n.d.
L’elaborato prende in analisi i soggetti di genere che Jean-Baptiste-Marie Pierre (1714-1789) sperimenta negli anni di formazione a Roma ed espone ai Salons parigini negli anni Quaranta del Settecento. Il primo capitolo prende in esame la formazione dell’artista avvenuta in un primo momento a Parigi e poi in Italia, mettendo in evidenza pratiche ed esercizi proposti da Nicolas Vleughels (1668-1737) e Jean-François de Troy (1679-1752), direttori dell’Académie de France a Roma nella prima metà del Settecento. Il secondo capitolo analizza il contesto artistico francese della prima metà del XVIII secolo, prendendo in esame il ruolo della pittura fiamminga e olandese del Seicento nella ripresa della pittura di genere in Francia. Particolarmente rilevanti in questo contesto sono il contributo e le novità introdotte dalla pittura di genere di Antoine Watteau (1684-1721), François Boucher (1703-1770) e Jean-Baptiste-Siméon Chardin (1699-1779). Il terzo capitolo propone un esame dei fattori che hanno agevolato la produzione di soggetti di genere all’Académie de France a Roma, focalizzandosi in particolare sulle prime sperimentazioni di Jean-Baptiste-Marie Pierre rispetto a tali soggetti pittorici. Questi vengono poi esaminati in relazione al contesto artistico d’origine del pittore e agli insegnamenti ricevuti a Roma. L’ultimo capitolo, infine, prende in analisi le scene di genere esposte da Pierre nei Salons parigini degli anni Quaranta, tentando di qualificare tale produzione attraverso le fonti critiche coeve e il confronto con le scene di genere di artisti contemporanei come Chardin e Jean-Baptiste Greuze (1725-1805).
La pittura di genere di Jean-Baptiste-Marie Pierre (1714-1789). Tra esperienze romane e Salons parigini
OLIVERI, GIULIA
2023/2024
Abstract
L’elaborato prende in analisi i soggetti di genere che Jean-Baptiste-Marie Pierre (1714-1789) sperimenta negli anni di formazione a Roma ed espone ai Salons parigini negli anni Quaranta del Settecento. Il primo capitolo prende in esame la formazione dell’artista avvenuta in un primo momento a Parigi e poi in Italia, mettendo in evidenza pratiche ed esercizi proposti da Nicolas Vleughels (1668-1737) e Jean-François de Troy (1679-1752), direttori dell’Académie de France a Roma nella prima metà del Settecento. Il secondo capitolo analizza il contesto artistico francese della prima metà del XVIII secolo, prendendo in esame il ruolo della pittura fiamminga e olandese del Seicento nella ripresa della pittura di genere in Francia. Particolarmente rilevanti in questo contesto sono il contributo e le novità introdotte dalla pittura di genere di Antoine Watteau (1684-1721), François Boucher (1703-1770) e Jean-Baptiste-Siméon Chardin (1699-1779). Il terzo capitolo propone un esame dei fattori che hanno agevolato la produzione di soggetti di genere all’Académie de France a Roma, focalizzandosi in particolare sulle prime sperimentazioni di Jean-Baptiste-Marie Pierre rispetto a tali soggetti pittorici. Questi vengono poi esaminati in relazione al contesto artistico d’origine del pittore e agli insegnamenti ricevuti a Roma. L’ultimo capitolo, infine, prende in analisi le scene di genere esposte da Pierre nei Salons parigini degli anni Quaranta, tentando di qualificare tale produzione attraverso le fonti critiche coeve e il confronto con le scene di genere di artisti contemporanei come Chardin e Jean-Baptiste Greuze (1725-1805).File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Elaborato definitivo Giulia Oliveri.pdf
non disponibili
Descrizione: L’elaborato prende in analisi i soggetti di genere che Jean-Baptiste-Marie Pierre (1714-1789) sperimenta negli anni di formazione a Roma ed espone ai Salons parigini negli anni Quaranta del Settecento.
Dimensione
2.5 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.5 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/7852