In the framework of frequent and recurrent crises of the fruit, the berries are a positive exception to their cultivation and interest is growing. In particular, it appears that the exponential growth in terms of acreage and consumption in recent years have characterized the culture and the blueberry market. Given the considerable success of the cultivation in the blueberry, it appeared interesting to analyze the cultural aspects and in particular the economic cultivation of the blueberry. In particular, the study focused on a family-run farm, located in Alta Val Tanaro, which has recently embarked on the cultivation of the blueberry. Through analysis of the technique of cultivation and identification of the work distribution in the various practices that contribute to the production of cranberries, the economic analysis was performed with the aim of identifying the effective profitability of the crop also determines the reasons and any future prospects. The study done on mirtilleto than 280 plants covering an area of 2,360 square meters, the main aspect that emerges is interesting that the resulting profitability. Based on average production of 3 kg per plant (total 840kg) the gross marketable production that follows totals an amount of ¿ 7,090. The profitability of the crop of blueberries can be seen mainly from the analysis of earned income that, for a total of 33 work days per year, identifies an hourly wage, including a profit of 17 ¿. The use of labor in the cultivation of the cranberry lost is not high because the 33 days represent about 10% of un'ULU, on the other hand 85% of the total work (28 days) is concentrated in the period around 2 months. On the other hand is the construction of Burden, the area of 2360 square meters, at a cost of ¿ 9,048. The high cost of installation and other partially offset by the 45-year crop cycle, which results in a reduced share of the reintegration of 201 ¿. Despite the high installation costs, time and concentration of jobs, culture manages to be very profitable. This is partly due to successful product that has found them in the local market, achieving a good return. The latter choice is partly based on the variety, which allows you to achieve early production while at the beginning of the third decade of June produced the added value of fruits, among other things that motivate the choice is the high price of commercial short chain. Analyzing the performance of the sales price, start from ¿ 10 per kg for the production that takes place in the last decade of June and then declined to 9 ¿ per kg in the first decade of July and finally stabilizes at 8 ¿ kg in the second decade of July until late August. The price is then a decrease with the advance of the production season, but remains above the cost of production, as is clear from the economic analysis, is of 4.80 ¿ per kg. A positive finding on the cultivation of the blueberry is arguable that this represents a significant opportunity for Italian agriculture, particularly for marginal upland areas.
Nel quadro di frequenti e ricorrenti crisi della frutticoltura, i piccoli frutti rappresentano una positiva eccezione e l'interesse per la loro coltivazione è in continua crescita. In particolar modo emerge la crescita esponenziale in termini di superficie investite e di consumo che negli ultimi anni hanno caratterizzato la coltura ed il mercato del mirtillo. Visto il notevole successo riscontrato dalla coltivazione nel mirtillo, è risultato interessante analizzare gli aspetti colturali ed in particolare quelli economici delle coltivazione del mirtillo. In particolare lo studio si è focalizzato su una azienda agricola a gestione famigliare, ubicata in Alta Val Tanaro, che ha recentemente intrapreso la coltivazione del mirtillo. Attraverso l'analisi della tecnica di coltivazione e l'individuazione della distribuzione del lavoro nelle varie pratiche che concorrono alla produzione dei mirtilli, è stata eseguita l'analisi economica con la finalità di individuare l'effettiva redditività del coltura determinandone inoltre le motivazioni e le eventuali prospettive future. Dallo studio svolto sul mirtilleto di 280 piante che occupano una superficie di 2.360 mq, l'aspetto che principalmente emerge, è l'interessante redditività che ne deriva. Sulla base di produzione media di 3 kg a pianta (840kg totali) la Produzione lorda vendibile che ne consegue totalizza un importo di 7.090 ¿. La redditività della coltura di mirtilli si evince principalmente dall'analisi del reddito di lavoro che, su un totale di 33 giornate di lavoro annue, individua una retribuzione oraria, comprensiva di profitto, di 17 ¿. L'impiego della manodopera nella coltivazione del mirtilleto di perse non è elevato in quanto le 33 giornate rappresentano circa il 10% di un'ULU; d'altro canto l'85% del lavoro totale (28 giornate) è concentrato nel periodo circa 2 mesi. D'altro canto la realizzazione dell'impianto risulta onerosa comportando, per la superficie di 2.360 mq, una spesa di 9.048 ¿. L'elevato costo d'impianto è d'altra parte compensato dai 45 anni di ciclo colturale, da cui consegue una quota di reintegrazione ridotta di 201 ¿. Nonostante gli elevati costi d'impianto e la concentrazione temporale del lavoro, la coltura riesce ad essere molto redditizia. Questo in parte è dovuto al successo che li prodotto ha riscontrato nel mercato locale, raggiungendo una buona remunerazione. Quest'ultima deriva in parte dalla scelta varietale, che permette di conseguire l'inizio produttivo precocemente dando al prodotto delle terza decade di giugno il valore aggiunto della primizia; tra gli altri aspetti che motivano l'elevato prezzo c'è la scelta commerciale della filiera corta. Analizzando l'andamento del prezzo di vendita, si parte da 10 ¿ al kg per la produzione che si realizza nell'ultima decade di giugno, per poi scendere a 9 ¿ al kg nella prima decade di luglio ed infine si stabilizza a 8 ¿ al kg dalla seconda decade di luglio fino a fine agosto. Il prezzo subisce quindi una decrescita con l'avanzare della stagione produttiva, rimanendo comunque superiore al costo di produzione che, come si evince dall'analisi economica, è di 4,80 ¿ al kg. A riguardo dei riscontri positivi della mirtillicoltura si può affermare che questa rappresenti una rilevante opportunità per l'agricoltura italiana, soprattutto per le zone marginali montane.
