Background. The benefit of endarterectomy in patients with carotid stenosis has been demonstrated and approved for the symptomatic patients, but it still remains undefined for the asymptomatic ones. Considering that the risk of stroke in patients treated with the best medical therapy is nowadays less than 1%, it is clear that the current guidelines recommend surgical procedures only in selected patients and not routinely. The aim of this study is to evaluate the application of the new CEUS 3D method to classify patients according to the risk of embolization of the carotid plaques, accordingly with the results of the angio OCT analysis, in order to identify the asymptomatic patients who would get benefits from surgical treatment. Methods. From February to October 2019, patients with carotid stenosis candidated for elective surgery were enrolled. Every patient underwent routine preoperative investigations (ECD, CT angiography, brain-basal CT) and the new CEUS 3D and OCT angiography methods. All carotid plaques were collected during surgery, preserved in formalin and analyzed by the pathological anatomy department. The data obtained were examined individually and then compared with each other. Results. 61 patients with carotid stenosis were recruited, 14 of them were symptomatic and 47 asymptomatic, with the same main risk factors. The study showed that, compared to the second group, the patients belonging to the first group have a higher degree of stenosis (p= 0.004). Also their plaques feature a higher lipid content (p= 0.06), as well as a lower presence of calcified areas and a greater uptake of contrast agent at the CEUS 3D (p= 0.06). By comparing the methods, it was observed that the plaques that were found the most lipidic by the ECD exam pick up the contrast agents to a greater extent, contain a higher percentage of inflammatory infiltrate and are found more ulcerated by angioTC and CEUS 3D (p <0.05). These data are confirmed by OCT angiography, which found in the same patients a reduction of retinal thickness (p= 0.03) and vascular density and a FAZ enlaregment(p= 0.08). The plaques that were found the most calcified, on the other hand, pick up the least the contrast agents and feature less haemorrhagic foci (p= 0.05). Furthermore, CEUS 3D was able to identify superficial plaque ulcerations more accurately than traditional ECD (p <0.05). Intra-plaque angiogenesis has been related to a higher grade of ulceration by CEUS 3D and fewer calcifications by ECD; it also relates to a reduction of retinal thickness and vascular density and a FAZ enlargement by OCT angiography (p= 0.04). Conclusions. Surface ulceration, intra-plaque angiogenesis, and lipid composition emerge among the different parameters used to define the risk of embolization of a plaque. The CEUS 3D method is able to identify the plaques with a higher embolic risk, thanks especially to the detection of surface ulcerations. It is also considered a valid alternative to the diagnostic imaging currently used. These data have been confirmed by the new angioOCT method, that, like CEUS 3D, seems to be helpful in detecting patients at risk. Further studies are required in order to confirm what examined in our work.
Introduzione. Il beneficio apportato dall’intervento di endoarterectomia nei pazienti portatori di stenosi carotidea risulta appurato e dimostrato da tempo per quanto riguarda i pazienti sintomatici, ma rimane ancora indefinito per quelli asintomatici. Tenendo in considerazione che il rischio di ictus nei pazienti trattati con la miglior terapia medica risulta oggi inferiore all’1%, è comprensibile che le attuali linee guida raccomandino l’intervento solo in pazienti selezionati e non di routine. Questo studio si propone di valutare l’applicazione della nuova metodica CEUS 3D per stratificare i pazienti in base al rischio di embolizzazione delle placche carotidee, in correlazione con i risultati dell’analisi angio OCT, al fine di identificare i pazienti asintomatici che beneficerebbero dell’intervento. Materiali e Metodi. Da febbraio a ottobre 2019 sono stati arruolati i pazienti portatori di stenosi carotidea candidati ad intervento chirurgico in regime di elezione. Tutti i pazienti sono stati sottoposti alle indagini preoperatorie di routine (ECD, angioTC, TC encefalo-basale) e alle nuove metodiche CEUS 3D ed angio OCT. Tutte le placche carotidee sono state raccolte intraoperatoriamente, conservate in formalina e analizzate dal dipartimento di anatomia patologica. I dati ottenuti sono stati analizzati singolarmente e confrontati tra di loro. Risultati. Sono stati reclutati 61 pazienti con stenosi carotidea, di cui 14 sintomatici e 47 asintomatici, sostanzialmente sovrapponibili per i principali fattori di rischio. Dallo studio è emerso che i pazienti appartenenti al primo gruppo mostrano un grado di stenosi più elevato (p=0.004) e placche a maggior contenuto lipidico (p=0.06), oltre che una minore presenza di aree calcifiche e una maggior captazione del MdC al CEUS 3D (p=0.06) rispetto al secondo gruppo. Confrontando le metodiche si è osservato che le placche rilevate più lipidiche all’ECD captano in maggiore misura il MdC, contengono una percentuale maggiore di infiltrato infiammatorio e risultano maggiormente ulcerate all’angioTC e al CEUS 3D (p<0.05). Questi dati di vulnerabilità sono confermati dall’angio OCT, che ha rilevato negli stessi pazienti una diminuzione dello spessore retinico (p=0.03) e della densità vascolare, associata ad un aumento della FAZ (p=0.08). Le placche più calcifiche presentano invece una captazione del MdC inferiore e minori focolai emorragici al loro interno rispetto a quelle meno calcifiche (p=0.05). Il CEUS 3D, inoltre, è risultato capace di identificare le ulcerazioni superficiali di placca in modo più accurato rispetto all’ECD tradizionale (p<0.05). L’angiogenesi intraplacca, associata a maggiore ulcerazione al CEUS 3D e minori calcificazioni all’ECD anche se non significativamente, correla con una diminuzione dello spessore retinico e della densità vascolare e un aumento della FAZ all’angio OCT (p=0.04). Conclusione. Tra i vari parametri utilizzati per definire il rischio embolico di una placca emergono l’ulcerazione superficiale, l’angiogenesi intraplacca e la composizione lipidica. La metodica CEUS 3D risulta capace di indentificare le placche vulnerabili a più alto rischio di embolizzazione, in particolare grazie al rilevamento di ulcerazioni di superficie, ed essere una valida alternativa all’imaging diagnostico attualmente utilizzato. I dati riguardanti le placche rilevate maggiormente instabili da tale metodica sono stati confermati anche dalla nuova tecnica angioOCT, che, come il CEUS 3D, è promettente per la stratificazione del rischio dei pazienti. Sono comunque necessari ulteriori studi per confermare quanto evidenziato dal nostro lavoro anche su ampia scala.
