di controllo con il solo campione non trattato, in modo da effetuare un confronto relativo tra il campione originale e quelli alterati con acido. Nei campioni sono state considerate le alterazioni dei coccoliti delle specie: Coccolithus pelagicus e Pontosphaera multipora. L’osservazione dei vetrini al microscopio ha portato a definire quattro classi a gradi crescenti di dissoluzione e quattro classi a gradi crescenti di fratturazione. Gli intervalli tra le diverse classi sono stati determinati sulla base delle condizioni in cui sono stati osservati i coccoliti, definendo la classe 0 come quella ad alterazione nulla fino ad arrivare alla classe 3 con alterazione massima. Trenta esemplari per taxon, sia nel vetrino con il campione inalterato che in uno con il trattamento con acido, sono stati classificati secondo le quattro classi di conservazione precedentemente definite. Nel caso della dissoluzione si è notato un progressivo aumento delle classi 3 di entrambi i coccoliti ed un aumento delle classi 0 e 2 di P. multipora. L’aumento di tali classi è stato spiegato tramite l’azione dell’acido, che tende a dissolvere completamente determinati coccoliti di entrambe le specie, piuttosto che solamente gli esemplari della stessa specie. Per il grado di fratturazione si nota una riduzione della classe 3 per entrambi i coccoliti. Ciò è spiegato tramite l’azione dell’acido, che determinando una forte azione di dissoluzione, impedisce il corretto riconoscimento dei coccoliti con un elevato grado di fratturazione. I dati dell’osservazione dei due taxa mostrano quindi un grado di resistenza alla dissoluzione simile.

Preservazione dei nannofossili calcarei nel registro geologico: esperimenti per l'elaborazione di indici di dissoluzione

ISELLA, ERIK
2020/2021

Abstract

I coccolitoforidi sono alghe planctoniche unicellulari della divisione delle Haptophytae, le quali presentano una struttura cellulare racchiusa all’interno di un guscio calcareo detto coccosfera, a sua volta composto da un insieme di placchette di calcite dette coccoliti. I coccolitoforidi hanno un importante record fossile, a partire dal loro primo riconoscimento intorno a 225 Ma fino ad esemplari tutt’oggi viventi. Il loro record fossile si è rivelato uno strumento fondamentale per ricostruire delle loro preferenze ecologiche e condizioni ambientali nel tempo. Ciò è possibile confrontando la distribuzione dei coccolitoforidi viventi e di quelli presenti nel record fossile. Perciò essi sono considerati indicatori paleoambientali e paleoceanografici molto affidabili. Una delle problematiche a cui è però soggetto il record fossile è il grado di conservazione dei coccolitoforidi. Esistono diversi fattori che concorrono ad alterare quella che era l’originale condizione dei fossili. Tra questi, i due principali sono gli effetti di dissoluzione e fratturazione a cui sono esposti i coccoliti. Ciò che è ancora necessario capire è quali siano gli effetti e le intensità che tali fattori determinano sui diversi taxa, definendo le specie più resistenti a tali effetti, in modo tale da migliorare la qualità del dato ottenuto dallo studio delle associazioni fossili. Come primo passo per provare a comprendere ciò, in sede sperimentale sono stati alterati alcuni campioni messiniani provenienti dal Bacino di Sorbas tramite un trattamento con acido acetico 1 molare, in modo da simulare le condizioni di dissoluzione e fratturazione che possono avvenire durante la deposizione del coccolite o in fase diagenetica. Dalle soluzioni trattate con acido sono stati preparati dei vetrini per osservazioni al microscopio ottico. È stato anche preparato un vetrino di controllo con il solo campione non trattato, in modo da effetuare un confronto relativo tra il campione originale e quelli alterati con acido. Nei campioni sono state considerate le alterazioni dei coccoliti delle specie: Coccolithus pelagicus e Pontosphaera multipora. L’osservazione dei vetrini al microscopio ha portato a definire quattro classi a gradi crescenti di dissoluzione e quattro classi a gradi crescenti di fratturazione. Gli intervalli tra le diverse classi sono stati determinati sulla base delle condizioni in cui sono stati osservati i coccoliti, definendo la classe 0 come quella ad alterazione nulla fino ad arrivare alla classe 3 con alterazione massima. Trenta esemplari per taxon, sia nel vetrino con il campione inalterato che in uno con il trattamento con acido, sono stati classificati secondo le quattro classi di conservazione precedentemente definite. Nel caso della dissoluzione si è notato un progressivo aumento delle classi 3 di entrambi i coccoliti ed un aumento delle classi 0 e 2 di P. multipora. L’aumento di tali classi è stato spiegato tramite l’azione dell’acido, che tende a dissolvere completamente determinati coccoliti di entrambe le specie, piuttosto che solamente gli esemplari della stessa specie. Per il grado di fratturazione si nota una riduzione della classe 3 per entrambi i coccoliti. Ciò è spiegato tramite l’azione dell’acido, che determinando una forte azione di dissoluzione, impedisce il corretto riconoscimento dei coccoliti con un elevato grado di fratturazione. I dati dell’osservazione dei due taxa mostrano quindi un grado di resistenza alla dissoluzione simile.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/78885