ANALISI ECONOMICA SULLA COLTIVAZIONE DEL MIRTILLO IN ALTA VAL TANARO
FERRANDO, ALESSIA
2009/2010
Abstract
Nel quadro di frequenti e ricorrenti crisi della frutticoltura, i piccoli frutti rappresentano una positiva eccezione e l'interesse per la loro coltivazione è in continua crescita. In particolar modo emerge la crescita esponenziale in termini di superficie investite e di consumo che negli ultimi anni hanno caratterizzato la coltura ed il mercato del mirtillo. Visto il notevole successo riscontrato dalla coltivazione nel mirtillo, è risultato interessante analizzare gli aspetti colturali ed in particolare quelli economici delle coltivazione del mirtillo. In particolare lo studio si è focalizzato su una azienda agricola a gestione famigliare, ubicata in Alta Val Tanaro, che ha recentemente intrapreso la coltivazione del mirtillo. Attraverso l'analisi della tecnica di coltivazione e l'individuazione della distribuzione del lavoro nelle varie pratiche che concorrono alla produzione dei mirtilli, è stata eseguita l'analisi economica con la finalità di individuare l'effettiva redditività del coltura determinandone inoltre le motivazioni e le eventuali prospettive future. Dallo studio svolto sul mirtilleto di 280 piante che occupano una superficie di 2.360 mq, l'aspetto che principalmente emerge, è l'interessante redditività che ne deriva. Sulla base di produzione media di 3 kg a pianta (840kg totali) la Produzione lorda vendibile che ne consegue totalizza un importo di 7.090 ¿. La redditività della coltura di mirtilli si evince principalmente dall'analisi del reddito di lavoro che, su un totale di 33 giornate di lavoro annue, individua una retribuzione oraria, comprensiva di profitto, di 17 ¿. L'impiego della manodopera nella coltivazione del mirtilleto di perse non è elevato in quanto le 33 giornate rappresentano circa il 10% di un'ULU; d'altro canto l'85% del lavoro totale (28 giornate) è concentrato nel periodo circa 2 mesi. D'altro canto la realizzazione dell'impianto risulta onerosa comportando, per la superficie di 2.360 mq, una spesa di 9.048 ¿. L'elevato costo d'impianto è d'altra parte compensato dai 45 anni di ciclo colturale, da cui consegue una quota di reintegrazione ridotta di 201 ¿. Nonostante gli elevati costi d'impianto e la concentrazione temporale del lavoro, la coltura riesce ad essere molto redditizia. Questo in parte è dovuto al successo che li prodotto ha riscontrato nel mercato locale, raggiungendo una buona remunerazione. Quest'ultima deriva in parte dalla scelta varietale, che permette di conseguire l'inizio produttivo precocemente dando al prodotto delle terza decade di giugno il valore aggiunto della primizia; tra gli altri aspetti che motivano l'elevato prezzo c'è la scelta commerciale della filiera corta. Analizzando l'andamento del prezzo di vendita, si parte da 10 ¿ al kg per la produzione che si realizza nell'ultima decade di giugno, per poi scendere a 9 ¿ al kg nella prima decade di luglio ed infine si stabilizza a 8 ¿ al kg dalla seconda decade di luglio fino a fine agosto. Il prezzo subisce quindi una decrescita con l'avanzare della stagione produttiva, rimanendo comunque superiore al costo di produzione che, come si evince dall'analisi economica, è di 4,80 ¿ al kg. A riguardo dei riscontri positivi della mirtillicoltura si può affermare che questa rappresenti una rilevante opportunità per l'agricoltura italiana, soprattutto per le zone marginali montane.File | Dimensione | Formato | |
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