Un grave evento accaduto al signor Francesco Mastrogiovanni è stato lo spunto per una disamina sulla pratica della contenzione in sanità, e per una riflessione sul trattamento della persona fragile dal punto di vista psicofisico. Il presente elaborato si propone di analizzare i determinanti socio culturali che condizionano l’approccio alla malattia mentale, i possibili fattori che condizionano il ricorso a mezzi contenitivi, le motivazioni prevalentemente addotte e gli effetti potenziali e reali che, pur arrivando alla cronaca, rappresentano una parte di un sommerso ancora esistente, come si appura da recenti rilevazioni effettuate. Sempre sulla scia della morte del sig. Francesco, si analizzano gli aspetti giuridico normativi e quelli deontologici dei professionisti più frequentemente coinvolti nelle manovre di contenimento, oltre alle caratteristiche formative, organizzative e di contesto ambientale che, quando non adeguate, possono diventare fattori di rischio. Una disamina degli aspetti etici ripropone valori fondamentali quali il rispetto della persona, con particolare riguardo alla libertà, all’autodeterminazione, all’inviolabilità del corpo, alla partecipazione al proprio processo di cura. Ci si sofferma anche sulle iniziative ministeriali e regionali, e sulla necessità di visione ed azione sistemica per la gestione dei cambiamenti sia in seno alla comunità, sia all’interno dei servizi sanitari, ai quali occorre fornire i mezzi necessari affinché possano realisticamente intraprendere un percorso che porti ad una riduzione drastica della contenzione, come auspicato da innumerevoli fonti internazionali e nazionali
RIFLESSIONI SULLA CONTENZIONE A PARTIRE DA UN CASO LIMITE
LANDRA, ERMANNO
2021/2022
Abstract
Un grave evento accaduto al signor Francesco Mastrogiovanni è stato lo spunto per una disamina sulla pratica della contenzione in sanità, e per una riflessione sul trattamento della persona fragile dal punto di vista psicofisico. Il presente elaborato si propone di analizzare i determinanti socio culturali che condizionano l’approccio alla malattia mentale, i possibili fattori che condizionano il ricorso a mezzi contenitivi, le motivazioni prevalentemente addotte e gli effetti potenziali e reali che, pur arrivando alla cronaca, rappresentano una parte di un sommerso ancora esistente, come si appura da recenti rilevazioni effettuate. Sempre sulla scia della morte del sig. Francesco, si analizzano gli aspetti giuridico normativi e quelli deontologici dei professionisti più frequentemente coinvolti nelle manovre di contenimento, oltre alle caratteristiche formative, organizzative e di contesto ambientale che, quando non adeguate, possono diventare fattori di rischio. Una disamina degli aspetti etici ripropone valori fondamentali quali il rispetto della persona, con particolare riguardo alla libertà, all’autodeterminazione, all’inviolabilità del corpo, alla partecipazione al proprio processo di cura. Ci si sofferma anche sulle iniziative ministeriali e regionali, e sulla necessità di visione ed azione sistemica per la gestione dei cambiamenti sia in seno alla comunità, sia all’interno dei servizi sanitari, ai quali occorre fornire i mezzi necessari affinché possano realisticamente intraprendere un percorso che porti ad una riduzione drastica della contenzione, come auspicato da innumerevoli fonti internazionali e nazionaliFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/78629