Correlazione tra angioOCT e fattori predittivi di instabilità della placca carotidea
CHIERA, LORENZA
2019/2020
Abstract
Introduzione. Il beneficio apportato dall’intervento di endoarterectomia nei pazienti portatori di stenosi carotidea risulta appurato e dimostrato da tempo per quanto riguarda i pazienti sintomatici, ma rimane ancora indefinito per quelli asintomatici. Tenendo in considerazione che il rischio di ictus nei pazienti trattati con la miglior terapia medica risulta oggi inferiore all’1%, è comprensibile che le attuali linee guida raccomandino l’intervento solo in pazienti selezionati e non di routine. Questo studio si propone di valutare l’applicazione della nuova metodica CEUS 3D per stratificare i pazienti in base al rischio di embolizzazione delle placche carotidee, in correlazione con i risultati dell’analisi angio OCT, al fine di identificare i pazienti asintomatici che beneficerebbero dell’intervento. Materiali e Metodi. Da febbraio a ottobre 2019 sono stati arruolati i pazienti portatori di stenosi carotidea candidati ad intervento chirurgico in regime di elezione. Tutti i pazienti sono stati sottoposti alle indagini preoperatorie di routine (ECD, angioTC, TC encefalo-basale) e alle nuove metodiche CEUS 3D ed angio OCT. Tutte le placche carotidee sono state raccolte intraoperatoriamente, conservate in formalina e analizzate dal dipartimento di anatomia patologica. I dati ottenuti sono stati analizzati singolarmente e confrontati tra di loro. Risultati. Sono stati reclutati 61 pazienti con stenosi carotidea, di cui 14 sintomatici e 47 asintomatici, sostanzialmente sovrapponibili per i principali fattori di rischio. Dallo studio è emerso che i pazienti appartenenti al primo gruppo mostrano un grado di stenosi più elevato (p=0.004) e placche a maggior contenuto lipidico (p=0.06), oltre che una minore presenza di aree calcifiche e una maggior captazione del MdC al CEUS 3D (p=0.06) rispetto al secondo gruppo. Confrontando le metodiche si è osservato che le placche rilevate più lipidiche all’ECD captano in maggiore misura il MdC, contengono una percentuale maggiore di infiltrato infiammatorio e risultano maggiormente ulcerate all’angioTC e al CEUS 3D (p<0.05). Questi dati di vulnerabilità sono confermati dall’angio OCT, che ha rilevato negli stessi pazienti una diminuzione dello spessore retinico (p=0.03) e della densità vascolare, associata ad un aumento della FAZ (p=0.08). Le placche più calcifiche presentano invece una captazione del MdC inferiore e minori focolai emorragici al loro interno rispetto a quelle meno calcifiche (p=0.05). Il CEUS 3D, inoltre, è risultato capace di identificare le ulcerazioni superficiali di placca in modo più accurato rispetto all’ECD tradizionale (p<0.05). L’angiogenesi intraplacca, associata a maggiore ulcerazione al CEUS 3D e minori calcificazioni all’ECD anche se non significativamente, correla con una diminuzione dello spessore retinico e della densità vascolare e un aumento della FAZ all’angio OCT (p=0.04). Conclusione. Tra i vari parametri utilizzati per definire il rischio embolico di una placca emergono l’ulcerazione superficiale, l’angiogenesi intraplacca e la composizione lipidica. La metodica CEUS 3D risulta capace di indentificare le placche vulnerabili a più alto rischio di embolizzazione, in particolare grazie al rilevamento di ulcerazioni di superficie, ed essere una valida alternativa all’imaging diagnostico attualmente utilizzato. I dati riguardanti le placche rilevate maggiormente instabili da tale metodica sono stati confermati anche dalla nuova tecnica angioOCT, che, come il CEUS 3D, è promettente per la stratificazione del rischio dei pazienti. Sono comunque necessari ulteriori studi per confermare quanto evidenziato dal nostro lavoro anche su ampia scala.File | Dimensione | Formato | |
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