In questo lavoro di ricerca intendo presentare un intervento didattico che ha come principale obiettivo l'educare al pensiero probabilistico. I bambini che sono stati coinvolti in questa sperimentazione sono bambini che frequentano il primo anno della scuola primaria del terzo circolo didattico di Alba nell'attuale anno scolastico 2010/2011. Educare al pensiero probabilistico a scuola vuol dire avvicinarsi, insieme ai bambini, al mondo reale: un mondo dove molto spesso ci troviamo di fronte a problemi incerti, tanti dei quali si presentano come eventi la cui soluzione dipende dal caso. Uno strumento didattico efficace per affrontare questa incertezza risulta essere il gioco, che permette di simulare e riprodurre la realtà. Infatti la probabilità, per sua stessa natura, dà la possibilità di creare un grande numero di situazioni ludiche. D'altronde si può affermare che il calcolo della probabilità sia nato ¿per gioco¿, nascita dovuta alla passione verso i giochi d'azzardo che spinge alcuni giocatori ad interpellare i più celebri matematici dell'epoca su questioni concernenti i vari giochi. Lo scopo principale della mia ricerca è stato soprattutto quello di valorizzare le intuizioni naturali che hanno i bambini di fronte a situazioni incerte, attraverso il gioco; inoltre i bambini hanno familiarizzato con parole proprie della terminologia della probabilità (certo, probabile, incerto) e si è cercato di portare il bambino ad allontanarsi dal condizionamento di fattori emotivo ¿ affettivi. I materiali didattici che ho progettato e costruito sono coinvolgenti e a misura di bambino, e consentono un approccio consapevole alla terminologia della probabilità: essi permettono di andare a rilevare quali sono le intuizioni, le misconcezioni e le teorie che emergono attraverso l'applicazione dei giochi. Da questi giochi proposti emerge l'importanza di stimolare le anticipazioni dei bambini sul fenomeno, accrescendo così le capacità di fare previsioni e ipotesi, escludere le alternative improbabili. In queste situazioni i bambini sono sollecitati a sviluppare al meglio strategie di previsione e di decisione, a fare uso delle prime nozioni intuitive di probabilità. Per poter favorire al bambino lo sviluppo di queste abilità è fondamentale il ruolo dell'insegnante che, osservando i bambini mentre giocano e giocando con loro, ha modo di rilevare le competenze e le abilità che vanno via via costruendosi. Le attività descritte in questo lavoro di ricerca si basano su esperienze concrete in cui i bambini possano manipolare e siano liberi di sperimentare strumenti come dadi, monete, ruote e bussolotti. Alcune di queste attività hanno preso spunto dal corso di formazione ¿La matematica è un gioco da bambini¿, tenuto lo scorso anno scolastico 2009/2010, presso il terzo circolo didattico di Alba, da Francesco Aglì e Aurelia Martini, autori di numerose pubblicazioni sulla matematica nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria. Altri giochi che si sono rilevati particolarmente efficaci sono stati quelli proposti e inventati da me, in seguito agli incontri con la professoressa Chiara Andrà, del dipartimento di matematica dell'Università degli Studi di Torino.

Educare al pensiero probabilistico attraverso il gioco: verifica sperimentale di un intervento nelle classi prime della scuola primaria

PIRRA, MARCO
2009/2010

Abstract

In questo lavoro di ricerca intendo presentare un intervento didattico che ha come principale obiettivo l'educare al pensiero probabilistico. I bambini che sono stati coinvolti in questa sperimentazione sono bambini che frequentano il primo anno della scuola primaria del terzo circolo didattico di Alba nell'attuale anno scolastico 2010/2011. Educare al pensiero probabilistico a scuola vuol dire avvicinarsi, insieme ai bambini, al mondo reale: un mondo dove molto spesso ci troviamo di fronte a problemi incerti, tanti dei quali si presentano come eventi la cui soluzione dipende dal caso. Uno strumento didattico efficace per affrontare questa incertezza risulta essere il gioco, che permette di simulare e riprodurre la realtà. Infatti la probabilità, per sua stessa natura, dà la possibilità di creare un grande numero di situazioni ludiche. D'altronde si può affermare che il calcolo della probabilità sia nato ¿per gioco¿, nascita dovuta alla passione verso i giochi d'azzardo che spinge alcuni giocatori ad interpellare i più celebri matematici dell'epoca su questioni concernenti i vari giochi. Lo scopo principale della mia ricerca è stato soprattutto quello di valorizzare le intuizioni naturali che hanno i bambini di fronte a situazioni incerte, attraverso il gioco; inoltre i bambini hanno familiarizzato con parole proprie della terminologia della probabilità (certo, probabile, incerto) e si è cercato di portare il bambino ad allontanarsi dal condizionamento di fattori emotivo ¿ affettivi. I materiali didattici che ho progettato e costruito sono coinvolgenti e a misura di bambino, e consentono un approccio consapevole alla terminologia della probabilità: essi permettono di andare a rilevare quali sono le intuizioni, le misconcezioni e le teorie che emergono attraverso l'applicazione dei giochi. Da questi giochi proposti emerge l'importanza di stimolare le anticipazioni dei bambini sul fenomeno, accrescendo così le capacità di fare previsioni e ipotesi, escludere le alternative improbabili. In queste situazioni i bambini sono sollecitati a sviluppare al meglio strategie di previsione e di decisione, a fare uso delle prime nozioni intuitive di probabilità. Per poter favorire al bambino lo sviluppo di queste abilità è fondamentale il ruolo dell'insegnante che, osservando i bambini mentre giocano e giocando con loro, ha modo di rilevare le competenze e le abilità che vanno via via costruendosi. Le attività descritte in questo lavoro di ricerca si basano su esperienze concrete in cui i bambini possano manipolare e siano liberi di sperimentare strumenti come dadi, monete, ruote e bussolotti. Alcune di queste attività hanno preso spunto dal corso di formazione ¿La matematica è un gioco da bambini¿, tenuto lo scorso anno scolastico 2009/2010, presso il terzo circolo didattico di Alba, da Francesco Aglì e Aurelia Martini, autori di numerose pubblicazioni sulla matematica nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria. Altri giochi che si sono rilevati particolarmente efficaci sono stati quelli proposti e inventati da me, in seguito agli incontri con la professoressa Chiara Andrà, del dipartimento di matematica dell'Università degli Studi di Torino.
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