Dibattito politico-giuridico sulla legittima difesa domiciliare, alla luce del populismo penale

L’istituto della legittima difesa, in particolare la declinazione domiciliare, è stato oggetto di accesi dibattiti soprattutto tra la sfera giuridica e la sfera politica. Nei capitoli seguenti si percorrerà la storia di tale istituto, partendo dall’interpretazione che ne veniva data in epoca romana e passando dai vari codici dell’Italia liberale e fascista, fino ad oggi: i principi sulla quale si fondava il diritto antico permangono ancora oggi? L’analisi si è svolta analizzando le principali tappe normative: XII Tavole Moderamen Codice Penale del Regno di Sardegna Codice Zanardelli Codice Rocco Nello specifico nel primo capitolo viene trattata l’evoluzione di tale istituto, partendo dall’analisi di come nell’epoca romana si rispondeva alla violazione di domicilio e al furto attraverso l’applicazione delle XII Tavole, basate sul principio di vendetta. Si prosegue poi nell’analisi del cambio di rotta avvenuto grazie al moderamen, il quale per la prima volta introdusse i principi di moderazione e proporzionalità, utili nell’epoca liberale per la stesura dei successivi Codici penali. Nel secondo capitolo si propone un’analisi di come cambiò la legislazione a partire dall’età neoclassica, passando attraverso il periodo fascista, e si noterà come il Codice Rocco, emanato in tale periodo, si leghi fortemente alle due riforme successive avvenute in età contemporanea (2006 e 2019). Si farà luce in questo capitolo soprattutto sull’applicabilità dell’articolo 52 del Codice Penale, entro la quale si sostanzia il concetto di legittima difesa domiciliare. Il terzo capitolo analizza alcuni dati: sia provenienti dal Censis e relativi alla quantità di furti, sia provenienti dalle pronunce di legittimità pubblicate dalla Corte di Cassazione. Vedremo come la percezione diffusa di difesa personale non è coerente con le statistiche analizzate.