La chirurgia del glaucoma si rende necessaria quando la terapia medica o quella laser non sono sufficienti a ridurre la pressione intraoculare (PIO) a valori adeguati a rallentare la progressione della patologia o sono presenti troppi effetti collaterali. L’approccio chirurgico standard è l’intervento di trabeculectomia, che prevede la formazione di una bozza filtrante, attraverso la quale si realizza il drenaggio dell’umor acqueo dalla camera anteriore allo spazio sottocongiuntivale. L’efficacia dell’intervento viene compromessa dall’eccessiva cicatrizzazione della via di deflusso creata pertanto risulta essenziale intervenire su quest’ultima in maniera preventiva. Per tale ragione vengono ampiamente utilizzati, off-label, la mitomicina C o il 5-fluorouracile che hanno notevolmente prolungato la longevità della bozza filtrante ma possono determinare danni significativi a livello della congiuntiva e quindi sono fonte di possibili complicanze nel breve e nel medio periodo. Scopo di questo lavoro è quello di valutare possibili opzioni terapeutiche meno invasive per modulare il processo cicatriziale in seguito alla chirurgia del glaucoma. Sono stati esaminati principi attivi già approvati in altri contesti clinici che sono risultati in grado di ostacolare la deposizione del tessuto fibrotico in prossimità del sito chirurgico, tra questi vi sono alcuni agenti immunosoppressori, anticorpi monoclonali, sartani e farmaci registrati nel trattamento di altri disturbi fibrotici. È stata poi considerata la possibilità di nuove terapie, non ancora approvate in nessun contesto terapeutico, che hanno mostrato di interferire con il TGF-β, con i recettori della citochina, con le vie di segnalazione attivate dal fattore di crescita oppure con enzimi coinvolti nel rimodellamento della matrice extracellulare. Si è valutata inoltre l’efficacia di una triplice terapia caratterizzata da agenti aventi come target fasi diverse del processo riparativo. Dall’analisi compiuta sulla base delle evidenze disponibili in letteratura, è emerso che, ad oggi, non vi sono alternative terapeutiche all’utilizzo degli antimetaboliti. Le strategie terapeutiche indagate hanno esitato nel miglioramento degli esiti cicatriziali post-chirurgici, ma per la maggior parte delle molecole considerate i risultati ottenuti provengono da singoli studi preclinici. Sono quindi necessari ulteriori studi preclinici e clinici che rafforzino la solidità delle evidenze raccolte. In futuro poi sarebbe interessante indirizzare la ricerca su nuove combinazioni farmacologiche che potrebbero consentire di massimizzare il potenziale inibitorio nei confronti dell’eccessiva cicatrizzazione che segue la chirurgia glaucomatosa.

Nuovi approcci farmacologici per modulare il processo cicatriziale dopo la chirurgia del glaucoma

ZAVATTERI, MARTINA
2020/2021

Abstract

La chirurgia del glaucoma si rende necessaria quando la terapia medica o quella laser non sono sufficienti a ridurre la pressione intraoculare (PIO) a valori adeguati a rallentare la progressione della patologia o sono presenti troppi effetti collaterali. L’approccio chirurgico standard è l’intervento di trabeculectomia, che prevede la formazione di una bozza filtrante, attraverso la quale si realizza il drenaggio dell’umor acqueo dalla camera anteriore allo spazio sottocongiuntivale. L’efficacia dell’intervento viene compromessa dall’eccessiva cicatrizzazione della via di deflusso creata pertanto risulta essenziale intervenire su quest’ultima in maniera preventiva. Per tale ragione vengono ampiamente utilizzati, off-label, la mitomicina C o il 5-fluorouracile che hanno notevolmente prolungato la longevità della bozza filtrante ma possono determinare danni significativi a livello della congiuntiva e quindi sono fonte di possibili complicanze nel breve e nel medio periodo. Scopo di questo lavoro è quello di valutare possibili opzioni terapeutiche meno invasive per modulare il processo cicatriziale in seguito alla chirurgia del glaucoma. Sono stati esaminati principi attivi già approvati in altri contesti clinici che sono risultati in grado di ostacolare la deposizione del tessuto fibrotico in prossimità del sito chirurgico, tra questi vi sono alcuni agenti immunosoppressori, anticorpi monoclonali, sartani e farmaci registrati nel trattamento di altri disturbi fibrotici. È stata poi considerata la possibilità di nuove terapie, non ancora approvate in nessun contesto terapeutico, che hanno mostrato di interferire con il TGF-β, con i recettori della citochina, con le vie di segnalazione attivate dal fattore di crescita oppure con enzimi coinvolti nel rimodellamento della matrice extracellulare. Si è valutata inoltre l’efficacia di una triplice terapia caratterizzata da agenti aventi come target fasi diverse del processo riparativo. Dall’analisi compiuta sulla base delle evidenze disponibili in letteratura, è emerso che, ad oggi, non vi sono alternative terapeutiche all’utilizzo degli antimetaboliti. Le strategie terapeutiche indagate hanno esitato nel miglioramento degli esiti cicatriziali post-chirurgici, ma per la maggior parte delle molecole considerate i risultati ottenuti provengono da singoli studi preclinici. Sono quindi necessari ulteriori studi preclinici e clinici che rafforzino la solidità delle evidenze raccolte. In futuro poi sarebbe interessante indirizzare la ricerca su nuove combinazioni farmacologiche che potrebbero consentire di massimizzare il potenziale inibitorio nei confronti dell’eccessiva cicatrizzazione che segue la chirurgia glaucomatosa.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
818537_tesi_martinazavatteri.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.86 MB
Formato Adobe PDF
1.86 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/78865