Se un tempo le piccole imprese sono state la forza del nostro sistema produttivo, oggi, soprattutto in ragione della crisi economica che ha smascherato, tra i limiti forti del capitalismo italiano, quello delle ridotte dimensioni, si è imposta la necessità di una loro crescita mediante modelli di aggregazione innovativi che tengano conto delle evoluzioni dei mercati e dei tempi. Se infatti in un'economia extra-distrettuale il legame di territorio, la territorialità, da solo non basta più; se per fusioni e acquisizioni bisogna fare i conti con la perdita totale di autonomia per alcune delle imprese che scelgono questa via dando vita a modelli fortemente gerarchizzati, le reti, al contrario, possono rappresentare una modalità vincente e in linea con i tempi per poter uscire dalla crisi anche più forti di prima. L'aggregazione in rete consente alle imprese di unire le loro forze soltanto su alcune aree, progetti, obiettivi, restando al tempo stesso totalmente indipendenti su altri, ma permettendo riduzioni di costi e sinergie di ricavi, senza che questo comporti alcuna perdita di autonomia tra le parti stesse. Per queste ragioni, le reti di impresa oggi sembrano essere lo strumento principale di riorganizzazione del sistema industriale italiano del dopo crisi. La rete infatti si sta sempre più ponendo come la risposta migliore per uscire rafforzati dalla crisi. I benefici possono essere diversi ed estremamente vantaggiosi: la singola impresa può allargare l'offerta di prodotti e servizi, senza che questo significhi modificare la propria fisionomia o il proprio core business; può effettuare investimenti, insieme alle altre imprese della rete, di cui da sola non avrebbe potuto farsi carico; può conseguire una dimensione adeguata, vedere accresciuto il proprio know how, condividere costi e vedere di rimando aumentati i propri ricavi. Un ottimo esempio di rete di imprese è rappresentato dal progetto NAVALTEX. Lanciato nel 2008 grazie alla collaborazione fra l'Unione Industriale Biellese e il Registro italiano navale, che per la prima volta hanno dato vita ad una proficua collaborazione fra il settore navale e quello tessile, come traspare dallo stesso termine ¿Navaltex¿, il cuore del progetto è l'elaborazione di un'Agenda strategica di innovazione comune ai due settori che conta su 12 soggetti aderenti per un investimento di 9,4 milioni di euro. Promosso dalla Regione Piemonte, il progetto è il risultato di un tavolo di lavoro che ha individuato 4 temi in cui l'innovazione nella costruzione navale passa attraverso prodotti high tech del settore tessile, tessuti di arredamento di bordo, materiali tessili strutturali, materiali per indumenti di protezione e materiali tessili isolanti e balistici. Il progetto NAVALTEX rappresenta, ad oggi, uno dei pochi veri esempi di rete imprenditoriale esistenti su territorio italiano, un'ancora di salvezza per l'industria tessile.

Le Reti d'Impresa come strumento di crescita per l'industria tessile e navale: il progetto NAVALTEX

COSTA, NICOLAS
2009/2010

Abstract

Se un tempo le piccole imprese sono state la forza del nostro sistema produttivo, oggi, soprattutto in ragione della crisi economica che ha smascherato, tra i limiti forti del capitalismo italiano, quello delle ridotte dimensioni, si è imposta la necessità di una loro crescita mediante modelli di aggregazione innovativi che tengano conto delle evoluzioni dei mercati e dei tempi. Se infatti in un'economia extra-distrettuale il legame di territorio, la territorialità, da solo non basta più; se per fusioni e acquisizioni bisogna fare i conti con la perdita totale di autonomia per alcune delle imprese che scelgono questa via dando vita a modelli fortemente gerarchizzati, le reti, al contrario, possono rappresentare una modalità vincente e in linea con i tempi per poter uscire dalla crisi anche più forti di prima. L'aggregazione in rete consente alle imprese di unire le loro forze soltanto su alcune aree, progetti, obiettivi, restando al tempo stesso totalmente indipendenti su altri, ma permettendo riduzioni di costi e sinergie di ricavi, senza che questo comporti alcuna perdita di autonomia tra le parti stesse. Per queste ragioni, le reti di impresa oggi sembrano essere lo strumento principale di riorganizzazione del sistema industriale italiano del dopo crisi. La rete infatti si sta sempre più ponendo come la risposta migliore per uscire rafforzati dalla crisi. I benefici possono essere diversi ed estremamente vantaggiosi: la singola impresa può allargare l'offerta di prodotti e servizi, senza che questo significhi modificare la propria fisionomia o il proprio core business; può effettuare investimenti, insieme alle altre imprese della rete, di cui da sola non avrebbe potuto farsi carico; può conseguire una dimensione adeguata, vedere accresciuto il proprio know how, condividere costi e vedere di rimando aumentati i propri ricavi. Un ottimo esempio di rete di imprese è rappresentato dal progetto NAVALTEX. Lanciato nel 2008 grazie alla collaborazione fra l'Unione Industriale Biellese e il Registro italiano navale, che per la prima volta hanno dato vita ad una proficua collaborazione fra il settore navale e quello tessile, come traspare dallo stesso termine ¿Navaltex¿, il cuore del progetto è l'elaborazione di un'Agenda strategica di innovazione comune ai due settori che conta su 12 soggetti aderenti per un investimento di 9,4 milioni di euro. Promosso dalla Regione Piemonte, il progetto è il risultato di un tavolo di lavoro che ha individuato 4 temi in cui l'innovazione nella costruzione navale passa attraverso prodotti high tech del settore tessile, tessuti di arredamento di bordo, materiali tessili strutturali, materiali per indumenti di protezione e materiali tessili isolanti e balistici. Il progetto NAVALTEX rappresenta, ad oggi, uno dei pochi veri esempi di rete imprenditoriale esistenti su territorio italiano, un'ancora di salvezza per l'industria tessile.
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