Management of monochorionic twin pregnancies and correlation with placental angioarchitecture Introduction Monochorionic pregnancies can incur in various complications correlated with the presence of placental vascular anastomosis. Among these complications, selective intrauterine growth restriction (sIUGR) occurs in 10-15% of cases. It is classified into three types, based on the doppler-flow characteristics of the smaller twin’s umbilical artery: • Type I: consistently present end-diastolic velocity • Type II: consistently absent velocity or reverse velocity • Type III: inconsistent flow, alternating between presence, absence and reverse, which is defined as intermittent Management of these pregnancies is complex and not codified in guidelines Objectives Primary objective is to evaluate the fetal-neonatal outcomes of monochorionic twins born from pregnancies complicated by sIUGR of type I, II, and III, adopting expectant management. Secondary objectives are the study of placental angioarchitecture in a subgroup of 115 patients, and in sIUGR cases, the comparison between the underdeveloped twin and the normally-developed twin Materials and Methods The population consists of 172 patients with monochorionic diamniotic pregnancies at Sant’Anna Hospital’s Multiple-Pregnancy Clinic between 2010 and 2021, and the related 302 newborns for whom data is available. The pregnancies have been subdivided in two groups: normal pregnancies (85) and pregnancies complicated by sIUGR (87). The fetal-newborn outcomes and maternal outcomes have been evaluated. Analysis of anastomoses was performed for a subgroup of 115 patients for whom it was possible to study the angioarchitecture. Results Average duration for normal pregnancies was 34.9 weeks, the average weight of newborns was 2286g. Type I underdevelopment results in a fetal-neonatal outcome more favorable than the other types: weight and APGAR score at birth are significantly higher (p=0.0001 for both variables), there is a smaller weight-difference between the twins, and the average length of hospitalization in TIN is shorter ((p=0.0001 for both variables). Pregnancies with Type II sIUGR (31.71 weeks) and III (31.88) show a significantly shorter gestational time to delivery when compared to Type I pregnancies (34.3) or normal pregnancies (34.92) (p=0.0001). There are no differences in morbidity between the underdeveloped twin and the other twin (respiratory morbidity p=0.632, neurologic p=0.37, gastrointestinal p=0.149), while the risk of neonatal death seems to increase for the smaller twin (p=0.05). In sIUGR pregnancies, placentas have a lower weight (p=0.0001) and are characterized by an unequal division of the territory reserved for the two twins (p=0.025). Large-diameter AA anastomoses are present in sIUGR of type III and less frequently in sIUGR of type II. There are no significant differences in the number and type of anastomoses between normal pregnancies and the three sIUGR types (anastomosis AV p=0.311; AA p=0.774; AA>2 mm p=0.782; VV p=0.578). Discussion and Conclusions Overall, our study confirms literature data regarding sIUGR outcomes, but our sample shows that conservative management correlates with low mortality and morbidity of fetuses and newborns. The close monitoring of these pregnancies, often in hospitalization, has made it possible to reach gestational periods such as to reduce the risks related to prematurity. Team work with neonatologists is essential for the success of such pregnancies.
Management delle gravidanze gemellari monocoriali e correlazione con l’angioarchitettura placentare Introduzione La gravidanza gemellare monocoriale presenta diverse complicanze correlate alla presenza di anastomosi placentari; tra queste compare il ritardo di crescita intrauterino di uno dei due feti (sIUGR) che si verifica nel 10-15% dei casi. Viene classificato in tre tipi in base alla dopplerflussimetria ombelicale: • Tipo I: velocità telediastolica persistentemente presente • Tipo II: velocità persistentemente assente o reverse • Tipo III: flusso variabile definito intermittente Il management di queste gravidanze è complesso e non è codificato da linee guida. Obiettivi L’obiettivo primario è valutare l’outcome feto-neonatale dei gemelli monocoriali nati da gravidanze normodecorse e complicate da sIUGR di tipo I, II e III, adottando un management d’attesa. Gli obiettivi secondari sono: lo studio dell’angioarchitettura placentare in 115 pazienti e il confronto tra il gemello iposviluppato e il cogemello normosviluppato degli sIUGR. Materiali e metodi La popolazione comprende 172 gravidanze monocoriali biamniotiche afferite all’Ambulatorio della gravidanza multipla dell’Ospedale Sant’Anna tra il 2010 e il 2021 e i relativi 302 neonati di cui abbiamo i dati a disposizione. Le gravidanze sono state divise in due gruppi: normodercose (85) e complicate da SIUGR (87) e sono stati valutati gli outcome materni e feto neonatali. Sono state analizzate le anastomosi di un sottogruppo di 115 pazienti in cui è stato possibile effettuare lo studio dell’angiorchitettura. Risultati L’età media al parto delle gravidanze normodecorse è stata di 34,9 settimane, il peso medio dei neonati è stato di 2286g. Gli iposviluppi di tipo I presentano un outcome feto-neonatale più favorevole se comparati con gli altri iposviluppi: il peso e l’APGAR alla nascita sono significativamente superiori (p=0.0001 per entrambe le variabili), mentre la discrepanza di peso tra i gemelli e la durata media del ricovero in TIN sono minori (p=0.0001 per entrambe le variabili). Le gravidanze complicate da sIUGR tipo II (31.71 settimane) e III (31.88) presentano un’epoca gestazionale al parto significativamente più bassa rispetto alle gravidanze con sIUGR di tipo I (34.3) e alle normodecorse (34.92) (p=0.0001). Non ci sono differenze nella morbilità tra il gemello iposviluppato e il cogemello (morbilità respiratoria p=0.632,neurologica p=0.37, gastrointestinale p=0.149), mentre sembra aumentato il rischio di morte neonatale nel gemello più piccolo (p=0.05).Le placente degli sIUGR hanno un peso inferiore (p=0.0001) e un’ineguale spartizione (p=0.025). Sono presenti anastomosi AA di grosso calibro negli sIUGR tipo III e in minor frequenza negli sIUGR tipo II. Non vi sono differenze significative nel numero e tipo di anastomosi tra le gravidanze normodecorse e i tre tipi di sIUGR (anastomosi AV p=0.311; AA p=0.774; AA>2 mm p=0.782; VV p=0.578). Discussione e conclusioni Il nostro studio conferma nel complesso i dati della letteratura per quanto riguarda gli esiti degli sIUGR, ma nel nostro campione si evidenzia una bassa mortalità e morbilità feto-neonatale correlata al management conservativo. Lo stretto monitoraggio di queste gravidanze spesso in regime di ricovero ha permesso di raggiungere delle epoche gestazionali tali da ridurre i rischi correlati alla prematurità. Il lavoro d’ equipe con i neonatologi è fondamentale per il buon esito di tali gravidanze.
