Il presente elaborato di tesi cerca di mettere in luce i vari aspetti della moralità, mostrando le diverse concezioni e le diverse variazioni che nel corso del tempo le sono state attribuite. Si è partiti da una concezione teologica secondo la quale, la morale proviene direttamente da un comando divino che veniva trasmesso all'uomo in quanto unico essere dotato di razionalità per poi subire delle critiche poiché si sosteneva che l'origine non poteva dipendere dal solo Creatore ma dall'uomo stesso in quanto unico essere dotato di ragione. Ma anche qui le ideologie erano diverse; chi sosteneva che alla base dei giudizi morali vi fossero passione e istinto, chi invece sosteneva il primato della ragione. La psicologia successivamente si è occupata di spiegare come si è evoluto, nel corso della storia, lo sviluppo del giudizio morale partendo dallo studio dell'età infantile per poi giungere all'età adulta analizzando anche l'aspetto della personalità deviante, in particolare quella del criminale. Ed è proprio qui che la tesi, grazie all'esperimento svolto, si focalizza maggiormente. Dai risultati ottenuti è emerso che le reazioni dei criminali e dei non criminali sono sostanzialmente simili. Ciò che sembra contraddistinguerli è dunque che i criminali violenti possiedono uno stile cognitivo di tipo impulsivo che li rende incapaci di riflettere e di gestire le loro propulsioni nel commettere atti illeciti, attribuendo il loro comportamento a cause esterne.
Giudizi morali nei criminali persistenti e violenti
GIARDINA, FEDERICA
2014/2015
Abstract
Il presente elaborato di tesi cerca di mettere in luce i vari aspetti della moralità, mostrando le diverse concezioni e le diverse variazioni che nel corso del tempo le sono state attribuite. Si è partiti da una concezione teologica secondo la quale, la morale proviene direttamente da un comando divino che veniva trasmesso all'uomo in quanto unico essere dotato di razionalità per poi subire delle critiche poiché si sosteneva che l'origine non poteva dipendere dal solo Creatore ma dall'uomo stesso in quanto unico essere dotato di ragione. Ma anche qui le ideologie erano diverse; chi sosteneva che alla base dei giudizi morali vi fossero passione e istinto, chi invece sosteneva il primato della ragione. La psicologia successivamente si è occupata di spiegare come si è evoluto, nel corso della storia, lo sviluppo del giudizio morale partendo dallo studio dell'età infantile per poi giungere all'età adulta analizzando anche l'aspetto della personalità deviante, in particolare quella del criminale. Ed è proprio qui che la tesi, grazie all'esperimento svolto, si focalizza maggiormente. Dai risultati ottenuti è emerso che le reazioni dei criminali e dei non criminali sono sostanzialmente simili. Ciò che sembra contraddistinguerli è dunque che i criminali violenti possiedono uno stile cognitivo di tipo impulsivo che li rende incapaci di riflettere e di gestire le loro propulsioni nel commettere atti illeciti, attribuendo il loro comportamento a cause esterne.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/78383