Management delle gravidanze gemellari monocoriali e correlazione con l'angioarchitettura placentare
FASANO, EMMA
2020/2021
Abstract
Management delle gravidanze gemellari monocoriali e correlazione con l’angioarchitettura placentare Introduzione La gravidanza gemellare monocoriale presenta diverse complicanze correlate alla presenza di anastomosi placentari; tra queste compare il ritardo di crescita intrauterino di uno dei due feti (sIUGR) che si verifica nel 10-15% dei casi. Viene classificato in tre tipi in base alla dopplerflussimetria ombelicale: • Tipo I: velocità telediastolica persistentemente presente • Tipo II: velocità persistentemente assente o reverse • Tipo III: flusso variabile definito intermittente Il management di queste gravidanze è complesso e non è codificato da linee guida. Obiettivi L’obiettivo primario è valutare l’outcome feto-neonatale dei gemelli monocoriali nati da gravidanze normodecorse e complicate da sIUGR di tipo I, II e III, adottando un management d’attesa. Gli obiettivi secondari sono: lo studio dell’angioarchitettura placentare in 115 pazienti e il confronto tra il gemello iposviluppato e il cogemello normosviluppato degli sIUGR. Materiali e metodi La popolazione comprende 172 gravidanze monocoriali biamniotiche afferite all’Ambulatorio della gravidanza multipla dell’Ospedale Sant’Anna tra il 2010 e il 2021 e i relativi 302 neonati di cui abbiamo i dati a disposizione. Le gravidanze sono state divise in due gruppi: normodercose (85) e complicate da SIUGR (87) e sono stati valutati gli outcome materni e feto neonatali. Sono state analizzate le anastomosi di un sottogruppo di 115 pazienti in cui è stato possibile effettuare lo studio dell’angiorchitettura. Risultati L’età media al parto delle gravidanze normodecorse è stata di 34,9 settimane, il peso medio dei neonati è stato di 2286g. Gli iposviluppi di tipo I presentano un outcome feto-neonatale più favorevole se comparati con gli altri iposviluppi: il peso e l’APGAR alla nascita sono significativamente superiori (p=0.0001 per entrambe le variabili), mentre la discrepanza di peso tra i gemelli e la durata media del ricovero in TIN sono minori (p=0.0001 per entrambe le variabili). Le gravidanze complicate da sIUGR tipo II (31.71 settimane) e III (31.88) presentano un’epoca gestazionale al parto significativamente più bassa rispetto alle gravidanze con sIUGR di tipo I (34.3) e alle normodecorse (34.92) (p=0.0001). Non ci sono differenze nella morbilità tra il gemello iposviluppato e il cogemello (morbilità respiratoria p=0.632,neurologica p=0.37, gastrointestinale p=0.149), mentre sembra aumentato il rischio di morte neonatale nel gemello più piccolo (p=0.05).Le placente degli sIUGR hanno un peso inferiore (p=0.0001) e un’ineguale spartizione (p=0.025). Sono presenti anastomosi AA di grosso calibro negli sIUGR tipo III e in minor frequenza negli sIUGR tipo II. Non vi sono differenze significative nel numero e tipo di anastomosi tra le gravidanze normodecorse e i tre tipi di sIUGR (anastomosi AV p=0.311; AA p=0.774; AA>2 mm p=0.782; VV p=0.578). Discussione e conclusioni Il nostro studio conferma nel complesso i dati della letteratura per quanto riguarda gli esiti degli sIUGR, ma nel nostro campione si evidenzia una bassa mortalità e morbilità feto-neonatale correlata al management conservativo. Lo stretto monitoraggio di queste gravidanze spesso in regime di ricovero ha permesso di raggiungere delle epoche gestazionali tali da ridurre i rischi correlati alla prematurità. Il lavoro d’ equipe con i neonatologi è fondamentale per il buon esito di tali gravidanze.File | Dimensione | Formato | |
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